Roma, 17 gennaio 2013 - "Questa campagna elettorale si sta mettendo fuori dai binari, non sono soddisfatto, non va bene. Noi non ci stiamo se si parla solo di politicismo o cabaret". Lo ha detto Pierluigi Bersani aprendo la campagna elettorale al teatro Ambra Jovinelli di Roma. "Sono abbastanza stanco di dover essere tutti i giorni registrato su Monti, la desistenza, il Senato, la Camera - ha lamentato il segretario del Pd -. Sono allibito che ci sia un inseguimento su affermazioni qualsiasi per avere un titolo davanti a un paese che ha bisogno di essere ricostruito. Noi parleremo testardamente dell’Italia e degli italiani, senza impressionarci se non ci fanno le luminarie". "Io sono l’unico a non aver messo il nome nel simbolo - ha aggiunto -. Sistemi organizzati su una persona che spesso si sceglie da sola sono un tumore che rendono la democrazia ingessata, inefficace e impotente".

Pier Luigi Bersani rilancia il valore dell’onestà, incontrando a Roma i giovani che voteranno quest’anno per la prima volta: "La semplice onestà è una virtù privata, ma un bene pubblico. E’ un valore politico l’onestà". Il centrosinistra vincerà "la battaglia" delle elezioni: "La vinceremo questa battaglia, non perché abbiamo la vittoria in tasca - l’avversario c’è e rialzerà la testa - ma perché mobiliteremo tutte le nostre forze, in tutto il paese, che sono in grado di battere la destra. Per questo vinceremo".

LEGA E PDL - La Lega e il Pdl dovrebbero fare una riflessione sugli errori compiuti negli anni al governo e invece "sono tornati e hanno il coraggio di alzare la voce. Ci hanno portato fin lì (Lega e Pdl, ndr) e adesso la destra parla come se niente fosse. E’ incredibile. Vuoi darmi una volta la soddisfazione di vedere una riunione anche breve del Pdl per riflettere sulla seguente domanda: ma abbiamo sbagliato qualcosa?".

"A volte - ha aggiunto - mi viene da pensare, facendo il segretario di questo splendido partito: fosse toccata a noi, staremmo a discutere già da un annetto e andremmo avanti per un paio d’anni. La differenza tra noi e loro è che per noi è sempre colpa nostra, per loro è sempre colpa degli altri". Invece, il centrodestra riparte "senza cambiare nulla: nelle alleanze, nei messaggi, negli slogan, nelle proposte... Sono tornati e hanno il coraggio di alzare la voce".

Il Paese è in un "mare di guai" e a risolverli non può essere chi li ha creati, toccherà al Pd che raccoglierà "tutti quelli che intendono dare una mano". "Ci avete messo in un mare di guai, non sarete voi a portarci fuori da questo mare di guai. Stavolta c’è il Pd, i progressisti: siamo in condizioni di caricarci sulle spalle un’alternativa vincente alla destra e di chiamare a raccolta tutti quelli che intendono dare una mano a un’alternativa vincente alla destra".

QUALUNQUISMO - Bisogna dire no al qualunquismo, che "alla fine porta sempre a posizioni fascistoidi". "Rifiutiamo sempre il qualunquismo che porta sempre, alla fine, a posizioni fascistoidi. Tuttavia non ci siamo mai chiusi gli occhi di fronte al disagio profondo e alla disaffezione che c’è nel paese e non abbiamo mai nascosto l’obiettivo profondo che abbiamo davanti, la riscossa civica e morale".

Il Paese viene da una "politica ventennale" fatta di "spot e inganni". Il leader democratico dice che il Pd è arrivato "fin qui mettendoci coerenza, convinzione, passione e soprattutto metendoci del coraggio: soprattutto il coraggio di uscire dal solco di una politica ventennale fatta di spot, personalizzazione, inganno, leggerezza insostenibile e anche di deriva morale. Siamo arrivati fin qui dove siamo perché abbiamo messo la politica nella realtà, abbiamo guardato i cittadini negli occhi".

 

IL COLLOQUIO - Prove di intesa tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani. Il candidato premier del Centro e il candidato premier del Centro-sinistra hanno avuto dei colloqui telefonici sia nella giornata di ieri, sia oggi. Secondo  il quotidiano 'La Repubblica' e fonti molto vicine ai due entourage, Monti e Bersani si sarebbero sentiti telefonicamente e avrebbero sancito un patto informale per consentire una campagna elettorale senza colpi bassi che individui in Silvio Berlusconi l’avversario comune da battere. Durante l’incontro, si sarebbe poi parlato degli assetti futuri post voto e di una possibile intesa fra moderati e progressisti

LA SMENTITA - Monti e Bersani, però, hanno escluso un faccia a faccia fra di loro. E non hanno confermato la definizione di un vero e proprio patto di non belligeranza fra Bersani e Monti individuando nel solo Berlusconi il nemico comune. Fra i temi oggetto di colloquio, sempre secondo quanto è stato riferito stamani, anche diversi temi di stretta attualità di governo: la posizione dell’Italia rispetto all’intervento francese in Mali, le scadenze sul bilancio europeo.

ROUTINE DEL PREMIER - Un "vero" e confermato colloquio telefonico c'è stato però ieri e oggi tra Il Presidente del Consiglio Mario Monti e i leader di riferimento Alfano, Bersani e Casini. Oggetto dei colloqui sono state alcune nomine di prefetti, la situazione nel Mali e la preparazione del Consiglio europeo sul bilancio dell’Ue. Lo ha reso noto un comunicato di Palazzo Chigi.