Roma, 7 marzo 2013 - Silvio Berlusconi è stato condannato a 1 anno di reclusione per rivelazione di segreto d’ufficio nel processo Unipol in relazione alla pubblicazione della telefonata in cui Piero Fassino diceva a Giovanni Consorte: “Allora abbiamo una banca”. Il fratello Paolo è stato condannato a due anni e tre mesi per rivelazione di segreto e ricettazione.

RISARCIMENTO PER FASSINO - Oltre a condannare Silvio e Paolo Berlusconi, i giudici di Milano hanno stabilito un risarcimento di 80 mila euro a favore di Piero Fassino, che si era costituito parte civile nel processo. Silvio Berlusconi era imputato in concorso in rivelazione di segreto d’ufficio insieme al fratello Paolo, che era accusato anche di ricettazione e millantato credito, per le quali è stato assolto.

IL FATTO - Silvio Berlusconi risponde di concorso in rivelazione di segreto di ufficio con il fratello Paolo in relazione all’ormai nota intercettazione Fassino-Consorte (‘’abbiamo una banca?’’) avvenuta nel 2005 in piena scalata a Bnl da parte della compagnia assicurativa bolognese. L’intercettazione quando era ancora coperta dal segreto istruttorio venne pubblicata da Il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi. Il tribunale non ha disposto alcuna misura interdittiva nei confronti dell’ex premier.

BERLUSCONI: "PERSECUZIONE INTOLLERABILE" - Silvio Berlusconi in una nota contesta apertamente la condanna in merito al processo Unipol, auspica una “vera e completa riforma della giustizia”. “E’ davvero impossibile - sottolinea - tollerare una simile persecuzione giudiziaria che dura da vent`anni e che si ravviva ogni qual volta vi sono momenti particolarmente complessi nella vita politica del Paese”. “Soltanto una vera e completa riforma della giustizia - aggiunge il leader del Pdl - potrà consentire che ai cittadini italiani non accada ciò che continuamente accade a me da 20 anni e che continuerà ad accadere, poiché sono ben conscio che anche nei prossimi appuntamenti giudiziari non vi sarà spazio per le doverose assoluzioni che dovrebbero essere pronunciate nei miei confronti e che solo in Corte di Cassazione sarà possibile, come accaduto puntualmente ieri, ottenere giustizia”.

“La sentenza del Tribunale di Milano sulla vicenda Unipol - spiega Berlusconi nella nota comprova quanto sostengo da sempre. Sono stato oggetto di migliaia di articoli di giornali e di trasmissioni televisive che hanno propagato ogni e qualsivoglia notizia di indagine sia coperta da segreto sia con divieto di pubblicazione. Ho presentato decine di denuncie in merito e mai e poi mai si è arrivati ad un processo. In un caso hanno addirittura smarrito il fascicolo con la mia denuncia”. “E per la pubblicazione su un giornale non controllato in alcun modo da me, senza neppure portare a processo il direttore responsabile dell`epoca, mi si condanna perché - osserva - avrei prima della pubblicazione ascoltato la intercettazione in oggetto. Mai l`ho ascoltata ma anche se l`avessi ascoltata, e non è vero, tutti hanno escluso che vi sia mai stata una mia compartecipazione a tale pubblicazione”.

PRESCRIZIONE IN AGGUATO - I fatti del processo Unipol per i quali Silvio Berlusconi è stato condannato a un anno di reclusione e il fratello Paolo a 2 anni e 3 mesi si prescrivono a metà settembre. Lo si apprende da fonti giudiziarie.

SANDRO BONDI - “In un Paese come l’Italia, in cui il segreto istruttorio è una barzelletta, la sentenza di oggi suona come un ridicolo insulto all’intelligenza e alla giustizia”, dice un Sandro Bondi che per una volta abbandona i toni pacati e riflessivi e avverte che “di questo passo salirà nel Paese una aperta ribellione nei confronti di un certo modo di amministrare la giustizia: una ribellione civile e democratica, ma pur sempre - sottolinea il coordinatore Pdl - una vera e propria ribellione”.

