Roma, 1 novembre 2012 - Le preferenze? "Sono un’anomalia italiana. Io sono letteralmente terrorizzato dal voto di scambio. Non si dimentichi che Fiorito nel Lazio e Zambetti in Lombardia sono stati eletti con le preferenze". Lo dice Silvio Berlusconi nel libro di Bruno Vespa di cui sono state rese note alcune anticipazioni.

L’intervista a Berlusconi è stata realizzata da Vespa lunedì 29 ottobre, ossia il giorno di apertura delle urne siciliane che hanno decretato la vittoria di Rosario Crocetta, il successo del movimento di Grillo, la sconfitta del Pdl. Due giorni prima, sabato 27 ottobre, il Cavaliere, scosso dalla condanna per frode fiscale sui diritti Tv, aveva lanciato da villa Gernetto il suo grido di guerra contro la 'magistratocrazia', ma anche contro il governo Monti a rischio sfiducia.

"Non faremo una campagna elettorale contro Monti - continua l'ex premier -. Ma siamo convinti che l’austerità imposta dall’Unione europea, a noi come ad altri paesi, su pressione di una Germania che svolge un ruolo da paese egemone, con un’egemonia non solidale ma egoista, abbia immesso l’economia in spirale recessiva senza fine".

L’ex premier, prima delle modifiche apportate ieri in Parlamento alla legge di stabilità, afferma poi di non aver abbandonato l’idea di 'staccare la spina' al governo, convinto che si possa votare a febbraio anche portando a casa la riforma elettorale. "I tempi per una nuova legge elettorale - spiega - ci sono tutti. Quanto alla spina da staccare, dipenderà dall’accettazione o meno da parte del governo delle nostre richieste di modifica alla legge di stabilità. Siamo dentro una spirale recessiva, dobbiamo assolutamente uscirne al più presto invertendo la nostra politica economica".

BERSANI - "Mi pare che già abbia cominciato in un altro modo...". Così Pier Luigi Bersani, da Piacenza dove ha inaugurato un nuovo punto elettorale per le primarie, commenta le anticipazioni del nuovo libro di Bruno Vespa. "Non so se Vespa è aggiornato, non so chi ha parlato prima e chi ha parlato dopo - aggiunge il segretario Pd - Ci si sveglia al mattino e poi si vede cosa succede di là... Mi pare che la destra sia nel marasma e questo, devo dirlo, non è che lo saluto come una cosa buona per il Paese. Sono preoccupato per questo Paese".

Poi messaggio a Vendola, che dice 'mai con Casini e l’Udc'. Bersani sostiene che senza l’accordo con i moderati non si viene fuori dai guai. "Ognuno adesso prende la sua posizione e il suo profilo - ha risposto il segretario del Pd ai cronisti - noi abbiamo scritto la carta di intenti che è il campo dei progressisti, ben distinto da quello dei moderati, e tuttavia è aperto a una discussione con i moderati, europeisti, democratici che rifiutino la deriva populista. Questo è scritto e questo è il punto di partenza politico, dopo di che invito tutti quanti - progressisti e moderati - a prendere atto che esiste una forza che si chiama Pd e che sta dicendo da due anni la stessa cosa, e cioè che per venir fuori dai guai c’è bisogno di una salda guida di progressisti che cerchino un incontro con altre forze democratiche costituzionali, che non cedano a derive berlusconiane, populiste, leghiste, antieuropee: questa è la nostra proposta, ne prendano tutti atto".