Roma, 5 novembre 2012 - Mario Monti parla con Bruno Vespa, in un "lungo colloquio" per il libro Il Palazzo e la Piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Beppe Grillo, in uscita giovedì da Mondadori-Rai Eri, dell'eventuale futuro politico di alcuni dei suoi ministri. "La disturba - chiede il giornalista al presidente del Consiglio - il palese orientamento di qualche suo ministro a candidarsi?".

LIBERTA' E OPPORTUNITA' - "Esiste naturalmente la libertà di ogni persona a progettare il proprio futuro - è la risposta di Monti, nelle anticipazioni del libro diffuse oggi - ma trattandosi di ministri, e per di più di un governo tecnico, mi auguro che le eventuali candidature siano limitate nel numero e distribuite politicamente, per non consentire a nessun osservatore una chiave di lettura retrospettiva sul colore politico di questa compagine. Comunque, se dovessi accorgermi che una proposta o un atto di un ministro fosse interpretabile in chiave di acquisizione di favori per il futuro - conclude Monti - non gli consentirei di portarli avanti".

'MEGLIO LE RIFORME' - Nel libro in uscita si parla di pubblico impiego, stipendi e pensioni. Davvero il premier pensava che non avreste potuto pagare gli stipendi di fine anno? "Sì, e anche le pensioni. Meglio riformarle che non pagarle", è la risposta del presidente del Consiglio alla domanda del giornalista.

'EQUITA' E REALISMO ' - A Vespa che domanda se ci fosse un reale problema di cassa, Monti risponde dicendo: "Non immediatamente, ma ci sarebbe stato a breve. E' chiaro che senza alcuni interventi, i primi a subire gli effetti peggiori sarebbero stati i più deboli, con redditi da lavoro dipendente e pensioni messi seriamente a rischio". "L'equità - aggiunge Monti nelle anticipazioni - è solo uno slogan se non poggia sul realismo. Non bastano promesse e parole, serve spiegare ai cittadini la vera portata delle questioni".