Roma, 23 settembre 2012 - "Altri personaggi hanno già provveduto, come il mio ex presidente Gianfranco Fini’’. Lo ha detto l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio Franco Fiorito intervenendo alla trasmissione ‘In onda’ di La7, ai conduttori che gli chiedevano se pensasse di aver deluso i militanti storici del Msi, nel quale Fiorito ha convintamente militato. "Oggi comunque - ha aggiunto Fiorito - difficilmente troverete un militante che affigge manifesti gratuitamente: c'è un sistema politico ‘militarizzato’ economicamente’’.

A chi gli chiedeva se sentisse di aver tradito i suoi ideali, Fiorito ha risposto: ‘’Bisogna analizzare i frutti della mia attività politica, ho fatto il sindaco, il consigliere e ho prodotto tanti frutti ma di quelli oggi non ne parla nessuno’’. Fiorito ha inoltre affermato che, dagli attestati di stima che sostiene di ricevere, ‘’non ho perso nessuna delle mie 27 mila preferenze’’. Ha inoltre negato l’esistenza di un ‘modello Ciociaria’: ‘’Abbiamo collegi da 500 mila persone’’, peraltro molto diversi ‘’dai paracadutati alla Camera’’.

"NON SONO UN LADRO" - "Io non sono un ladro, non si scoprirà mai che sono un ladro. Ho avuto una responsabilità gestendo una mole di denaro forse con leggerezza e impropriamente ma come i miei colleghi", ha aggiunto Fiorito. “Io non volevo fare il capogruppo del Pdl, volevo fare l’assessore all’agricoltura e mi hanno sbattuto a fare il capogruppo di bambini non avvezzi alla politica”. “Poichè non hanno saputo presentare la lista del Pdl a Roma e dovevano mettere quei candidati in giunta”, ha spiegato Fiorito, “il responsabile regionale i grandi dirigenti del partito mi hanno pregato di farlo”. Il consigliere regionale racconta che “all’inizio pensavo di stare tra persone oneste, ma ora non lo credo”.

L'INTERROGATORIO A VITERBO - Domani mattina l'ex capogruppo Pdl sarà interrogato a Viterbo dal Pm Massimiliano Siddi per ‘reato connesso’’. Fiorito, assistito dall’avvocato Carlo Taormina, allo stato, sarà sentito in qualità di testimone. L’ex sindaco di Anagni, in particolare, sarà chiamato a dare spiegazioni sulle fatture depositate alla Pisana per i relativi rimborsi dal consigliere regionale viterbese, suo successore alla guida del gruppo e nemico giurato Francesco Battistoni. Fatture che secondo lo stesso Battistoni e almeno due società con sede a Viterbo, la Panda Cz e la Majakovskij Comunicazioni, sarebbero state falsificate, aumentando di decine di volte il loro importo. Il fascicolo di cui è titolare il Pm Siddi è scaturito da tre diversi esposti: uno di Battistoni e gli altri due delle stesse societa’. Tutte e tre sono stati presentati dopo la pubblicazione sui giornali delle copie delle fatture ritenute gonfiate.

IL CODACONS DIFFIDA NAPOLITANO - Il Codacons diffida il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il governo a sciogliere il consiglio regionale e commissariare la regione Lazio ‘’a norma degli articoli 120 e 126 della costituzione e art.8 della legge 131/2003’’. Alla base della diffida, presentata dall’associazione sulla scia dello scandalo e delle inchieste sulla gestione di fondi del gruppo Pdl alla Regione Lazio, le ‘’violazioni di legge e danni alla prestazione di servizi essenziali. Se entro 30 giorni il governo non delibera il commissariamento interverrà il Tar del Lazio a nominare il commissario e mandare tutti a casa. Ora i consiglieri personalmente dovranno restituire oltre 50 milioni di euro ai cittadini del Lazio altrimenti saranno citati in giudizio oltre che dalla Corte dei conti anche da una mega class action’’.

