Roma, 16 novembre 2012 - Il Quirinale auspica che Lazio, Lombardia e Molise vadano al voto insieme della data del 10 marzo. Si legge nella nota della presidenza della Repubblica dopo l’incontro al Colle tra il presidente Giorgio Napolitano, i presidenti Renato Schifani e Gianfranco Fini e il premier Mario Monti. "La convocazione, che comunque non spetta al Presidente della Repubblica, - si sottolinea - di elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali scioltisi in Lazio e Lombardia per crisi politiche e in Molise per giudizio di illegittimità, è regolata da diverse normative regionali, pur dovendosi considerare i principi generali posti dalla sentenza n. 196/2003 della Corte Costituzionale e rispecchiatisi nella recente sentenza del Tar Lazio". "E’ però indubbia, per valutazioni d’interesse generale, - si sottolinea - l’esigenza di un contestuale svolgimento delle elezioni nelle tre suddette Regioni. Si e’ a tale proposito ritenuta appropriata la data del 10 marzo 2013".

LE POLITICHE - "Distinta, e rimessa all'esercizio di una prerogativa propria ed esclusiva del Presidente della Repubblica, è la questione delle elezioni per il rinnovo delle Camere. In proposito si ricorda che il Capo dello Stato aveva rilevato, il 3 novembre scorso, la carenza, fino a quel momento, di condizioni oggettive e di 'motivazioni plausibili' per un'anticipazione sia pur lieve della convocazione delle elezioni politiche. Si attende dunque il verificarsi delle condizioni opportune per la decisione che la Costituzione riserva al Capo dello Stato".

Napolitano ritiene "ineludibile" l’approvazione della legge di stabilità e della legge di bilancio, "auspicabile" una nuova legge elettorale. "Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell’incontro con i Presidenti del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Consiglio dei Ministri, ha richiamato l’auspicio da lui espresso in tempi recenti che si proceda verso 'una costruttiva conclusione della legislatura ancora in corso, così da portare avanti la concreta attuazione degli indirizzi e dei provvedimenti definiti dal governo e approvati dal Parlamento'".

"Una costruttiva conclusione della legislatura - dettata anche dalla serietà dei problemi che il paese ha di fronte e dall’acutezza di fenomeni di disagio sociale che si vanno manifestando - sconsiglia un affannoso succedersi di prove elettorali".