Roma, 24 gennaio 2013 - ‘’Il generale che ha come preoccupazione la mia sicurezza mi ha pregato di non andare nelle piazze preferendo i luoghi chiusi. Questo governo, invece, apprestandomi io a compiere un giro d’Italia con grande tempestività mi ha ridotto la scorta’’. E' ciò che ha affermato Silvio Berlusconi, ospite di ‘28 minuti’ su Radio 2. 

Ma il Viminale smentisce: nessuna riduzione della scorta per l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E’ quanto si apprende da fonti del Viminale. Come premier - spiegano le fonti - Berlusconi disponeva di un dispositivo di protezione di “primo livello”, mantenuto per i dodici mesi successivi alle sue dimissioni, secondo quanto previsto dalla legge. Alla fine dell’anno scorso la situazione è stata nuovamente valutata e si è deciso di continuare ad assicurare all’ex presidente del Consiglio il “medesimo livello di protezione, numericamente inalterato”.

In questi giorni si è andato completando il passaggio della responsabilità del servizio di scorta dall’Aisi (che se ne doveva occupare fino a novembre, per un altro anno appunto) al Viminale: a vigilare sulla sicurezza di Berlusconi, attualmente impegnato nella campagna elettorale, saranno i carabinieri, anche se alcuni aspetti “tecnici” continueranno a essere di pertinenza dell’apparato dei servizi di sicurezza.

BERLUSCONI SULLA MAFIA - “L’ho già giurato sulla testa dei miei figli e dei miei nipoti”, ricorda Silvio Berlusconi a Radio 2, in merito a suoi presunti rapporti con la mafia. “Io sono stato colpito dalla mafia per minacce verso i miei figli e ho dovuto portare la mia famiglia fuori Italia per un’estate. Poi ho deciso che non potevamo stare loro di là e io di qua e siamo andati in Spagna”.

SULLA SENTENZA DI SEPARAZIONE - E’ stata una “sentenza inaspettata, assolutamente irrealistica, credo che dovrò intervenire, finora avevo lasciato fare agli avvocati, penso che prossimamente incontrerò mia moglie”, afferma Berlusconi. “C’e’ stata una notizia tempo fa di un incontro ma non era vera”, rivela.
 

SU OBAMA - “Non c’è nessuna debolezza, abbronzato era un complimento, vorrei avere il suo colore che fa salute”. Cosi’ Silvio Berlusocni, a Radio 2, non rimpiange di aver dato dell’abbronzato al presidente americano Barak Obama.