L’atto di messa in mora al Governo e al Presidente della Repubblica Napolitano, firmato dal presidente del Codacons Giuseppe Ursini e da Giovanni Pignoloni, un pensionato residente ad Acilia, rivela ‘’che non solo le gravi violazioni di legge sono state accertate da una sentenza della Corte Costituzionale che aveva annullato le erogazioni di 23 milioni di euro ai ‘clientes’ dei consiglieri (tutti, si badi bene, sia di maggioranza che di opposizione) ma che nonostante questa sentenza la Regione aveva continuato, anche nella gestione Polverini, a regalare soldi a tutti i componenti del consiglio per altrettanti milioni sottratti così alle funzioni di erogazione dei servizi sanitari e di interesse collettivo e sociale. E nella diffida - prosegue il Codacons - si rivela anche che proprio la Polverini aveva rifiutato di attrezzare gli ospedali con sistemi multilingue per impedire gravissimi incidenti agli ammalati extracomunitari accampando la ‘mancanza di fondi’, cio’ mentre si gettavano dalla finestra milioni di euro in ostriche e champagne’’.

CASINI - Se fosse la Polverini si dimetterebbe? “Io non mi permetto di dare consigli alla Polverini. La situazione è tale che la Polverini avrà degli elementi seri su cui fare valutazioni. Ma questa polemica del Pd mi fa ridere e anche piangere. Se vogliamo essere seri, vediamo questo schifo e cerchiamo di essere seri, ma non bisogna strumentalizzare questo scandalo in una guerra tra destra e sinistra”. Lo ha detto il leader dell`Udc, Pier Ferdinando Casini, ospite de L`intervista di Maria Latella, in onda su SkyTG24.

CICCHITTO - “L’attacco alla capogruppo Pdl in Regione Chiara Colosimo, apparso in alcuni giornali, è da respingere nel modo più netto. E’ evidente che c’è un tentativo di far terra bruciata e una sorta di deserto dei tartari nei confronti di tutto il Pdl. Ciò detto, bisogna fare comunque una profonda analisi autocritica rispetto a tutto quello che sta avvenendo, autocritica che per parte loro devono fare anche i gruppi di opposizione a parte i Radicali”. Lo afferma in una nota Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.

ALEMANNO - "Dobbiamo guardarci in faccia e aprire un dibattito serio, non dilatorio. Credo serva un azzeramento totale all’interno del centrodestra. Dobbiamo rifondare una realtà che ha bisogno non solo di valori, che ci sono, o di riferimenti politici ma anche di comportamenti che rendono credibili questi valori di fondo come persone, famiglia, nazione e merito. Non possiamo continuare a vivere di espedienti’’. Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commentando lo scandalo dei fondi Pdl in Regione Lazio.

LA POLVERINI VEDE MONTI: TORNA IPOTESI DIMISSIONI - Torna l’ipotesi dimissioni per Renata Polverini. Dopo un’altra giornata di ‘passione’ per la regione Lazio la governatrice - apprende l’Agi - sarebbe di nuovo tentata dal passo indietro.

La presidente della Regione Lazio, apprende l’Agi, ha avuto un colloquio con il premier Mario Monti, in partenza per gli Stati Uniti. Renata Polverini ha chiesto al premier una valutazione sulla situazione. “Chi l’ha sentita l’ha trovata molto provata”, dicono fonti parlamentari del Pdl.

A pesare sulla scelta dell’Udc sarebbe stata anche la dura presa di posizione del cardinal Angelo Bagnasco. A quel punto le riserve di Casini e compagni sull’opportunità di porre fine all’esperienza di governo regionale sarebbero definitivamente cadute.

Per tutta la giornata sono stati continui i contatti tra Casini e i suoi in Regione, primo fra tutti il capogruppo Aldo Forte e il vicepresidente Luciano Ciocchetti. Le parole di Buttiglione, dunque, sebbene siano state pronunciate a titolo personale, rappresentano plasticamente il sentimento generale all’interno del partito di via Due Macelli.

