Roma, 6 dicembre 2012 - Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legislativo sull’incandidabilità dei condannati a cariche elettive e di governo. Non potranno candidarsi al parlamento italiano e a quello europeo "coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, contro la Pubblica Amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato)". E’ quanto si legge in una nota di palazzo Chigi, diramata al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al decreto.

"Il decreto prevede che l’accertamento d’ufficio della condizione di incandidabilità comporta la cancellazione dalle liste. Nel caso in cui la condanna definitiva per uno dei delitti 'ostativi' sopravvenga nel corso del mandato elettivo, le Camere deliberano ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione". E ancora: "Le condizioni che determinano l’incandidabilità alla carica di deputato o senatore si applicano anche per l’assunzione e lo svolgimento delle cariche di Governo (Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministri, Vice Ministri, Sottosegretari, Commissari straordinari di Governo). Se la sentenza di condanna diventa definitiva durante il mandato, anche in questo caso si determina la decadenza dall’incarico".

L’incandidabilità al Parlamento o a cariche di Governo ha effetto per un periodo corrispondente al doppio della durata della pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Anche in assenza della pena accessoria, l’incandidabilità non è inferiore a sei anni.

IL PREMIER - Mario Monti sottolinea che le misure varate oggi hanno la "radice nella legge anticorruzione e poi nella legge delega di iniziativa parlamentare", e al termine del Consiglio dei ministri ricorda anche che ambedue le misure "preesistono alla formazione di questo governo". All’esecutivo, Monti rivendica il fatto di essere "ben consapevole della grande rilevanza della materia per l’economia e la società moderne e per una vita politica trasparente e ordinata". Il presidente del Consiglio sottolinea anche che il lavoro in materia è stato fatto “in costante dialogo con forze le politiche".