Roma, 20 luglio 2012 - Il leader dell'Udc {{WIKILINK}}Pier Ferdinando Casini {{/WIKILINK}}lo dice da tempo, che l'era Monti non è finita, sottolineando a più riprese che l'attuale premier "non rimarrà disoccupato".  Ma ora la necessità di andare avanti con le larghe intese anche dopo le elezioni è scritta nero su bianco sul documento approvato all’unanimità dalla Direzione nazionale dell’Udc in corso al tempio di Adriano di Roma.
 

E che recita così: “E’ indispensabile raggiungere le più larghe intese nella prossima legislatura per garantire efficacia e continuità all’azione di governo. Tuttavia non possono più essere considerate riproponibili coalizioni eterogenee, paralizzate dalle contraddizioni interne come in passato, che noi per primi abbiamo denunciato come prima causa dell’ingovernabilità”.

La Direzione Nazionale dell’Udc, si legge ancora, “esaminata la situazione politica ed economica del Paese, prende atto con preoccupazione dell’involuzione del quadro politico e dei rapporti tra le forze parlamentari, in particolare tra le componenti dell’attuale maggioranza. Per un macroscopico paradosso, il Governo tecnico, che per i suoi più strenui oppositori, ma anche per alcuni settori della maggioranza, avrebbe dovuto essere un ibrido, anche perché non legittimato dal voto popolare, ha ormai assunto una missione e un’identità precisa in Italia e in Europa”.


E il documento continua:  “Il suo riformismo e la sua autorevolezza riconosciuti e apprezzati nel mondo - afferma l’Udc - rappresentano gli appigli più saldi e concreti per fronteggiare la tempesta della crisi e dovranno essere necessariamente preservati e perseguiti anche nella prossima legislatura, a fronte di una situazione economica interna ed internazionale difficilissima e destinata a protrarsi anche oltre il 2013, secondo le convergenti previsioni dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Bce”.

“Al contrario - sottolineano i centristi - gran parte delle forze politiche appare ogni giorno più smarrita e si muove verso l’appuntamento elettorale nell’incertezza più assoluta, come dimostra anche l’atteggiamento di alcune forze della maggioranza, impegnate a giorni alterni a votare e poi a disconoscere i provvedimenti del Governo”.