Roma, 5 agosto 2012 - "Sulla fermezza contro i fannulloni non c’è da discutere. Le sanzioni devono essere più rigorose di quelle del settore privato, proprio perché il dipendente pubblico deve sentirsi parte dello Stato e capire l’importanza dei servizi erogati”. Lo afferma il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, in un’intervista a Tgcom 24. "Dal punto di vista della produttività, il merito della riforma Brunetta fu quello di porre al centro del recupero della produttività la valutazione dei dipendenti. Qualcosa non è stato applicato e spetta a noi porvi rimedio. La legge Brunetta si applicava a una stretta cerchia di dipendenti, adesso abbiamo cercato di estendere la platea", sottolinea Patroni Griffi.

In secondo luogo, prosegue il ministro della Funzione Pubblica, "c’era il problema dell’operatività del sistema articolato su tre rigide classi di merito. Il sistema era troppo rigido, così nel decreto spending abbiamo provato a inserire un meccanismo che sia incentrato sulla performance della struttura organizzativa e all’interno di questa abbiamo cercato di responsabilizzare il dirigente alla premiazione dei dipendenti che lavorano con lui. I dirigenti pubblici hanno un tetto al pari del primo presidente della Cassazione e questo non può essere superato. Nel decreto questo è stato esteso ulteriormente ai manager", conclude Patroni Griffi.