Bologna, 15 settembre 2012 - "Non c'è nessuna scissione in corso. Il Movimento è unito da principi, idee, progetti". Lo scrive su Facebook Giovanni Favia, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Emilia Romagna, recentemente al centro di una polemica con Beppe Grillo dopo il fuorionda di Piazzapulita. Nel post aggiunge: "Più che alle offese della 'tifoseria' penso ai messaggi di sostegno che mi arrivano costanti da tutta Italia" e il riferimento è alle recenti minacce di morte da lui ricevute sul Social Network.

'NESSUN TIMORE' - Il consigliere regionale emiliano riporta, sempre sulla sua pagina personale, il link a un video dov'è possibile vedere il suo intervento a Galliera (Bologna) durante la festa degli attivisti locali del Movimento. "Il Movimento 5 Stelle - afferma Favia nell'intervento a Galliera - è oggi la più grande realtà politica italiana e siamo già la prima forza politica. Non dobbiamo avere timori infantili di affrontare i problemi". "Il sistema dei partiti - aggiunge - sta crollando. Su di noi ci sono molte aspettative: non possiamo permetterci di sbagliare". Ma intanto il consigliere grillino lavora per ampliare il suo consenso. E lo sta facendo con indubbi risultati. Racconta:  "Intorno a me sta nascendo una corrente, me lo chiedono migliaia di persone". E agli amici più stretti avrebbe confidato che il dado sta per essere tratto, che - al di là delle smentite ufficiali - il cordone ombelicale con Grillo - per ora non rescisso - potrebbe esser tagliato proprio da lui.

CORREZIONE DI ROTTA - Intanto, a proposito delle indagini sulle minacce di morte via Facebook a Favia, il Procuratore aggiunto e portavoce della Procura di Bologna, Valter Giovannini, ha corretto il tiro del direttore del servizio di Polizia postale e comunicazioni, Antonio Apruzzese, secondo il quale il reato di istigazione a delinquere avrebbe il principale scopo di convincere le autorità Usa, sede di Facebook, a rivelare l'estensore delle minacce in deroga al principio del "free speech", ovvero della parlata libera, che la magistratura statunitense da sempre difende in modo assai estensivo.

QUEL BRUTTO MESSAGGIO - Secondo Valentini, invece "l'ipotesi di reato formulata" contro ignoti per istigazione a delinquere, minacce gravi e diffamazione non è infatti una scorciatoia sulle montagne del diritto internazionale ma il "dato letterale della frase" anonimamente postata contro il consigliere regionale grillino: "Favia andrebbe sgozzato in Piazza - era infatti l'istigazione al centro della denuncia -. Ancora in televisione, ancora ad intascarsi lo stipendio intero, ancora a credere a giornalisti, ancora a denigrare chi gli ha dato la possibilità i agire. Quest'uomo di m... dovrebbe essere ammazzato per dare l'esempio. Esempio chiaro: chi si permette di comportarsi così va eliminato. Basta compassione e perdono. Questa gente è nostra nemica''. Ma l'indagine si farà e ora da Bologna, al netto delle bacchettate tra Procura e Polizia postale, gli Stati Uniti saranno chiamati a collaborare.