Milano, 25 febbraio 2013 - La Lega ‘resiste’ in Lombardia, subisce un tracollo in Veneto e Piemonte e rischia la scomparsa nelle regioni del centro Italia. Nel giorno in cui il Carroccio festeggia il risultato delle rinnovata coalizione con il Pdl, che, grazie al premio di maggioranza regionale impedisce la vittoria del centrosinistra al Senato, in via Bellerio si fanno i conti dei voti persi rispetto alle politiche del 2008, attendendo, però, con “fiducia” l’esito dello spoglio lombardo, che vede Roberto Maroni candidato in prima persona per la poltrona di governatore.

Eclatante la perdita di consensi in Veneto (dal 27% circa all’11% al Senato) e in Piemonte (dal 12% al 5,8%), le due regioni governate dai ‘lumbard’. Più contenuto il calo in Lombardia (dal 21% al 14%), dove, però, il netto vantaggio del centro-destra al Senato fa ben sperare, in casa Lega, in un’affermazione di Maroni alle regionali.

Il risultato veneto, pur se atteso, è quello che più crea scompiglio nel movimento, con l’ex sfidante di Flavio Tosi, Massimo Bitonci, che chiede un nuovo congresso della Liga (“se i militanti lo vorranno”, precisa) mettendo cosi’ in discussione la poltrona di Tosi alla guida del partito in regione. Non a caso, il primo dei leghisti ad andare in tv a commentare i risultati è, nel pomeriggio, proprio il sindaco di Verona. “Dal punto di vista delle politiche l’alleanza con Berlusconi l’abbiamo pagata”, si giustifica Tosi, “è chiaro che se questa alleanza ci consentirà di governare in Lombardia con Maroni sarà valsa la pena, alla luce di questo risultato strategico”. Non vuole commentare i dati, invece, Luca Zaia.


“Qualora ci fosse un calo elettorale - afferma il governatore veneto - le motivazioni non vanno scaricate in capo a terzi o, peggio ancora, in capo al cittadino come nella peggior tradizione della politica italiana, ma sono da cercare”.

Fonte Agi