POLVERINI: HO INFORMATO IL PREMIER - “Ho chiesto al presidente del Consiglio, Mario Monti, un breve incontro per informarlo della situazione che si è verificata in Regione”. Lo dichiara la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che aggiunge: “mi sembrava corretto farlo considerato che il Lazio è una realtà certamente non marginale sotto il profilo economico e istituzionale del nostro Paese. Il colloquio - conclude - è stato cordiale come sempre e ringrazio il Presidente per avermelo accordato”.

SI DIMETTONO I CONSIGLIERI PD - ‘’Tutti i consiglieri regionali del Pd Lazio hanno rassegnato le proprie dimissioni irrevocabili per lo scioglimento del Consiglio regionale’’. Lo rende noto l’ufficio stampa del Partito Democratico presso il Consiglio regionale, al termine della riunione svoltasi in serata presso la sede del partito.

‘’I 14 consiglieri del Pd, secondo quanto previsto dall’articolo 19 comma 4 dello Statuto della Regione Lazio, hanno firmato l’atto di dimissioni consegnandolo al capogruppo in Regione, Esterino Montino’’, fa sapere l’ufficio stampa del Pd presso il Consiglio regionale. Alla riunione svoltasi in serata ha partecipato il segretario regionale del Pd, Enrico Gasbarra.

LASCIANO ANCHE QUELLI DELL'IDV E SEL - Anche i cinque consiglieri di Idv e i due di Sel hanno rassegnato le dimissioni. Per l’Idv a dare la notizia è il capogruppo in Regione Lazio Vincenzo Maruccio. I consiglieri di Sel Luigi Nieri e Filiberto Zaratti hanno confermano la decisione di rassegnare le dimissioni.
 

ALTRE 7 DIMISSIONI E IL CONSIGLIO CADE - ‘’Per far cadere il Consiglio bisogna raggiungere 36 consiglieri, cioè maggioranza assoluta, siamo a quota 29. Ne mancano ancora sette. C’è un tema che riguarda anche altre forze politiche, quindi anche altri consiglieri nelle prossime ore potrebbero aderire’’.

Lo ha detto il capogruppo Pd al Consiglio regionale del Lazio Esterino Montino a Sky Tg 24. Montino arriva a quota 29 considerando la disponibilità a dimettersi e le dimissioni già arrivate di: Pd, Idv, Sel, Verdi, Radicali, Lista Civica dei Cittadini, Federazione della Sinistra, Mpa. La firma numero 29 dovrebbe essere quella dei Socialisti. L’Udc ha sei consiglieri.

LA MAGGIORANZA E' COMPATTA CON LA POLVERNI - ‘’La maggioranza è orgogliosamente al fianco di una presidente di Regione onesta e determinata, incitandola a proseguire nell’incisiva azione di governo fin qui svolta’’. E’ quanto si legge in una nota congiunta dei capigruppo della maggioranza della Regione Lazio, compresi Udc e Mpa.

La nota a sostegno della Polverini è sottoscritta dai capigruppo Chiara Colosimo, Pdl, Mario Brozzi, Lista Polverini, Francesco Carducci, Unione di Centro, Francesco Storace, La Destra, Antonio Paris, Gruppo Misto, Rocco Pascucci, Movimento per le Autonomie, Francesco Pasquali, Futuro e Libertà per l’Italia, Olimpia Tarzia, Politica Etica Responsabilità.

‘’La maggioranza della Regione Lazio - affermano - giudica infantile l’atteggiamento di una minoranza che, prima vota con noi provvedimenti essenziali per restituire moralità e credibilità alla politica, per poi tentare di oscurarli con un’incomprensibile dietrofront rappresentato dalla sceneggiata delle finte dimissioni, miranti esclusivamente a placare l’ansia propagandistica dei loro partiti’’.