Roma, 29 dicembre 2012 - E alla fine, a sorpresa, sembra proprio che il più 'politico' dei ministri tecnici del governo Monti - quel {{WIKILINK}}Corrado Passera {{/WIKILINK}}che non aveva mai smentito la sua voglia di restare in parlamento - abbia fatto un passo indietro dopo il summit segreto dei centristi riuniti attorno al premier per lanciare la lista 'Agenda Monti per l'Italia'.

Se non ci saranno altri colpi di scena in corsa, il titolare dello Sviluppo Economico andrà a far parte del gruppo dei tecnici indisponibili alla candidatura, come Fornero, Severino e Profumo. Certo, Monti probabilmente farà di tutto per fargli cambiare idea.

La rottura nel corso della riunione al convento di Monteverde, nella quale non è passata la linea di Passera, che si era battuto per la nascita di una lista unica, mentre è prevalsa la linea dell’Udc e di Italia Futura a favore della federazione.

"Mi sono battuto per far nascere una sola lista per la Camera in modo da evitare guerre fratricide e per non mandare segnali contradditori all’elettorato, dato che al Senato l’Agenda Monti per l’Italia si presenterà unita - avrebbe detto secondo la cronaca di molti giornali - non sono stato ascoltato e sommessamente decido di non far parte della coalizione".

IL LEADER DELL'UDC E IL PD - Pier Ferdinando Casini ha negato però che vi sia stata una lite con Corrado Passera nella riunione di ieri. "Lui la pensa così e ha motivazioni da vedere con gradissimo rispetto, ma francamente è una delle persone che stimo di più e che mi sono più amiche. Quando ho letto dello scontro Casini-Passera mi sono messo a ridere", ha assicurato il leader Udc nel corso di una conferenza stampa.

Casini è tornato a escludere un’alleanza con il Pd. "Non riesco a capire" la richiesta di Pier Luigi Bersani di dire da che parte stiamo, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa. "La nostra iniziativa non nasce a supporto del Pd, per un’alleanza prederminata nei confronti del Pd", ha assicurato. "Chi ci accusa di questo lo fa con un intento logico. Se fossi Berlusconi farei la stessa cosa, visto che constata che sta diventando riferimento dei moderati", ha insistito. "Questa cosa non esiste - ha aggiunto - un’iniziativa di questo tipo deve avere una vocazione maggioritaria, se non prende la maggioranza vedremo, ma fino al giorno delle elezioni bisogna cercare la maggioranza".

FRATTINI - Franco Frattini annuncia invece la sua adesione alla lista Monti, una scelta fatta, spiega, “per non tradire il popolarismo europeo”. “L'ancoraggio all`Europa e ai suoi principi, il desiderio di rinnovamento, la strenua difesa del riformismo, così come la ricerca di più realismo e meno populismo - scrive l’ex ministro - sul blog “Diario Italiano” -. Ma soprattutto il coraggio di guardare avanti e di mobilitare tutte le energie possibili per realizzare quel sogno, così fortemente voluto da De Gasperi, di unire tutti i moderati italiani sotto la bandiera del Partito Popolare Europeo. Sono i principali punti del programma di quella federazione da me fortemente auspicata che potrebbe unire tutte le forze moderate del Paese rispondendo all'appello lanciato dal presidente Monti. Ho aderito nel 1996 a Forza Italia per mettere a disposizione la mia formazione professionale al servizio di un partito, e collaborando con un leader che si presentò agli italiani fiero ed orgoglioso nel rivendicare l`appartenenza dell`Italia all`Europa. Così come ho servito per il mio Paese e per l`Europa durante le responsabilità istituzionali che mi sono assunto: da ministro degli Esteri, ma anche da Vice Presidente e Commissario dell`Unione Europea”.

“Quella stessa convinzione che mi suggerisce oggi, di fronte a pericolose tendenze euroscettiche, di compiere una scelta di coerenza, l`unica che potessi prendere: continuare a lavorare nello spirito del popolarismo europeo. Sosterrò quindi l'Agenda Monti per l`Italia, spiega Frattini - con un contributo e modalità che insieme al presidente Monti potremo individuare”.
 

 “Perché un`Agenda che come primo punto indica la parola ‘Europa’ come fonte di certezze e rafforzamento del nostro Paese, non merita di essere ignorata - prosegue l’ex esponente del Pdl -, soprattutto da chi fino ad oggi ha coltivato nel Continente la speranza di poter garantire alle prossime generazioni opportunità di benessere, libera circolazione, efficienza amministrativa, incoraggiamento per le PMI ad essere sempre più attive in tema di innovazione, internazionalizzazione e qualità”.

“E` questa l'Europa che mi piace: un'Europa fatta di popoli e di idee in cui tutti gli Stati e tutti i leader collaborano tra loro nel rispetto reciproco e nella comune solidarietà. L'Italia ha avuto l'onore di depositare il primo mattone della casa comune, ed è anche grazie a questo protagonismo che oggi possiamo sederci a testa alta ai grandi tavoli di Bruxelles per dire la nostra e rafforzare un metodo comunitario sempre più solidale e unito, non solo geograficamente, ma soprattutto politicamente. Per queste ragioni - spiega Frattini - ho dissentito, con trasparenza e con il doveroso rispetto per il Pdl e per il presidente Berlusconi, da posizioni che a partire dal mese di dicembre di quest`anno hanno indirizzato il Pdl verso una nuova linea politica che non mi sento di sostenere”.

“Non mi sottrarrò mai al credo europeista, anche forte di una convinzione: senza l’Europa ci autocondanniamo all’irrilevanza nel mondo del domani. Laici e cattolici, autorevoli esponenti della politica così come della società civile, famiglie, amministratori, imprenditori e giovani hanno scelto l`Agenda per l`Italia. E sono certo - conclude - che, grazie al suo linguaggio della verità e al profondo attaccamento valoriale, non mancheranno altre adesioni”.