Roma, 23 ottobre 2012  - Lasciando per il momento da parte le schermaglie con il 'rivale' {{WIKILINK}}Pierluigi Bersani{{/WIKILINK}}, {{WIKILINK}}Matteo Renzi {{/WIKILINK}}attacca le regole fissate per le primarie del centrosinistra. La tesi è che la norma non sia affatto chiara e "ci si può chiedere' se la sottoscrizione dell'appello non sia finalizzata alla pubblicazione". Immediata la reazione dei bersaniani, che hanno buon gioco nel chiedersi di cosa abbia paura Renzi. E il segretario del Pd si limita a dire: "Le regole non le ho fatte io". Infine la contro-sfida dei renziani: Bersani e Vendola pubblichino i nomi dei loro iscritti e noi ritiriamo il ricorso.

IL RICORSO DEI RENZIANI - Il Comitato del sindaco di Firenze ha presentato ricorso al Garante per la Privacy contro il regolamento delle primarie. Nel testo si chiede all’Authority di “valutare la legittimità del regolamento” e “indicare quali correttivi” siano possibili per rendere il testo “rispettoso della legge”.
Il ricorso è firmato da Marco Carrai, presidente del Comitato per la candidatura di Matteo Renzi. Il regolamento, ricordano gli avvocati Giacomo Bei e Alberto Bianchi, prevede la sottoscrizione di un appello pubblico in sostegno della coalizione di centrosinistra, “il rilascio di una dichiarazione di riconoscersi nella Carta di intenti” e “l’iscrizione del proprio nome nell’Albo” degli elettori. La norma però non è chiara secondo i legali del Comitato.

“Ci si può chiedere se la sottoscrizione dell’appello pubblico comporti o meno la diffusione dei nomi dei sottoscrittori e in che forme questo possa avvenire”, si spiega. E lo stesso vale per l’albo degli elettori. “Questa intrinseca ambiguità del regolamento è gravemente censurabile”, assicurano gli avvocati, “ma ancor più grave è il rischio (che pare davvero attuale) che tanto la sottoscrizione dell’appello pubblico quando l’accettazione dell’inserimento del proprio nome nell’Albo” siano “finalizzati anche alla pubblicazione o comunque alla diffusione dei dati stessi”. Il ricorso contro il regolamento delle primarie è stato presentato “a tutela di tutti”, assicurano al comitato elettorale di Matteo Renzi. Nel testo “si chiedere la verifica del rispetto delle norme regolamentari”, si sottolinea, e ”ci aspettiamo un intervento celere” del garante della Privacy.

LA RISPOSTA DEL PD - A stretto giro di posta arriva la risposta del Pd ai dubbi dei renziani. Sarà pubblico l’appello di sostegno al centrosinistra, che dovrà essere sottoscritto per iscriversi al voto, e non l’albo degli elettori, che sarà composto da chi ha effettivamente esercitato il diritto al voto ed è sottoposto alle norme sulla privacy. Come scritto nel regolamento approvato dai garanti delle primarie, la partecipazione alle primarie "è aperta a tutte le elettrici e gli elettori, in possesso dei requisiti previsti dalla legge, che sottoscrivono il pubblico Appello di sostegno della Coalizione di centro sinistra ‘Italia Bene Comune’ e dichiarano di riconoscersi nella sua Carta d’intenti". Sarà invece tutelato dalle norme sulla privacy, spiegano fonti Pd, l’albo degli elettori che sarà ricavato dopo le operazioni di voto visto che non è automatico che chi sottoscrive l’appello pubblico e ha diritto di voto poi effettivamente lo eserciti.

IL SEGRETARIO - "Ci sono regole approvate all’unanimità non le ho fatte io. Ora spetta ai Garanti farle rispettare, sono in mano loro”, dice Pier Luigi Bersani a proposito del ricorso presentato da Matteo Renzi sulle regole delle primarie.

BERSANIANI ALL'ATTACCO - “Sono liberi di fare tutti i ricorsi che vogliono; è un altro modo di non parlare di programmi, di come fare uscire l’Italia dalla crisi, di non affrontare seriamente le cose che interessano agli italiani”, reagisce Alessandra Moretti, portavoce del comitato Bersani. “Svuotata la rottamazione, adesso andremo avanti 15 giorni sulla questione delle regole, è un altro modo per non affrontare i problemi seri”, ha insistito.

