Roma, 31 ottobre 2012 - Arriva la 'nuova Italia': il consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che completa il percorso avviato nel mese di luglio, finalizzato al riordino delle province e all'istituzione delle città metropolitane. Illustrando il provvedimento, il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha annunciato che "dalle 86 provincie di Regioni a statuto ordinario arriveremo a 51, comprensive delle città metropolitane". La Regione che perde piu' Province e' la Toscana che ne perde sei, mentre a Basilicata, Molise e Umbria resteranno Regioni 'monoprovincia'. La Lombardia passa da 12 a 7, la Calabria torna a 3, l'Emilia Romagna perde 4 province, il Piemonte 3. Resteranno 3 province nel Lazio, due in Abruzzo. In Veneto Rovigo va con Verona. Nelle Marche Ascoli va insieme a Macerata e Fermo.

"Il processo è irreversibile - ha aggiunto Patroni Griffi - e da gennaio verranno meno le giunteprovinciali". Si tratta di un provvedimento di tipo "ordinamentale e strutturale nella logica avviata con la spending review", ha proseguito. "Il governo si è mosso tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale delle Province - ha proseguito - sono Province nuove per dimensioni e per sistema di governance".

La riforma delle Province sarà attiva a partire dal 2014 e a novembre del 2013 si terranno le elezioni per decidere i nuovi vertici. Dal 1° gennaio prossimo, quindi, le giunte delle province italiane saranno soppresse e il presidente potrà delegare l'esercizio di funzioni a non più di 3 consiglieri provinciali.

DIVIETO DEL CUMULO EMOLUMENTI - La proposta, sottolinea in una nota il Cdm, garantisce il dimezzamento dei costi, per un risparmio complessivo di circa 40 milioni di euro l'anno. Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta anche ferma l'abolizione degli assessorati. Infine, gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo. "Il riordino delle Province - conclude la nota del cdm - è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile etc etc) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l'intera riforma".

 

LA MAPPA - Ecco di seguito la nuova mappa delle Province dopo l’approvazione del decreto legge relativo al loro riordino:

- Piemonte: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli

- Liguria: Imperia-Savona, Genova, La Spezia

- Lombardia: Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia

- Veneto: Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia

- Emilia Romagna: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini

- Toscana: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno

- Marche: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno

- Umbria: Perugia-Terni

- Lazio: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone

- Abruzzo: L’Aquila-Teramo, Pescara-Chieti

- Molise: Campobasso-Isernia

- Campania: Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno

- Puglia: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce

- Basilicata: Potenza-Matera

- Calabria: Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria.

Rimangono fuori le regioni a statuto speciale, per le quali il governo ha ancora 6 mesi di tempo.