SACCONI - "La condanna di Silvio Berlusconi per concorso in rivelazione del segreto d’ufficio in relazione al dialogo tra Piero Fassino e Giovanni Consorte sulla tentata scalata di Unipol a BNL è la più palese dimostrazione dell’anomalia giudiziaria italiana’’. E’ quanto sostiene Maurizio Sacconi del Pdl. ‘’Tanto più in un paese nel quale il segreto d’ufficio viene sistematicamente violato - ed ovviamente a senso unico - per ottenere condanne mediatiche sommarie, è ancora più assurda e rivelatrice questa condanna, che si colloca nel più generale tentativo di delegittimare il leader della seconda area politica. L’Italia non avrà futuro - conclude Sacconi - se in essa non prevarranno componenti istituzionali, politiche e sociali capaci di organizzare la pacificazione nazionale ed il superamento di conflitti di potere ancor più insostenibili nel tempo della grande crisi economica e sociale".

CICCHITTO - “Oramai non c’è più solo il problema dei singoli magistrati che scendono in politica, bensì quello di Csm e Anm che agiscono come se fossero spezzoni di soggetti politici che intervengono su tutto, dalle leggi al vero e proprio dibattito politico. Così facendo si trasformano di fatto in veri e propri soggetti politici”. Lo ha dichiarato in una nota Fabrizio Cicchitto, capogruppo uscente del Pdl alla Camera.

IL LEGALE DEL CAVALIERE - “È una sentenza di condanna veramente sorprendente, non c’erano e non ci sono prove a carico del presidente Berlusconi”. È questo il commento dell’avvocato Piero Longo sulla sentenza che ha condannato l’ex premier a un anno di reclusione per rivelazione di segreto d’ufficio e il fratello Paolo a due anni e tre mesi.

LEGALE DI FASSINO - ‘’Il collegio ha riconosciuto la responsabilità penale degli imputati Silvio e Paolo Berlusconi’’. Cosi’ l’avvocato e professore Carlo Federico Grosso, legale di Piero Fassino. "Noi avevamo chiesto un milione di euro - ha aggiunto l’avvocato - per dare un messaggio forte e per il danno morale rilevante, ma la sentenza è in linea con processi di questo tipo’’.

RUBY, SILVIO SALTA L'UDIENZA - Silvio Berlusconi, attraverso i suoi legali, ha depositato un certificato medico in cui si parla di un grave disturbo alla vista per chiedere il legittimo impedimento per l’udienza di domani del processo Ruby. Stando a quanto ha precisato l’avvocato Longo, l’ex premier salterà anche l’incontro previsto per domani con il premier Monti.  Silvio Berlusconi, attraverso gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, aveva gia’ depositato un’istanza di legittimo impedimento per l’udienza di domani nella quale e’ prevista la conclusione della requisitoria dei pm di Milano. In questa istanza aveva segnalato di avere due impegni: l’ufficio di presidenza del Pdl e un incontro con il premier Mario Monti che nei giorni scorsi aveva invitato in incontri separati il leader del Pdl, Bersani e Grillo in vista del vertice europeo del prossimo 14 marzo.

L’ex premier poi, secondo quanto ha riferito l’avvocato Longo, ha depositato una ‘integrazione’ alla richiesta di legittimo impedimento che riguarda suoi problemi di salute. Nei giorni scorsi, infatti, si era saputo che il cavaliere sta soffrendo di una forma di congiuntivite e nel certificato medico depositato per l’udienza di domani, stando a quanto e’ stato riferito, si indica un grave disturbo alla vista. L’ex premier dunque sara’ costretto a saltare, come ha chiarito l’avvocato Longo, anche l’incontro con il premier Monti. I giudici domattina dovranno dunque decidere sulla richiesta di legittimo impedimento in relazione, in particolare, al problema di salute del leader del Pdl.