La trasparenza è un “valore irrinunciabile” e Matteo Renzi deve spiegare “di cosa ha paura” ha detto il coordinatore del comitato Bersani Roberto Speranza: “La trasparenza è un valore irrinunciabile per dare forza alla partecipazione. Chi va a votare alle primarie contribuisce ad una scelta decisiva per l’Italia e per il centrosinistra. Non capiamo sinceramente le ragioni di tanta preoccupazione che traspare dal ricorso presentato dal Comitato per Renzi”.

Secondo Speranza “chiedere di firmare l’appello pubblico per il centrosinistra significa chiedere, a chi si assume la responsabilità di decidere il prossimo candidato presidente del Consiglio, di prendersi a sua volta la responsabilità di far parte di una comunità che si impegna per il successo del centrosinistra alle elezioni politiche. Perché nascondersi? Perché si è contro la trasparenza? Di cosa si ha paura?”.

LA CONTROSFIDA - "Domattina stesso chiederò all`avvocato Bei di ritirare il ricorso a condizione che Bersani e Vendola facciano un gesto di apertura alla trasparenza”, afferma in una nota il renziano Roberto Reggi, che chiede al segretario del Pd e al leader di Sel di pubblicare online gli iscritti ai loro partiti e tutte le fatture pagate con il finanziamento pubblico ai partiti.
“Due candidati, e solo loro due, Bersani e Vendola - afferma Reggi - hanno scritto le regole, tradendo il mandato di apertura alla partecipazione su cui pure l`assemblea del PD si era espressa in modo unanime. Ci comunicano cosa hanno deciso tramite agenzia. E ci tengono fuori dai livelli organizzativi locali, dove magari immaginano di poter preregistrare a proprio piacimento, negando anche l`elementare diritto di iscriversi online. Poi però ci dicono che le regole sono bellissime. E si lamentano se chiediamo al Garante per la privacy, figura che peraltro il PD si è scelta con un accordo istituzionale di dubbio gusto con il PDL, di verificare la correttezza delle procedure”.

"I grandi teorici della trasparenza diano l`esempio: pubblichino online gli iscritti ai loro partiti, visto che chiedono la pubblicità di chi vota. Pubblichino i nomi e li rendano disponibili a tutti i candidati. Di cosa hanno paura? Non invocheranno mica il diritto alla privacy?”.
“E visto che vogliono una sfida sulla trasparenza, bene, noi ci stiamo - conclude Reggi - Noi mettiamo online tutti i finanziatori della nostra campagna elettorale. Bersani e Vendola mettano online tutte le fatture pagate dai rispettivi partiti con il finanziamento pubblico ai partiti, almeno per quest`anno. Sono soldi degli italiani, ci diano rassicurazioni su come li hanno spesi. E saranno davvero trasparenti. Un minuto dopo la loro pubblicazione, riconosceremo che la richiesta a noi di trasparenza non è strumentale, ma sincera. E ritireremo ogni ricorso”.

LA POLEMICA POLITICA  - Intanto, sul fronte dello scontro politico Renzi Bersani, c'è il segretario del Pd che risponde alle 'accuse' di Renzi di uno 'scivolamento a sinistra che favosrisce Berlusconi'.  “Io sono di centrosinistra, non so se è una novità, ma ne sono orgoglioso”, dice Pier Luigi Bersani  rispondendo ai cronisti. “Penso che il centrosinistra debba avere un suo pensiero autonomo, per dare una prospettiva all’Italia e mettere un po’ di equità in un sistema che ne ha poca”, ha chiarito il leader del Pd.

LA BATTUTA SU MARCHIONNE - "Ho sentito dire ad una signora al mercato di Firenze: noi abbiamo fatto il Rinascimento, lui ha fatto la Duna’’. Con questa battuta Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centrosinistra, ritorna sulle polemiche con l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che aveva definito Firenze ‘’piccola e povera’’.