Taranto, 28 dicembre 2012  - Mentre stanno per partire le primarie del Pd per scegliere i candidati alle prossime elezioni politiche (GUARDA IL GRAFICO), uno dei personaggi più longevi dei democratici, Anna Finocchiaro, spiega la sua scelta di chiedere una deroga alla possibilità di presentarsi e nello stesso tempo di mettersi comunque in gioco con le primarie.

“Sono qui per parlare del Pd e di Taranto. Sono una ‘derogata’ e per questo ho insistito con il partito per fare le primarie. Mi sembrava giusto. E non penso che sia un caso che due donne, come me e Rosy Bindi, facciano le primarie. Noi donne vogliamo essere messe alla prova, non vogliamo regali”,  ha dichiarato Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, in occasione della presentazione della sua candidatura a Taranto.

“Per me partecipare alle primarie - ha sottolineato - era conditio sine qua non per poter essere ricandidata. E’ una sfida per me importantissima: io donna del Mezzogiorno a Taranto. Me lo ha chiesto il partito di candidarmi qui. Credo sia un segnale importante. Taranto è oggi il simbolo di ciò che vuol dire ‘sfida di governo’ per domani”.
 

 Per Finocchiaro “il tema dello sviluppo e della sua qualità è questione che va al di là di Taranto ma ci interroga sulle questioni che e riguardano il lavoro, le politiche industriali, l’ambiente”.
“E’ necessario oggi - ha detto ancora la capogruppo democratica a palazzo Madama - fare i conti con 20 anni di politiche industriali del nostro Paese. E questa è una questione che riguarda tutta l’Italia. E non può essere affrontata in maniera semplicistica. Né si può affrontare con slogan o offese come qualcuno oggi, certamente e aggiungo legittimamente ha fatto, accusando il Pd di essere un partito di assassini per aver detto sì al decreto. No, non siamo assassini, ma vogliamo cercare insieme a tutte le istanze, una soluzione ad un problema della società moderna. Per questo credo che la scelta di candidare alle primarie una dirigente nazionale come me qui a Taranto sia il segno di un investimento che il Pd fa”.

“Certo c’è la realtà di Taranto, che colpisce - ha osservato Finocchiaro - la carne viva dei tarantini. Ed è giusto con loro ragionare e discutere. Ma siamo di fronte ad una questione che interroga il Paese e l’Europa. La qualità del suo sviluppo complessivo. Perché è chiaro che non si può chiudere l’Ilva, ma è anche vero che la questione della salute è tema da affrontare. Qui a Taranto siamo sulla frontiera della modernità. Anche da come affronteremo una questione così drammatica - ha concluso - capiremo se il Pd saprà essere all’altezza della sfida di governo che abbiamo di fronte”.