Roma, 20 settembre 2012 - "Io ero la candidata alla presidenza della regione Lazio: Fiorito era candidato all’interno della lista che mi sosteneva, ho conosciuto Fiorito solo in sede di campagna elettorale e allora mi resi conto che c’era da parte di Fiorito ma non solo lui, che la sua campagna elettorale era imponente, con tantissimi cartelloni 6 per tre. Lui ha sempre detto che stava bene di famiglia, io non mi son fatta altre domande". Renata Polverini, ospite della trasmissione 'Piazza pulita' de La7, ricostruisce così la nascita dei suoi rapporti con Franco Fiorito, l’ex capogruppo Pdl in Regione indagato per peculato per la gestione di fondi pubblici.

"Non sapevo assolutamente che Fiorito prendeva tutti i soldi che prendeva - prosegue il governatore del Lazio -. Noi assegniamo con capitolo unico quello che il Consiglio ci chiede per il suo funzionamento e il Consiglio, nell’ambito dell’ufficio di presidenza, decide come ripartire i fondi. Non sapevo quindi come venivano ripartiti i fondi e non sono tenuta a saperlo".

"Non sapevo dei 300mila euro di Fiorito perché non avevo alcun titolo a saperlo - si difende ancora la presidente della Regione Lazio - . Tra le varie cose che ho preteso dal Consiglio è che tutte le delibere e le determine che da qui in avanti prenderà l’ufficio di presidenza del Consiglio vadano in rete, come quelle della giunta". Ma mai uno spiffero, una voce su Fiorito? "Ho scoperto in questi giorni che tutti i consiglieri regionali del Lazio, tranne forse uno, prendono più del presidente della giunta, che ha uno stipendio con indennità di funzione - risponde Polverini - Il mio stipendio sono 8 mila e qualche cosa, per arrivare a circa 12 mila euro netti, che sono tantissimi soldi. Io ho scoperto che i consiglieri prendono più di me".

"Mi sono sentita tradita da un sistema che viene da molto lontano. Se tutti hanno sbagliato, tutti dobbiamo pagare", dice Renata Polverini confermando di voler valutare le decisioni che domani prenderà il consiglio regionale prima di sciogliere la riserva sul suo futuro politico. In ogni caso, aggiunge, "psicofisicamente a me non mi ammazza nessuno". "A me, non mi hanno trovato con le mani nel sacco e mai mi ci troveranno", prosegue rilevando le incongruenze nell’utilizzo del danaro pubblico da parte delle forze politiche. "Devo però sottolineare - ribadisce più volte - che il consiglio regionale è autonomo dalla giunta per legge".

Renata Polverini fa sapere che attenderà le votazioni sul pacchetto di norme da lei proposto che blocca in modo definitivo l’utilizzo dei soldi pubblici da parte dei partiti presenti in consiglio. "Se mi dimetto? Io ho dato una scadenza domani che è di portare a casa un primo pacchetto di provvedimenti, e tutti gli atti che dovevano essere compiuti per il Consiglio di domani sono stati fatti. La giunta ha fatto quello che avevo detto. Al Consiglio c’è il blocco dei trasferimenti. Tutti quei soldi di cui parlavamo non ci sono più. Domani c’è l’ultimo atto", spiega.

La governatrice del Lazio rivela di essere stata in contatto, in queste ore, con tutti i leader delle forze politiche della sua maggioranza, da Berlusconi ad Alfano, a Casini. "Berlusconi - aggiunge - è preoccupato, perché il Lazio è una regione importante. Non mi ha detto di non dimettermi perché altrimenti sarebbe crollato il Pdl". "Mi fa male vedere quello che sta accadendo di fronte ai tanti risultati che abbiamo ottenuto dalla mia elezione e di fronte alle cose che ci sono ancora da fare - conclude -. Finita la trasmissione sarò di nuovo al lavoro per affrontare la questione dei lavoratori di Almaviva".