Milano, 9 gennaio 2013 - Ennesimo show televisivo di Silvio Berlusconi. L'ultimo è quello contenuto nel suo ritorno a 'Porta a Porta', nel salotto di Bruno Vespa. Il leader del Pdl è ripartito dal suo principale obiettivo: ridurre la pressione fiscale: “Siccome abbiamo circa 4 milioni di imprese in Italia, quello che si può immediatamente fare è dire alle imprese: ‘Se assumete anche solo una persona in più a tempo indeterminato non pagate per 3-4-5 anni nè contributi previdenziali nè tasse’; il che, parliamoci chiaro, equivale ad assumerlo in nero”, così le assunzioni sarebbero fortemente incentivate.

IL DISASTRO MONTI - Per Berlusconi, il problema della disoccupazione in Italia deriva soprattutto dall'operato dell'ultimo governo tecnico: “E’ una situazione molto grave perché riguarda in un anno più di 600 mila lavoratori che hanno perso il posto, siamo vicini ai tre milioni di disoccupati: la situazione è quantitativamente impressionante. Trentasette giovani su cento non riescono a trovare lavoro: è una tragedia vera e propria e dai numeri si vede come le politiche del governo Monti hanno fortemente peggiorato la situazione”. “Il Monti che ho conosciuto io era finto” e per questo “io lo volevo, non come capo dei moderati, ma come federatore dei moderati che sono la maggioranza in Italia. Io non ci starei a lavorare con Monti”. L’ex premier ha poi aggiunto che “Mario Monti ha perso di credibilità rimangiandosi quello che aveva detto al Capo dello Stato”.

AUTORIZZAZIONI “Togliere tutte le autorizzazioni che si devono chiedere per aprire negozi o imprese o avviare cantieri e trasformarli in controlli successivi”. E’ una delle ricette dettate da Silvio Berlusconi per fare uscire l’Italia da una situazione di crisi e di disoccupazione. “Chi farà queste costruzioni e aprirà i negozi sarà attento a fare le cose a regole d’arte”, ha aggiunto Berlusconi, che poi si è soffermato sul ritardo dei pagamenti alle imprese: “è colpa dello Stato che, ad esempio, nella sanità, paga con un ritardo enorme, addirittura a 930 giorni. Chi paga piu’ in fetta e’ Lombardia che paga le imprese ad un anno. E’ uan spirale di ritardi che inquina la vita delle imprese che si vedono costrette a licenziare e lo Stato deve prendere atto di questa situazione”.

STRATEGIE ELETTORALI - “Al momento non stiamo parlando di nomi in lista ma di apparentamenti”. Lo precisa Silvio Berlusconi a Porta a porta, aggiungendo che “per quanto mi riguarda, credo che sia ormai preponderante la decisione di presentarmi al Senato”.

PATTO CON BERSANI - Pur riconoscendo che “sarebbe molto difficile” un accordo con Bersani sulle riforme istituzionali, Silvio Berlusconi a apre a questa possibilità: “sia con un governo di centrodestra sia con un governo di sinistra, darei il mio accordo per votare insieme le riforme con Bersani se lui condividesse ciò che noi riteniamo necessario riformare. In quel caso darei certamente il mio accordo”, conclude.

I PARTITINI - “Il Pd ha ufficialmente dichiarato che, ove avessero difficolta’ ad ottenere una maggioranza alla Camera e al Senato, collaboreranno con Mario Monti quindi i voti a Monti, Casini e Fini sono voti al Partito democratico”. Lo ha detto Silvio Berlusconi a ‘Porta a porta’. “Vogliono togliere i voti al Pdl solo per salire sul carro del Pd”.

Se non ho realizzato le vere riforme è colpa degli italiani che continuano a votare i piccoli partiti”. Lo ha detto Silvio Berlusconi, rispondendo alla domanda su come mai, con una grossa maggioranza come aveva nello scorso governo, non ha realizzato le riforme, compresa quella della riduzione della spesa pubblica. “Non avevamo il 51% come Pdl, ma il 55% come coalizione e se hai alleati come Fini è colpa degli italiani che continuano a votare i piccoli partiti. Se voti Fini, Casini e la sinistra è inutile poi che gli italiani si lamentino”.

Per realizzare “la vera rivoluzione liberale” che consentirà “la riforma della Costituzione” e quindi “ammodernare il Paese, non voglio il 51%, mi basta il 40%, perche’ così avrò in Parlamento il 55%”, grazie alla legge elettorale.

IL PATTO CON GLI ELETTORI - Il patto degli italiani riappare lì dove era comparso ed era stato firmato nel 2001, nello studio di Bruno Vespa a ‘Porta a porta’. Unica assente: la scrivania di ciliegio alla quale si era seduto Silvio Berlusconi per apporre la sua firma. “Peccato averla data via”, si rammarica stasera Bruno Vespa. Il Cavaliere, però, non si scoraggia e spiega: “ho qui il contratto con gli italiani firmato nel 2001 e quell’altro firmato il 10 aprile 2008. Tutti questi punti sono stati rispettati, è stata l’Università di Siena a sottolineare che l’85% del contratto con gli italiani è stato onorato: meno pressione fiscale, piano di difesa dei cittadini con poliziotti e carabinieri di quartiere, innalzamento delle pensioni minime a mille euro, un milione di nuovi posti di lavoro che sono diventati poi un milione e mezzo ed apertura di nuovi cantieri...”, e così via scorrendo punto per punto il contratto vergato dallo stesso Berlusconi “la sera prima di venire in trasmissione perché non avevo tempo”.

