Roma, 26 luglio 2012 - L'approdo nell'aula del Senato del decreto sulla spending review slitta a domani mattina alle 9.30. Il provvedimento è ancora all'esame della commissione Bilancio e con l'assenso dei capigruppo si è deciso quindi di rinviare la chiusura. Ancora troppi i nodi da sciogliere. Secondo quanto si apprende, l'impasse principale è sulla sanità e sugli enti locali. Riunioni in corso tra maggioranza e governo riguarderebbero anche la spesa farmaceutica nel giorno in cui la maggior parte degli esertcizi farmaceutici è chiuso per lo sciopero proclamato da Federfarma proprio per i tagli previsti dalla Spending Review. Saranno garantite le aperture delle farmacie di turno e quelle comunali.

PER LE REGIONI IN DEFICIT, L'AUMENTO IRPEF SCATTA IN ANTICIPO - Un emendamento del Pdl, intanto, va a tamponare la situazione critica delle regioni in deficit sanitario, quelle sottoposte al "piano di stabilizzazione finanziaria": potranno aumentare l’addizionale Irpef già dal 2013, con un anno di anticipo. Il testo, approvato dalla commissione Bilancio del Senato, è stato firmato dai senatori Bonfrisco, Vicari, Tancredi ed Esposito.

Le regioni coinvolte sono Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Calabria, Piemonte e Puglia e potranno anticipare la maggiorazione dell’addizionale all’1,1% ora fissata allo 0,5%.

PROBLEMA FARMACIE - Ieri sera in commissione bilancio del Senato i relatori del dl Gilberto Pichetto Fratin del Pdl e Paolo Giaretta del Pd hanno presentato un emendamento che elimina la norma che incrementava da 1,82 a 3,65 punti percentuali l'ulteriore quota che il Servizio sanitario nazionale trattiene a titolo di sconto, a valere sulla percentuale di spettanza del farmacista. Eliminato anche l'aumento da 1,83 a 6,5 punti della misura percentuale delle somme che le aziende farmaceutiche devono corrispondere alle regioni, in rapporto al prezzo di vendita al pubblico dei medicinali erogati in regime di Servizio sanitario nazionale. Ma Federfarma ha confermato la serrata.

SOSTEGNO AI COMUNI - Intanto l'approvazione di un emendamento dei relatori all'art.16 del provvedimento, che attribuisce un contributo di 800 milioni per il 2012 alle regioni a statuto ordinario, alla Sicilia e alla Sardegna per la spesa dei Comuni, fa parecchio discutere. Innanzitutto, degli 800 milioni, 300 arrivano da un fondo già di pertinenza dei Comuni, mentre i restanti 500 provengono dalle "risorse disponibili sulla contabilità speciale 1778 dell'Agenzia delle entrate-Fondi di bilancio". "Lo scandalo - s'inalbera la Lega - è che questi 500 vengono tolti dal fondo per i rimborsi fiscali alle aziende. Le aziende che non ricevono i soldi dalla pubblica amministrazione adesso non li riceveranno neanche dall'agenzia delle entrate per i rimborsi. Come se non bastasse gli 800 milioni vengono dati con l'opposto del criterio del merito: chi più spreca ottiene di più" (e ogni riferimento a Sicilia e Sardegna è puramente voluto). In effetti la Sicilia la fa da padrona con un contributo di 171,5 milioni di euro, seguita da Lombardia e Sardegna rispettivamente con 83,3 e 82,3 milioni. Quindi il Lazio con 79,3 milioni, Campania 58,8 Piemonte 46,8, Puglia 43,6, Emilia Romagna 41,9 milioni di euro e così via, seguendo la tabella approvata con l'emendamento.

TETTO AI MANAGER, ANCHE RAI - E’ stato approvato un emendamento della Lega Nord (2.0.9) prima firma Massimo Garavaglia che pone il tetto di 300 mila euro per la retribuzione a manager e dipendenti delle aziende partecipate dallo Stato, non quotate, Rai compresa.

RABBIA UPI - ''Nessun emendamento alla spending review prevede un allentamento dei tagli ai bilanci delle Province. Il Parlamento sta operando una scelta del tutto inaccettabile'', proclama il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione, aprendo la riunione straordinaria dell'Ufficio di Presidenza dell'Upi, cui prendono parte i presidenti delle Upi Regionali, in corso a Roma. "I tagli alle Province sono tali da mettere a rischio i servizi essenziali ai cittadini, a partire dalle scuole, e di fare prefigurare la messa in mobilità dei dipendenti -prefigura Castiglione -. Facciamo appello ai capigruppo parlamentari perché intervengano immediatamente''.

