Roma, 1 novembre 2012 - "Antonio Di Pietro presidente della Repubblica". Lo scrive Beppe Grillo sulla home page del suo blog. Di Pietro "ha commesso degli errori, ha inserito nel suo partito persone impresentabili come De Gregorio e Scilipoti, ha evitato, per scelte forse tattiche, prese di posizioni nette sulla Tav e sul G8, ma lui soltanto ha combattuto il brelusconismo".

Di Pietro "lo ha fatto con armi spuntate, con una truppa abborracciata tenuta insieme unicamente dalla sua testardaggine e caparbietà. E’ sempre stato un isolato, mal sopportato dai pdmnenoellini e odiato da tutti gli altri - prosegue Grillo - ha confuso talvolta la politica con la realpolitik e cercato un compromesso impossibile con partiti corrotti e in via di estinzione. Si è fidato troppo di persone a lui vicino, di signor nessuno che ne hanno sfruttato la popolarità assecondando in modo acritico ogni sua richiesta". Ha allevato "piranha e squali che pensava di tenere a bada", però in questi lunghi anni "di inciucio fra Pdl e Pdmenoelle, senza di lui in Parlamento si sarebbe spenta anche l’unica flebile luce rimasta accesa".

"L’uomo ha un caratteraccio, non ascolta nessuno, ma è onesto. Quando ha dovuto affrontare il giudizio di un tribunale lo ha fatto senza esitazioni e ne è sempre uscito prosciolto. Quanti in Parlamento possono dire altrettanto? Chi può scagliare la prima pietra? Nessuno. Nel 2013 Napolitano decadrà, per ora è l’unica buona notizia certa. Il mio auspicio è che il prossimo presidente della Repubblica sia Antonio Di Pietro, l’unico che ha tenuto la schiena dritta in un Parlamento di pigmei. Chapeau".

E sul blog è una pioggia di commenti. La maggior parte critica l'ipotesi, specie dopo la puntata di domenica di 'Report'. "Cari amici - scrive Andrea P. - questa volta avete sbroccato alla grande! Pur riconoscendo i meriti di Di Pietro come mai non parlate delle PROVE portate dalla Gabanelli??? Addirittura presidente della Repubblica?". E ancora: "Beppe hai visto Report di domenica?", si limita a chiedere Antonio P. Mentre Maria P. ironizza: "Il figlio di Di Pietro dove lo mettiamo? Ai lavori pubblici?".

C’è però anche chi va oltre e intravede nell’uscita di Grillo un’apertura ad alleanze con l’Idv. "Facevate prima - dice Simone S - a scrivere: Che ne pensate se il moVimento per le politiche si allea con Di Pietro? era più diretto; Nulla togliendo al sig. Di Pietro, però mi chiedo, il moVimento non era senza alleanze?". "Beppe - attacca Fabrizio G. - se non credi che per il movimento sia arrivato il momento di camminare con le sue gambe, se non credi nel liquid feed-back, se non credi nella meritocrazia interna, se non credi che il movimento debba aprirsi a personaggi di competenza e onestà conosciuta, in grado insieme a te di farlo crescere, mollalo ‘sto cavolo di movimento, e lascialo al suo destino".

SPACCATURA NELL'IDV - Ma la proposta di Grillo non trova sponda neanche nello stesso partito di Di Pietro. Il capogruppo dell’Idv alla Camera, Massimo Donadi, è a un passo dall’addio, come annuncia lui stesso all’Huffington Post Italia. L'esponente dell'Italia dei valori non nasconde di non aver per nulla gradito l'intervista di Di Pietro a Il Fatto Quotidiano in cui l'ex pm di 'Mani pulite' dà per morto il partito e paventa il rischio di restare fuori del Parlamento alle prossime elezioni.

Donadi boccia la proposta lanciata da Grillo e annuncia un’assemblea di autoconvocati entro dieci giorni: "Chi rappresenterà la minoranza se ne andrà. Se sono in minoranza io me ne vado io, se è in minoranza Di Pietro se ne va Di Pietro. Non si può stare allo stesso tempo con Grillo e al governo del paese", aggiunge.

L’esponente dell’Idv azzarda anche un parallelo tra l’ex pm e il nemico di sempre, Silvio Berlusconi: "Entrambi - dice - provano a sopravvivere ai tempi che cambiano. E entrambi stanno provando ad ammazzare il proprio partito per sopravvivere, invece di voltare pagina".