CANDIDATO PREMIER - “Il candidato premier, che io penso verrà approvato da tutto il centrodestra, è Angelino Alfano. Io mi propongo come ministro dell’Economia e dello Sviluppo di un governo Alfano”. Silvio Berlusconi torna a definire “risibili” le non piu’ svolte primarie del Pdl per la scelta del candidato premier. Ospite di Porta a porta, l’ex premier spiega: “che bisogna c’era di fare le primarie tra il fondatore del partito e il suo successore? Tra Berlusconi e Alfano, cioè tra padre e figlio, non ci poteva essere un contrasto, Alfano era d’accordo a non farle perché risibili”. Io mi sono tirato indietro, non ho nessuna ambizione politica, ho fatto di tutto e non ho nulla da avere in più dalla politica. Sono qui solo perché non voglio che il mio Paese vada a rotoli, come successe nel ‘94, perché se la sinistra andasse al governo limiterebbe grandemente la liberta’ dei cittadini”.

Silvio Berlusconi poi ‘corregge’ i sondaggi forniti da Renato Mannheimer che danno la coalizione di centrodestra al 27,7%. Le torna?, chiede Vespa. E il Cavaliere replica: “no, non mi torna, per i nostri sondaggi siamo al 30,7-31%”. Poi fornisce anche altri dati: “a me risulta che la totalita’ del centro e’ al 10,5%, con la lista Monti al 5,5%; l’Udc al 4%, Fini all’1%. Infine, registriamo una forte flessione di Grillo, che è dato al 12,3%”.

PENSIONI - “Sulle pensioni non è facile intervenire. Forse qualcosa si può fare sull’età e sulle pensioni di anzianita’”.

SPENDERE . Per rilanciare l’economia occorre “che i cittadini cambino atteggiamento perché oggi hanno paura: anche i cittadini che hanno i soldi non spendono e serve una politica, anche di comunicazione, che porti i cittadini a consumare”. L'ex premier ha poi agigunto: “io, come Einaudi, penso che lo Stato spenda meno bene i soldi rispetto a quanto possono fare i cittadini e, quindi, bisogna che i soldi rimangano nelle tasche dei cittadini”.

IMU - “Se non lo avessimo approvato ci avrebbero messo spalle al muro e avrebbero addossato sui di me tutte le responsabilità”. Lo ha detto Silvio Berlusconi spiegando il perché del voto favorevole sull’introduzione dell’Imu. “L’evasione si deve combattere e io sono il presidente del Consiglio che l’ha combattuta di piu’ facendo passare da 7 a 11,7 miliardi le risorse recuperate dall’evasione”.

LA GRUBER - Botta e risposta tra il serio e l’ironico fra Silvio Berlusconi e Bruno Vespa nello studio di ‘Porta a porta’. Ad una interruzione del giornalista, l’ex presidente del Consiglio ha esclamato: “lei ha preso dalla Gruber...”. Riferimento all’intervento di ieri nella trasmissione di La7 ‘Otto e mezzo’ in cui il cavaliere non ha celato un certo disappunto di fronte alle interruzioni della conduttrice Lilli Gruber. “Una signora non si tratta cosi’” ha sottolineato Bruno Vespa, ma il cavaliere: “è vero, ma nemmeno un vecchio: io sono di quelli che sul tram vanno fatti passare avanti”.

TRADIMENTO FINI - “Tutto è iniziato con il tradimento di Fini. Se avessi avuto i 40 voti dei finiani saremmo ancora lì al governo adesso”. Il Cavaliere, tuttavia, non si limita ad addossare la responsabilità della caduta del suo governo su Fini, ma chiama in causa anche Giulio Tremonti: “non si poteva andare avanti”, afferma, con un ministro dell’Economia - e’ la sintesi della domanda di Vespa - che aveva una linea di politica economica diversa da quella del premier. Il tutto, condito dalla Costituzione “che non consente al premier di cambiare i ministri”.

Gli italiani non hanno le idee chiare perché se le avessero chiare non voterebbero dall’altra parte: Casini e Fini sono lì da trent’anni a spese nostre mentre io non vivo a spese degli italiani perché da imprenditore ho raggiunto grandi traguardi e versato miliardi e miliari nelle casse dell’erario”. L’ex presidente del Consiglio ha poi aggiunto: “dareste i soldi in mano a Berlusconi con l’esperienza che ha maturato o a dei chiacchieroni? Meglio i soldi a Berlusconi o al Pd che vuole introdurre la patrimoniale e mantenere l’Imu? Non ho agito in quasi dieci anni” per ridurre la spesa pubblica “perche’ non avevo gli strumenti per operare. Strumenti che si possono avere soltanto cambiando la Costituzione”.

NOZZE GAY - “No, no, assolutamente”. Così Silvio Berlusconi risponde alla domanda se da parte sua c’e’ una apertura nei confronti del riconoscimento delle nozze gay. Il Cavaliere precisa: “C'è stato un voluto e sforzato fraintendimento da parte dei giornali”, in merito alle coppie gay: “ho ricordato che abbiamo presentato una legge sui diritti delle unioni di fatto, tutte le unioni, anche quelle fra fratello e sorella, parroco e perpetua”.  “No”, replica in seguito Berlusconi alla domanda se è vero che sia in corso una trattativa con i Radicali. “Anche se - aggiunge - è auspicabile che entrassero nella nostra coalizione perché molte delle loro posizioni, come sulle carceri, sono completamente condivise”.

PROCESSO MEDIASET - “Mi hanno condannato a quattro anni perché sono stato accusato di aver messo in piedi un sistema diabolico per far pagare tre milioni di tasse in meno al mio gruppo nel 2001. Peccato che tra 2001 e 2005 il mio gruppo abbia pagato oltre 500 milioni di tasse. Sono per questo sicuro che in appello non potro’ non essere assolto”.