Roma, 6 dicembre 2012 - Berlusconi torna in campo. Lo ha annunciato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, al termine di una convulsa giornata politica che ha visto il Pdl protagonista una doppia astensione sia in Senato che alla Camera su una serie di provvedimenti decisi dal governo Monti.

"Anche oggi Berlusconi mi ha espresso la volontà di tornare in campo da protagonista. E’ lui il detentore del titolo", ha detto Alfano spiegando che con la discesa in campo del cavaliere non ci saranno le primarie del Pdl. "Erano per la successione ma essendoci lui in campo non ha senso farle", ha precisato.

SCHIFANI - La scelta del Cavaliere trova l'approvazione del presidente del Senato, Renato Schifani. "E’ un suo sacrosanto diritto scendere in campo. E’ stato il fondatore di due dei più grandi partiti italiani, prima Fi, poi Pdl. E’ stato legittimato due volte da milioni di italiani. Ha tutti i titoli per rivendicare la sua candidatura", ha detto alla presentazione del libro dell'Ansa.

MELONI - Di parere avverso l'ex ministro Giorgia Meloni. "Considero la ricandidatura di Berlusconi un errore. In ogni caso, decisioni come questa vanno discusse e prese negli organi competenti", aveva l'esponente del Pdl su Twitter.

CROSETTO LASCIA IL TALK SHOW - Non ancora chiara, invece, la posizione di Guido Crosetto, che, questa mattina, aveva lasciato lo studio di Omnibus su La7 di cui era ospite proprio dopo essere stato sollecitato sull'argomento. "Scusatemi - ha spiegato - vi ringrazio dell’invito, ma me ne vado, non me la sento di continuare: siccome ho l’abitudine di dire tutto quello che penso e di dirlo magari anche in modo spiacevole, ritengo che sia giusto per me fare una riflessione, anche con altre persone, perché io mi sono stufato, mi sono rotto, ma voglio che questa cosa molto personale diventi anche un dato politico. Preferisco alzarmi perché non ho più niente da dire sul tema e non voglio continuare a parlare del vuoto".

Crosetto ha anche chiarito che "la decisione di Berlusconi non lascia indifferenti né lascia il Pdl così com’era prima, ma comporta delle decisioni conseguenti. E’ una giornata di scelte importanti. E' finito il tempo in cui si possono servire due padroni, o si sta da una parte o si sta dall’altra. Io ho deciso dove stare e vorrei farlo con alcuni colleghi perché abbia un significato politico e non è giusto che abusi della mia presenza qua oggi".

C'E' CHI ESULTA - Decisamente contenti del ritorno dell'ex premier, invece, Daniele Capezzone, Michaela Biancofiore e Mara Carfagna, che nel corso della giornata avevano già espresso il loro completo appoggio alla decisione del presidente del pdl. "Una nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi avrebbe un grande valore - aveva detto il portavoce del Pdl -. Primo con lui in campo, si riaprirebbe la partita elettorale, e potrebbe essere scongiurata la vittoria della vecchia sinistra ‘tassa e spendi’. Secondo: con Berlusconi in campo, tornerebbe al centro l’economia reale, la realtà delle piccole imprese, contro un bombardamento fiscale ormai insopportabile".

Sulla stessa scia Biancofiore. "Fiat lux - e fu Luce. L’annunciato ritorno di Berlusconi in campo e la sua probabile ricandidatura alla presidenza del consiglio apre uno squarcio di luce sull’Italia e sulla rinascita del centro destra che è maggioranza silenziosa fra gli italiani", aveva affermato la deputata del Pdl e coordinatrice regionale in Trentino Alto Adige. "Se Silvio Berlusconi decidesse di rappresentare il centrodestra, di proporsi nuovamente come candidato premier, il nostro lavoro sarebbe certamente più facile - aveva dichiarato Mara Carfagna -. Ha guidato il governo del centrodestra fino ad un anno fa, garantendo la pace sociale e producendo risultati nemmeno lontanamente confrontabili a quelli dell’esecutivo tecnico in carica. Risultati che in campagna elettorale potremo rivendicare con orgoglio".

FRATTINI SI SMARCA - Intanto Franco Frattini ha votato nell’Aula della Camera la fiducia al governo Monti sul dl costi della politica in dissenso dal gruppo del Pdl. "E’ la prima volta che voto in dissenso ma non mi sento di cambiare le mie idee", ha detto l'ex ministro degli Esteri rilevando che per lui "è un momento abbastanza difficile dal punto di vista personale". "Il popolarismo europeo a cui aderiamo ci impone di continuare a sostenere il governo Monti, pur presentando i nostri emendamenti - ha aggiunto - . Non mi sento di cambiare idea, per cui oggi non mi sento di seguire l’indicazione del mio gruppo parlamentare. Preferisco difendere l’interesse nazionale e non alimento l’instabilità e un rischio grave per il Paese".

In tutto sono stati cinque i deputati dissidenti del Pdl che hanno votato la fiducia: oltre a Frattini erano presenti in aula anche Carla Castellani, Giuliano Cazzola, Gennaro Malgieri e Alfredo Mantovano.

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