Roma, 26 febbraio 2013 - Il dato nazionale indica che il Partito democratico ha perso il 30% dell'elettorato che lo aveva scelto nel 2008. E' quanto emerge dall'analisi dell'Istituto Cattaneo che ha esaminato l'andamento del voto ai partiti nelle elezioni politiche appena concluse. I dati del 2013 sono stati messi a confronto con le consultazioni analoghe del 2008.

In particolare, il Pd nel 2013 ha perso 3.435.958 voti rispetto alle precedenti elezioni politiche, pari a una contrazione del 28% (-28,4%). Il calo è stato significativo e diffuso sull'intero territorio nazionale, ma con picchi superiori alla media nelle regioni meridionali (-37% rispetto al 2008) e del Centro. In particolare, la perdita più importante si è avuta in Puglia (-44,8%), Basilicata e Calabria (-39,4%), Abruzzo (-36,5%).

In generale, il partito di Bersani subisce un arretramento considerevole lungo tutta la dorsale adriatica, ossia nell'area economicamente più dinamica del Centro-Sud. In controtendenza va il dato del Molise, unica regione dove il Pd ha migliorato la sua posizione guadagnando circa 7.000 voti, pari al 20% in più. Perdite 'minori', comunque nell'ordine di oltre 1/5 dell'elettorato del 2008, si sono altresì registrate nelle regioni settentrionali. Anche la 'zona rossa' ha conferito al Pd un numero assai minore di consensi, pari a un declino di oltre un quarto dei voti del 2008 (-26,3%).

Ancora peggio è andata al Pdl. Il dato nazionale indica che il Popolo della libertà ha perso circa la metà dell'elettorato che lo aveva scelto nel 2008. Il partito di Berlusconi ha subito una riduzione dei consensi tra il 2008 e il 2013 pari a quasi il 50% (-46%, 6.296.744 voti). In particolare nelle regioni centrali della penisola il Pdl ha visto ridursi il proprio elettorato esattamente della metà (-50,1%), mentre nel resto delle aree considerate la variazione si e' attestata tra il -44% e il -48%. L'unica area in cui il Pdl ha 'contenuto' la sconfitta è stato il Nord-est, patria del 'forzaleghismo', in cui la riduzione dei voti è stata inferiore al 40% (-39% in media, -34% in Veneto).

Anche la Lega Nord ha perso oltre la metà dei consensi raccolti nel 2008 (-54%, 1.631.982 voti) con una
riduzione molto superiore alla media nelle regioni della 'zona rossa' (-68%)
, area in cui il partito di Bossi si era esteso proprio in occasione della vittoria di Berlusconi mostrando una capacità di penetrazione a Sud del Po. L'evoluzione è stata più negativa nelle roccaforti del Nordest (-61%), mentre nel Nord-ovest (-49%) il forte declino in Piemonte (-64,3 %) e Liguria (-68%) è stato solo parzialmente compensato da una perdita minore in Lombardia ("solo" il 44,2% in meno).