PD IN TENSIONE - "In Italia c'è bisogno di ridurre il debito pubblico che è enorme ma anche di avere il massimo di efficienza nella spesa pubblica e colpire gli sprechi, dai Comuni allo Stato centrale. Questo è giusto e va fatto. Ma non si possono colpire la sanità, la vita dei comuni, i servizi pubblici come i trasporti. Nel decreto sulla spending review ci sono aspetti che non ci convincono - dichiara a Uno Mattina il vicepresidente del Senato Vannino Chiti -. Noi vogliamo più equità nei sacrifici e più impegno per lo sviluppo e l'occupazione. Sono convinto che la concertazione non sia un fatto negativo, ma positivo. La Germania è la patria della concertazione. La praticano governi di sinistra e di destra, a differenza che da noi. La stessa riunificazione tedesca - sottolinea Chiti - è stata realizzata con una concertazione con le Regioni e le parti sociali. E ha funzionato".

CAMUSSO DISSENTE - "Il Paese non ha bisogno di disoccupazione in più ma di lavoro. Per questo riteniamo che la spending review sia una strada sbagliata", ripete ormai da settimane il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a margine del presidio organizzato con Cisl e Uil al Pantheon. La spending review, ha aggiunto, sono solo "tagli lineari ai servizi dei cittadini e un taglio lineare pesante dell'occupazione, soprattutto nei territori".

BONANNI APRE - "Sulla spending review credo che Monti sia frenato dalla sua stessa maggioranza. Deve intervenire e lo sfidiamo ad aprire una discussione trasparente" chiede Raffaele Bonanni al presidio per gli esodati organizzato con Cgil e Uil al Pantheon. Per il leader della Cisl si deve intervenire "sulle province, sui comuni, sulle municipalizzate e sull'intera impalcatura amministrativa. Altro che dipendenti pubblici...".

ANGELETTI CAUSTICO - "Pensavo che fossero a rischio gli stipendi dei consiglieri comunali, dei sindaci e degli assessori, e devo dire che in quel caso l''allarme' mi avrebbe preoccupato molto meno. Siamo alle solite -osserva il segretario della Uil intervistato a 'L'economia in tasca' Gr Rai- si vuole solo tagliare sulle cose che sono più importanti e che coinvolgono le persone che hanno piu' bisogno, mentre per i costi della politica si rinvia ogni volta". Angeletti ritiene infatti che le associazioni che rappresentano Comuni, Province e Regioni non possano solo lanciare allarmi perché "la responsabilità della situazione è anche loro, al 90%".

SCIOPERO GENERALE? - "Se la politica del governo sugli esodati e sulla spending review non dovesse cambiare, l'Ugl non avrebbe alcun problema a scioperare con Cgil, Cisl e Uil", afferma Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl, a margine della maratona oratoria iniziata davanti a Palazzo Vidoni, organizzata dall'Ugl per difendere il lavoro pubblico e privato sempre più indebolito dai provvedimenti del governo.

MEDICI IN PRIMA LINEA - Per il sindacato dei dirigenti medici Anaao-Assomed, con la spending rewiev "si infligge un colpo grave ai principi di universalismo ed equità, propri di un servizio sanitario pubblico e nazionale, orientando la spesa sanitaria, pur inferiore del 40% a quella dei nostri vicini europei e con indicatori di salute nettamente superiori alla media, verso il privato e caricandola così sulle tasche dei cittadini". Spiega il sindacato di settore: "Tagliare a monte non risolve i problemi e gli sprechi, che pure esistono, necessitano del bisturi e non dell'ascia, di chirurghi e non boscaioli, anche in tempi di emergenza economica". Segue attacco alle Regioni che al governo "chiedono di 'potere lavorare insieme', rifiutandosi tuttavia "di lavorare esse stesse per reclutare alla linea della appropriatezza clinica ed organizzativa dei Medici e Dirigenti sanitari, considerati un mero fattore produttivo, da tagliare prima e più degli altri, da tenere ai margini dei processi decisionali" e ai quali "negare quella partecipazione" chiesta invece "al Governo".

POLIZIA SULLE BARRICATE - I sindacati di polizia esprimono "preoccupato interesse" sul dibattito parlamentare sulla spending review e chiedono al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri "un incontro finalizzato ad un confronto che faciliti l'individuazione di soluzioni razionali in grado sia di conciliare le nostre aspettative nel quadro dell'interesse generale, sia di chiarire quale sia la differenza tra tagli e revisione di spesa". "Nel ritenere che la sicurezza sia un settore su cui il Governo debba investire per assicurare lo sviluppo e la crescita del Paese - scrivono in una nota le sigle Anfp, Siap, Coisp, Silp per la Cgil - non comprendiamo il motivo per cui si preveda il blocco del turn over nei corpi delle Forze dell'Ordine per i prossimi tre anni tagliando ben 7.000 assunzioni nella sola Polizia di Stato la cui carenza organica salirà così a 22.000 unità. Nello stesso provvedimento non vi è, inoltre, alcuna chiarezza sul futuro delle Questure e dei Presidi di Polizia a seguito della soppressione e dell'accorpamento delle Province".