Roma, 23 giugno 2012 - Si è concluso nel carcere di Rebibbia a Roma dopo sette ore l’interrogatorio di garanzia per Luigi Lusi davanti al gip del tribunale di Roma Simonetta D’Alessandro. Il senatore che deve rispondere delle accuse di associazione a delinquere e appropriazione indebita è finito in carcere dopo il via libera dell’assemblea di Palazzo Madama.

All’atto istruttorio hanno assistito anche il pubblico ministero Stefano Pesci e il procuratore aggiunto Alberto Caperna. Nell’ambito di questa vicenda, che riguarda l’ammanco di oltre 22 milioni di euro dalle casse della Margherita è già agli arresti domiciliari la moglie di Lusi, la signora Giovanna Petricone. I due commercialisti che erano stati raggiunti dall’ordinanza di custodia hanno ottenuto nelle scorse settimane l’obbligo di firma. Per Lusi il tribunale del Riesame ha confermato la misura emessa dal gip nel maggio scorso. I difensori, gli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, hanno proposto ricorso in Cassazione.

"HA PARLATO DI COME FUNZIONAVA IL SISTEMA" - “Ha parlato di come funzionava il sistema e di quello che era il suo ruolo”. Hanno detto così i difensori di Luigi Lusi, lasciando il carcere di Rebibbia al termine dell’interrogatorio di garanzia sostenuto dal loro assistito. Gli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono hanno anche spiegato che il senatore ha portato all’attenzione degli inquirenti documenti e fatto riferimento a carte che la Procura può acquisire e che adesso saranno oggetto di valutazione dei pubblici ministeri.

In uno dei passaggi chiave, Lusi avrebbe dichiarato che "Tutti gli investimenti immobiliari che ho fatto dal 2007 in poi li ho fatti per conto della corrente rutelliana, c’era un preciso patto fiduciario".  Il senatore durante l’interrogatorio di garanzia ha ripercorso puntualmente tutta la sua attività di tesoriere della Margherita. Ha precisato che ‘’dal 2001 al 2007’’ il controllo che operava sui bilanci del partito era ‘’regolare e rigoroso e riguardava una verifica accurata di tutte le entrate e le uscite’’.

Dal 2007 in poi, ovvero da quando il partito si scioglie, ha precisato Lusi davanti al gip, il suo controllo operato sui bilanci "è stato solo un controllo formale e non riguardava le entrate e le uscite’’, dunque ‘’era meno accurato’’. L’ex tesoriere ha ricordato il patto spartitorio 60-40, del quale aveva gia’ parlato durante l’interrogatorio con i magistrati romani. Secondo quanto si è appreso, il senatore avrebbe anche ammesso che in questo meccanismo di gestione poco accurata dei bilanci si sarebbe anche lui appropriato di somme di denaro. Ma ha più volte sottolineato che la stragrande maggioranza degli acquisti di immobili sarebbero stati fatti proprio in virtù del patto con la corrente del’ex presidente Dl Rutelli. Secondo quanto chiarito dai legali, non è stata presentata istanza per la remissione in libertà del parlamentare. Sarà presentata la prossima settimana l’istanza al gip di scarcerazione per il senatore.

PROCURA: "SI RINFORZA IL QUADRO ACCUSATORIO" - Massimo riserbo in ambienti della Procura sull’esito dell’interrogatorio di garanzia al quale è stato sottoposto Luigi Lusi, ma fonti di piazzale Clodio affermano che ‘’il quadro accusatorio si è rinforzato ed e’ stato corroborato da dettagli che ora dovranno essere esaminati’’. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna ed il sostituto Stefano Pesci, titolari dell’inchiesta sulla sottrazione di almeno 25 milioni di euro dalle casse della Margherita, hanno preso parte all’interrogatorio tenuto dal gip Simonetta D’Alessandro ed hanno lasciato il carcere di Rebibbia senza fare dichiarazioni.

LEGALE MARGHERITA: LUSI FACCIA I NOMI - “La corrente rutelliana, di cui parla Lusi, non è né un nome né un cognome. Il senatore abbia il coraggio di fare i nomi una volta per tutte e dire chi, dove, come, quando e perché, avrebbe compiuto queste sottrazioni di denaro dalle casse della Margherita”.  L’avvocato Titta Madia, legale del disciolto partito, smentisce ancora una volta l’esistenza di un patto fiduciario che abbia consentito al senatore Lusi di operare investimenti immobiliari con i soldi della Margherita. “E poi Lusi si metta d’accordo una volta per tutte - conclude l’avvocato Madia - con sua moglie, Giovanna Petricone, che ai pm aveva dichiarato che suo marito si era appropriato dei soldi della Margherita per suoi scopi personali, non certo per soddisfare pretese correntizie altrui”.

RUTELLI: "FARA' LA FINE DI IGOR MARINI" - "Se è vero che ha detto di aver concordato con ‘corrente rutelliana’ le operazioni di ladrocinio a beneficio personale e dei suoi familiari, significa che Lusi vuol fare la fine di Igor Marini’’. Così Francesco Rutelli commenta le indiscrezioni dopo l’interrogatorio di Lusi a Rebibbia. Marini - viene ricordato in una nota - fu condannato a 10 anni di carcere anche per calunnia a danno di Rutelli. Giampiero Bocci ha a sua volta dichiarato: ‘’Se ha detto questo, è proprio andato fuori di testa’’.