di Giovanni Morandi

Roma, 18 luglio 2012 - Una volta erano le guerre che distruggevano gli Stati, ora basta metterli in mano ad una classe politica dissennata come la nostra e il risultato è lo stesso. Si ha una sensazione di disagio, di imbarazzo, come dire?, di vergogna, di incredulità, di ripetizione ossessiva dei soliti discorsi e dei soliti pensieri di fronte all’abbuffata tentata in modo maldestro e sguaiato dalle nostre Regioni per accaparrarsi i fondi di Bruxelles con la scusa di aver subìto disastri ambientali a causa delle nevicate di quest’inverno.

Ogni forma di pudore e anche di intelligenza è stata violata. Si credeva che le nevicate avessero interessato solo la Romagna, le Marche e l’Umbria e invece si scopre, guardando le carte che la Protezione civile italiana ha inviato alla Ue, 800 pagine scritte in italiano, che le regioni sono state non 3 ma 11, comprese Basilicata, Campania e Lazio. Il risultato è che rischiano di perdere gli aiuti Ue proprio quelle regioni che ne avrebbero diritto, secondo una morale della favola che nostro malgrado abbiamo ben imparato a conoscere e ovvero che per la colpa dei tanti devono pagare i pochi che non hanno colpa. La Protezione civile avrebbe dovuto vagliare, verificare, cestinare, selezionare le richieste e invece ha preferito fare solo il postino, molto più comodo non prendersi responsabilità.

Il risultato è che Bruxelles inevitabilmente ora sta meditando di non dare nulla a nessuno. Intanto stanno per scadere i termini per la richiesta di aiuto Ue alle regioni terremotate e nonostante manchino poco più di dieci giorni non c’è traccia del dossier che la Protezione civile dovrà inviare per accedere al risarcimento dei danni.

Prima erano le guerre che demolivano gli Stati, oggi lo stesso risultato lo si ottiene con una classe politica dissennata. Rischia di essere questo il motivo per cui l’Italia si sfascerà, se è vero che Monti è seriamente preoccupato che la Sicilia sia sull’orlo del default e perciò il premier ha invitato il presidente della Regione Sicilia, Lombardo, a farsi da parte in modo che possa essere il governo nazionale direttamente o con un suo delegato a stimare e a riparare al saccheggio organizzato dalla casse politica siciliana.

E dopo la Sicilia, a chi toccherà? Alla Campania, alla Calabria? Una vergogna, quella siciliana, costruita su un esercito di 18 mila dipendenti regionali cosiddetti diretti, perché ci sono anche quelli indiretti, e 2 mila dirigenti. Per non fare nulla. Se solo fosse stato capace di resistere alle tentazioni Bossi oggi sarebbe a capo del maggior partito d’Italia, invece ha fatto la fine di tutti gli altri. Il sciur Brambilla come compare Turiddu. Tutti uguali, governatori in barca, con le ville e la bella vita, altro che santa vita. Tutti mantenuti da noi. Che vergogna, che tristezza. Che povera Italia, non si merita gente così.