Roma, 4 settembre 2012 - Il 'decretone' sanità approda in Consiglio dei ministri, ma il testo è stato asciugato e svuotato di diverse norme e, non è escluso, che potrebbe essere ulteriormente rimaneggiato prima del Cdm. La bozza non piace alle Regioni, che chiedono più tempo, e i tecnici del ministero continuano nel lavoro di ulteriore limatura con l’obiettivo di salvaguardare l’impianto.

Confermate, ma modificate, le norme su cure primarie, intramoenia, responsabilità professionale, nomine manager e primari, governo clinico e farmaci. Sparite le norme sul Piano nazionale per la non autosufficienza e la tassa sulle bibite gassate. Nelle bozza non sono più presenti i limiti di distanza delle slot machine dalle scuole e ospedali, ma vengono introdotti limiti molto rigidi sulla pubblicità di lotterie, giochi d'azzardo e scommesse.

Rimangono invece le sanzioni per chi vende tabacchi ai minorenni. Per l’attività sportiva, non agonistica e amatoriale, rimane l’obbligo di certificazione medica "idonea" (manca la specifica se deve essere redatta da un medico di famiglia o da uno specialista) e viene introdotto l’obbligo per le società sportive, professionistiche e dilettantistiche, di dotarsi di defibrillatori automatici. Modifiche sono state apportate anche alla norma sulla revisione del prontuario farmaceutico nazionale ed è stata abrogata invece quella sulla distanza di prossimità per l’apertura delle nuove farmacie. Resta l’aggiornamento dei lea (i livelli essenziali di assistenza) per malattie croniche, rare e ludopatie.

MEDICI DI BASE PRONTI A SCIOPERO - Come detto la bozza non piace alle Regioni, ma se il 'decretone' dovesse subire modifiche e venissero accolte le indicazioni di queste ultime, il governo si troverà a dover fronteggiare lo sciopero ad oltranza dei medici di base, che temono la perdita di autonomia, l'azzeramento del potere contrattuale e la mancanza di un ruolo da sempre considerato centrale nell’organizzazione del territorio.

In particolare - accusano i medici - viene svuotato l’accordo di lavoro nazionale dei medici convenzionati (Convenzione con il Ssn). Indicazioni precise su competenze e strumenti di lavoro - dicono i sindacati - ‘scavalcano’ la contrattazione con la categoria, che di fatto si ritrova a dover ‘eseguire gli ordini’ della Regione, legati sempre più spesso più all’economia che alla medicina. I sistemi sanitari regionali, inoltre, si ritagliano - nelle proposte dei governatori - la possibilità di utilizzare come medici di famiglia e pediatri di libera scelta anche camici bianchi già dipendenti del Ssn, come ad esempio gli ospedalieri creando, di fatto, due diversi binari nella categoria.

Infine c'è la questione della definizione del numero dei pazienti. Eliminando il numero ottimale (oggi mille pazienti per ogni medico) e mettendo in discussione il massimale (1.500 per ogni professionista), si rischia di arrivare ad un numero esorbitante di pazienti che potrebbe rendere il carico di lavoro ingestibile. E in questo caso le Regioni potrebbero utilizzare organismi, anche privati, per gestire le unità di medicina generale, visto che le modifiche prevedono anche la possibilità di gestioni esterne degli ambulatori.

I tre sindacati maggioritari dei medici convenzionati FIMMG (medici famiglia), SUMAI (ambulatoriali) e FIMP (pediatri) hanno dichiarato lo stato di agitazione e sono pronti a proclamare lo sciopero.