Roma, 13 giugno 2012 - L’aula della Camera ha approvato la seconda fiducia sul ddl anticorruzione, quella con la tanto discussa norma sulla 'nuova' concussione. I sì sono stati 431, i no 71 e 38 gli astenuti. A votare a favore sono stati il Pd, il Pdl (anche se con molti maldipancia per il reato di traffico di influenze), l’Udc e Fli (i finiani sul 10 invece non avevano partecipato al voto). Hanno votato contro Lega e Idv. Popolo e territorio (che aveva detto si’ alla prima fiducia) sull’articolo 13 ha lasciato l’aula e lo stesso farà sull’articolo 14.

Le norme approvate sono quelle dell’articolo 13, la parte penale che, oltre a inasprire le pene, introduce anche il nuovo reato di traffico di influenze: chi si avvale di relazioni con pubblici ufficiali o con incaricati di pubblico servizio e indebitamente fa dare o promettere, a sè o altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita, o per remunerare il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, è punito con la reclusione da 1 a 3 anni (stessa pena per chi da’ o promette denaro o altro vantaggio patrimoniale).

LA NUOVA CONCUSSIONE - La norma che più ha fatto discutere è comunque quella che contiene la nuova concussione per induzione, (che con l’inserimento nel Codice penale dell’articolo 319-quater diventa ‘Induzione indebita a dare o promettere utilità): è stata ribattezzata salva-Penati dal Pdl per la riduzione degli anni di prescrizione.

Con la nuova fattispecie, vengono puniti sia il pubblico ufficiale e l’incaricato di pubblico servizio (da 3 a 8 anni), sia il privato che dà o promette utilità (fino a 3 anni). Per quanto riguarda la concussione per costrizione, viene punito con la reclusione da 6 a 12 anni il pubblico ufficiale che costringa taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilita’.

Nell’articolo 13 del ddl anticorruzione, su cui il governo ha incassato la seconda fiducia nell’aula della Camera, ci sono anche le pene più severe per la corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio (sponsorizzate dal Pd): verrà punita con il carcere da 4 a 8 anni (le disposizioni del Codice ora sono da 2 a 5 anni di carcere).
Aumentano anche le pene per la corruzione per l’esercizio della funzione: da 1 a 5 anni (il reato diventa così intercettabile).

La corruzione in atti giudiziari è punita con la reclusione da 4 a 10 anni (attualmente gli anni sono da 3 a 8).  Sale la pena per il reato di peculato: reclusione da quattro a dieci anni (era da tre a dieci anni).  Per l’abuso d’ufficio, non piu’ reclusione da 6 mesi a 3 anni ma da 1 a 4 anni.
L’interdizione perpetua dai pubblici uffici e’ prevista per il peculato, la concussione, la corruzione propria e la corruzione in atti giudiziari.

DI PIETRO - La tensione intorno all'art.13 è palpabile. Lo dimostra anche la ‘lezione di concussione’ che Antonio Di Pietro regala all’Aula, sceneggiando con un’amara ironia l’atteggiamento dell’ipotetico pubblico ufficiale che induce un cittadino, o un imprenditore, a farsi dare denaro in cambio di una pratica o di un appalto.
“Non so se devo rivolgermi al ministro o all’avvocato Severino, e io stesso non so se devo parlare come parlamentare o come ex pubblico ministero”, è l’incipit del leader Idv che in effetti pesca a piene mani dalla sua vita in toga per spiegare perché boccia senza appello l’articolo 13.

“Il reato di concussione diverge dalla corruzione solo per l’elemento soggettivo tra chi dà e chi riceve denaro: uno è la vittima e l’altro l’autore del reato”, ricorda Di Pietro che accusa invece il Guardasigilli di trasformare “entrambe le parti in colpevoli: tutti e due rispondono del fatto commesso, sia chi da’ denaro sia chi lo riceve”.

“Quindi - prosegue - ogni volta che la concussione non avviene per violenza o minaccia, ma per induzione, in quel caso non deve rispondere solo chi induce, ma anche chi e’ indotto. Ma io vi sfido, nelle migliaia di carte accumulate in questi vent’anni, a trovare un atto di concussione per violenza o minaccia”. Si’, perche’ “il pubblico ufficiale e il politico non si comportano così”, avverte Di Pietro. E qui scatta il mini-reality con il quale il leader Idv rende plastico il concetto.

LA 'LEZIONE' - “Sa come si comportano, il pubblico ufficiale e il politico? Mica ti minacciano di morte la moglie. Ti guardano in faccia. Sorridono. Scherniscono. Tengono il fascicolo sul tavolo. Guardano dall’altra parte”, spiega Di Pietro che accompagna le parole con sorrisetti ironici verso il deputato Idv seduto accanto a lui, automaticamente trasformato nel ‘concusso ignoto’ al quale l’ex pm, a sua volta per un momento nelle vesti del concussore tipo, fa anche un buffetto sulla guancia per tradurre visivamente i comportamenti appena evocati. Il tutto, sintetizza il leader Idv, serve a “indurre ‘spintaneamente’ il nostro datore di denaro a rendersi conto che o mangia quella minestra o salta dalla finestra. Così è se vi pare”.

Non scherza più, neanche per finta, Di Pietro, quando arriva alla sintesi dell’intervento: “Noi proponevamo di combattere la corruzione e di rompere il patto di omertà. Lei, in questo modo e con questo provvedimento, sta aumentando ancor di piu’ la possibilita’ di commettere reati, di commettere violenza per induzione e di farla pure franca”.