Roma, 14 novembre 2012 - “Il governo ha fatto un errore grossolano e madornale, condannando l’Italia a cinque mesi di campagna elettorale estenuante”. Lo ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, a margine di una iniziativa a Confcommercio, commentando la decisione del governo di andare alle elezioni in Lazio, Lombardia e Molise a febbraio.

“In questo modo - scandisce Alfano - si condanna l’Italia a cinque mesi di estenuante campagna elettorale. Così ci si mette in ginocchio ai piedi di Bersani”. Per il segretario del Pdl, andare a elezioni in tre regioni a febbraio equivale a far pagare agli italiani “una tassa cinica di cento milioni di euro per anticipare di cinquanta giorni le elezioni, proprio mentre in queste ore si fa fatica a trovare i soldi per gli alluvionati della Maremma”. “L’Italia è in una fase assolutamente difficile dal punto di vista economico e il Pdl non può dire di sì a un cinico calcolo di Bersani”. “O si anticipano le politiche a febbraio o si spostano le regionali ad aprile - conclude Alfano -: non ci vuole il direttore del Fondo monetario internazionale per capirlo”.
 

PREOCCUPAZIONE FINI E CASINI - E’ in corso, nello studio del presidente della Camera, Gianfranco Fini, un incontro al quale partecipano il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, il segretario dei centristi, Lorenzo Cesa, e Italo Bocchino, vicepresidente di Fli. Il presidente della Camera e i suoi interlocutori, stando a quanto si apprende, sono molto preoccupati dalla prospettiva di votare per tre regioni a febbraio. Il rischio sarebbe quello di una lunga campagna elettorale che cominci oggi e si protragga fino a maggio, quando e’ previsto il voto per il Campidoglio. Una campagna che, sarebbe questo il timore di Fini e Casini, rischierebbe di causare la paralisi dell’attivita’ parlamentare e di governo.