Roma, 18 gennaio 2013  - Non voglio fare Robespierre o Saint-Just: niente patrimoniale ma solo la tracciabilità fiscale. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, intervistato da Radio24, assicura che non pensa a una ptrimoniale sui patrimoni finanziari e ricorda che quella immobiliare già c’è e va rimodulata, togliendola a chi quest’anno ha pagato 4-500 euro. “Io non credo a una patrimoniale, l’abbiamo già sugli immobili e si chiama Imu. Su questa penso ci debba essere una maggiore progressività. Per quel che riguarda il resto dei patrimoni - ha scandito il leader Pd - non intendo affatto concepire una patrimoniale perché penso che il nostro problema sia la tracciabilità, per una Maastricht della fedeltà fiscale”.

Quanto al timore di molti mercati finanziari per l’incertezza alla vigilia del voto, Bersani ha tagliato corto: “In tutto il mondo si vota e in nessun posto al mondo si sa il risultato prima, si andrà a votare e ci sarà un governo stabile. Spostamenti di capitali? Tutte le scuse son buone, bisogna pagare le tasse nel proprio paese, la povertà è stanziale, la ricchezza è mobile: questo è un guaio e si deve trovare una soluzione”.

MANOVRA CORRETTIVA - “La previsione del governo è un po’ ottimistica ma non credo sia saggio continuare a procedere sul Pil con nuove manovre. Non facciamo promesse a vanvera ma procederemo in forme da tali da non deprimere l’economia”. Così il segretario torna sulla possibilità di una manovra correttiva in primavera e afferma: “Dalle cose che ho detto nessuno può arguire che serva una manovra correttiva. Dico no a ragionamenti raffazzonati su un tema delicatissimo. Non ho detto che serve una manovra ma attenti a raccontare che siamo a posto. Siamo usciti dal precipizio ma ci sono ancora una serie di problemi”.

MARCHIONNE DICA COSA VUOL FARE CON MELFI - “Ancora questa storia dei politici... provi piuttosto Marchionne a obiettare a quel che ho detto io”. Pierluigi Bersani replica alle parole dell’Ad Fiat e chiede retoricamente: “E’ sbagliato chiedere a Marchionne quali investimenti vuole fare a Melfi? E’ una cosa ultronea rispetto a quello che accadrebbe in Germania o negli Stati Uniti? Cerchiamo di rispettarci e di non pronunciare parole a vuoto. Perche’ quando parliamo di industria automobilistica non parliamo di noccioline”.

MAI PIU' CONDONI - "Mai più un condono. Mai più”. Pierluigi Bersani alza il tono della voce a Radio24 quando risponde a un ascoltatore e gli spiega che un eventuale governo di centrosinistra non farà condoni. “Noi lavoriamo per la fedeltà fiscale in modo che ogni euro che ricaviamo lo mettiamo a ridurre le tasse per chi le paga. Se non cominciamo mai non ne usciamo mai”.

IO POCO IN TV - “Sono per la modica quantità, voglio poter andare in giro e guardare la gente in faccia e se sono sempre in tv non lo posso fare”. Così Bersani commenta l’indicatore secondo il quale lui sarebbe stato in tv ‘solo’ 28 ore rispetto alle più di 60 ore di presenza tv di Berlusconi e Monti. “La formazione professionale per un politico si fa sul territorio non in tv”.

ACCORDO CON MONTI? NO SEMPLICE DISCUSSIONE SU TEMI IMPORTANTI - Pierluigi Bersani smentisce di aver incontrato Mario Monti per un accordo di non belligeranza: “Non so perché si scrivono queste cose. Non c’è nessun accordo - ha detto il segretario Pd a Radio 24 -. C’è una civiltà della discussione anche perché ci sono decisioni di governo, come il Mali e i prefetti, ancora da prendere insieme”.

Alla domanda sui cosiddetti ‘impresentabili’, cioè esponenti del Pd, indagati e candidati alle elezioni, per decidere sui quali si riunirà oggi la commissione di garanzia del partito, Bersani spiega: "Non accettiamo tribunali improvvisati, abbiamo un comitato e nostri strumenti, più severi delle leggi italiane. detto questo siamo un grande partito radicato ovunque: non posso garantire che non emergano dei problemi ma posso garantire che sappiamo come affrontarli e risolverli”.

NOI RIDURREMO LE TASSE - “Berlusconi parla di tagli subito alle tasse, ma con lui la pressione fiscale è aumentata 4 punti e ora è pesantissima”, mentre se ci saranno margini “noi ridurremo l’Irpef partendo dal lavoro e dalle pensioni più basse”. Così il segretario del Pd: si devono anche “supportare le imprese: la quota lavoro sull’Irap va ridotta e stabilizzata”.