Brindisi, 14 febbraio 2013 - “La politica deve essere meno corrotta”. Lo ha detto a Brindisi il premier Mario Monti, davanti alla platea degli studenti dell’istituto Morvillo-Falcone. “C’è una parte della politica che getta nello sconcerto i cittadini” ha aggiunto Monti, precisando: “La politica deve essere meno corrotta e anche costare di meno”. E ha continuato: “Grazie alle riforme messe in campo l’Italia avrà il 6% in più del Pil in 5 anni”.

A margine dell’incontro con gli studenti, ha anche detto: “C’è un enorme ammontare di denaro assorbito da apparati pubblici troppo grandi, molto spesso improduttivi, che vengono tenuti in vita per fare gli interessi di ambienti vicini ai partiti politici. Occorre quindi - ha concluso - che la società civile si impegni di più per dare meno spazio ai partiti tradizionali e determinare una vera riscossa civica”.
 

La disoccupazione “è il dramma principale dell’Italia, è un dramma che si è costruito nei decenni con tanta disattenzione verso i veri problemi del Paese. Il vero costo della politica è sì quello della casta, ma è soprattutto il costo del non decidere, di rimandare le cose. Adesso che la situazione del bilancio dello Stato italiano è stata rimessa a posto, dopo i rischi gravissimi che abbiamo corso, ci sono tutte le premesse per andare verso lo sviluppo, andando avanti con le riforme strutturali avviate, che sono quelle del mercato del lavoro, le infrastrutture realizzate più rapidamente e in tempi meno biblici, ma soprattutto con i tagli alla spesa pubblica improduttiva”. E' ciò che ha affermato Mario Monti a Taurisano.
 

Però, ha precisato Monti, “questo significa una svolta, significa che dopo questa parentesi in cui abbiamo dovuto evitare che l’Italia finisse come la Grecia, e ce l’abbiamo fatta con lo sforzo di tutti gli italiani, è essenziale andare avanti con le riforme e non tornare ad una politica di tipo tradizione che, come abbiamo visto, da’ tanti segni di inefficacia, di inconcludenza. I partiti - ha detto ancora - non sono riusciti a fare la riforma della legge elettorale, per questo noi insistiamo su un coinvolgimento più diretto della società civile”.

“Il nuovo governo non dovrà attuare una manovra correttiva, non è necessario. I dati sono negativi ma grosso modo in linea con le aspettative”. Lo ha detto il premier Monti a Lecce a margine di un incontro con l’arcivescovo Domenico D’Ambrosio. “Non c'è bisogno di una manovra correttiva perché gli obiettivi del bilancio pubblico sono fissati e concordati con l’Unione Europea su termini di saldo strutturale, il che significa che se la congiuntura va un po’ peggio o un po’ meglio del previsto, il saldo strutturale, che è corretto per tenere conto della congiuntura, non deve essere cambiato”. 

IO E VENDOLA? LONTANI ANNI LUCE - Monti ha ribadito il concetto espresso già ieri rispondendo ai giornalisti a Lecce: ‘’Io e Vendola siamo lontani anni luce come visione del mondo e di quello che serve per far aumentare l’occupazione e soprattutto l’occupazione per i giovani. Se poi lui dovesse cambiare opinione, si può sempre ridiscutere tutto’’.