Roma, 15 settembre 2012 - Il 'magna-magna' al Consiglio regionale del Lazio dell'ex capogruppo Franco Fiorito, indagato per peculato dalla Procura di Roma, compatta il Pdl nel chiedere trasparenza e pulizia. Le spese pazze e personali del ciclopico ex sindaco di Anagni, che al Consiglio regionale del Lazio aveva il compito di presidente della Commissione Bilancio, hanno ormai come unico difensore l'avvocato Franco Taormina, suo legale di fiducia. Nessuno è più disposto - viste le prime evidenze mediatiche e investigative - a tollerare la sua permanenza nelle fila azzurre.

ADDIO, FRANCONE - Garantismo sì, ma nell'aula penale. "Abbiamo piena fiducia nella procura guidata dal dottor Pignatone" proclama a sorpresa il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, di solito non tenero coi magistrati. E' il segnale che la situazione è ingestibile e l'indagato indifendibile. "E' una vicenda grave e penso che la Polverini sia la prima vittima, le esprimo la mia solidarieta'' è la dichiarazione a tutela del sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Francone, il cultore del Duce che alle ultime regionali aveva totalizzato 27.000 voti, ormai è un relitto taglia XXXL.

'FUORI DI QUI' - "I fatti che si stanno verificando nel Consiglio regionale del Lazio sono talmente inaccettabili da suscitare la giusta indignazione da parte dei nostri cittadini" è il contrattacco del segretario del Pdl, Angelino Alfano, che poi spiega: "La sospensione è la sanzione massima che io come segretario di partito, a norma di statuto, posso irrogare - perché l'espulsione dipende dall'organismo giurisdizionale che c'è in tutti i partiti. Ma per quanto ci riguarda Fiorito è già fuori. Al di là del profilo penale occorre rendersi conto che in un tempo di crisi il primo che deve pagare il conto alla sobrietà, alla compostezza e anche a un certo stile è il politico". E Fiorito, con i suoi 170 chili e le montagne di fatture e documenti ora al vaglio della magistratura, non risponde più all'identikit.

VELENOSO DOSSIER - Lui, Fiorito, non si rassegna e prova a reagire. "Ho consegnato un dossier con tutti i documenti - racconta al Messaggero -. Ora il partito sa tutto. Vedremo chi ha rubato". L'ex capogruppo fa nomi e cognomi dei presunti beneficiari della sua gestione allegra. Per esempio, Arianna Meloni, la sorella dell'ex ministro Giorgia Meloni. "Lavora nel gruppo Pdl della Regione Lazio, ma in ufficio non la vediamo da 5 mesi - accusa Fiorito -. È sempre in servizio esterno, però lo stipendio di 2.300 euro lo prende, eccome se lo prende. Suo marito è l`assessore ai Trasporti Francesco Lollobrigida. Chiaro? Può fare come le pare! Legga più avanti: 'Sabatini Alessandra'. E' la cognata di Rampelli, anche lei lavora col gruppo. E poi Puzzone Carmela, moglie del presidente della commissione Scuola Del Balzo. E non è finita: con noi lavora anche la nipote di Del Balzo, Elisabetta Pimpinella. Capito?".

'INFANGHI TUTTI' - ''Da Fiorito mi sarei aspettata delle scuse prima di vederlo scomparire dalla politica italiana. Ma come tutti i disonesti che pensano di essere più furbi degli altri ha provato a gettare fango su chi non ha scheletri nell'armadio, per far passare il principio 'i politici so' tutti ladri'. Mi auguro che sia espulso dal Pdl per il suo comportamento e per le sue sguainate reazioni: la gente come lui infanga l'impegno di tutte le persone oneste che fanno politica'', reagisce il deputato Pdl ed ex ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. "Mia sorella Arianna è una lavoratrice precaria della Regione Lazio da oltre 10 anni. Ha collaborato inizialmente a titolo gratuito nel gruppo di An, ben prima che io ricoprissi ruoli pubblici. E' una impiegata semplice, che ha avuto due bambine e che per conciliare la maternità con il lavoro usufruisce dei congedi parentali previsti dalla legge. Il suo è un caso di 'parentopoli al contrario': per evitare illazioni non ha mai completato un percorso di stabilizzazione lavorativa" afferma la Meloni.

'VIA, CIALTRONE' - ''Oltre che ladro, Fiorito è un miserabile cialtrone che per giustificare i suoi furti infanga anche le persone per bene. I vertici del partito gli hanno concesso l'onore di procedere all'autosospensione in attesa degli sviluppi dell'inchiesta. Per tutta risposta, Fiorito si è messo a insultare e diffamare colleghi e impiegati per bene, nel tentativo di alleggerire la sua posizione. In questo modo sta danneggiando ulteriormente e gravemente il partito, i suoi iscritti e i militanti. Non merita altro che di essere espulso per indegnità. Chiedo ai vertici regionali e nazionali del PdL di farlo subito senza perdere altro tempo'' auspica il deputato azzurro, Marco Marsilio.

RENATA FURIOSA - "Taglio dei costi della politica, riduzione dei fondi ai gruppi e nel caso di mancata convergenza la possibile estrema ratio delle dimissioni". Secondo fonti della Regione Lazio, Renata Polverini sarebbe intenzionata ad agire col pugno di ferro, per riacquistare punti dopo un caso così imbarazzante: potrebbe perciò presentare un suo progetto di 'tagli' alle spese della politica, con drastica riduzione (se non un azzeramento) dei fondi oggi nella diretta disponibilita' dei gruppi consiliari, in favore di un sistema che garantisca un maggior controllo delle spese. In caso il provvedimento non fosse accolto, dimissioni.

'CONFISCATEGLI TUTTO' - Ma è tutta la fascia destra della politica laziale ad essere scossa dal terremoto. E il succulento caso dell'insaziabile ex sindaco di Agnagni, autentico re delle porchette elettorali, diventa l'occasione per regolare vecchi conti: "Un rappresentante del popolo che ruba, va trattato come un mafioso: vogliamo la confisca dei beni dei politici corrotti. Questo è il primo punto del nostro programma con il quale pretendiamo 'pulizia morale' dalla classe politica italiana" affermano in una nota i fondatori di Energia plurale Alfredo Iorio, Andrea Meschini e Fabio Sabbatani Schiuma.

STRATEGIA INVESTIGATIVA - Gli inquirenti che indagano sulla gestione dei fondi regionali assegnati all'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito, stanno esaminando il carteggio acquisito ieri nel corso delle perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza nelle sede del Consiglio regionale, nell'abitazione e negli uffici di Fiorito. In particolare, si studiano le parti del regolamento interno che disciplinano l'uso dei fondi regionali. Al momento non è in programma un interrogatorio di Fiorito, a meno che non sia il suo legale di fiducia a sollecitarlo. La prossima settimana si svolgerà poi un vertice tra gli inquirenti - il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, l'aggiunto Alberto Caperna ed il sostituto Alberto Pioletti - e gli uomini del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza per fare il punto della situazione e stabilire le prossime strategie investigative.