Roma, 11 marzo 2013 - 'Primo giorno di scuola' per i neo parlamentari. Riflettori puntati sui grillini, mentre il Pdl, riunito a Milano, valuta la possibilità dell’Aventino, non partecipando alle prime sedute del Parlamento. L’ipotesi, discussa nel corso della riunione presieduta dal segretario Angelino Alfano, potrebbe essere annunciata domani al Capo dello Stato, in occasione dell’incontro che si svolgerà al Quirinale. Il Pdl, inoltre, ha interrotto la riunione e i parlamentari di via dell’Umiltà si sono recati davanti al palazzo di Giustizia milanese per protestare contro quello che ritengono un accanimento contro il presidente Silvio Berlusconi.

AVANCE DI PUPPATO - Intanto a Beppe Grillo - che ieri ha chiuso la porta un'altra volta minacciando di ritirarsi dalla politica qualora il M5S avesse votato la fiducia - arriva una nuova 'avance' del Pd. Ad avanzarla è Laura Puppato."Sto preparando una piattaforma programmatica sul web con punti qualificanti di cambiamento radicale e con l’indicazione dei tempi per fare una seria di riforme" che possano essere condivise e dettagliate insieme da da Pd, 5 Stelle, Sel, Scelta Civica e società civile per "attuare un programma per circa un anno" di Governo", propone la neo senatrice raccontando al Messagero di voler fare ogni sforzo affinchè abbia successo il tentativo di far governare Pier Luigi Bersani anche con i voti grillini.

"Grillo - ha detto Puppato - non l’ho ancora chiamato. Una telefonata la farò, ma non è questa la cosa importante. Ma per carità: Nessuna offerta di poltrone, nessun mercateggiamento. Nè Bersani ha mai offerto la presidenza della Camera ai 5 Stelle. Si sta cercando di mettere in moto - ha poi spiegato Puppato ai microfoni di Radio Città Futura- un Governo, anche temporaneo, pure di un anno, che possa soddisfare, dal punto di vista programmatico, entrambe le realtà politiche: il MoVimento Cinque Stelle e il Partito Democratico. Le scelte saranno fatte non sull’onda delle profferte di ruoli ma su temi concreti".

GRILLO: "BERSANI RESTITUISCA I RIMBORSI ELETTORALI" - L'ex comico genovese, però, ribadisce anche oggi via Twitter il suo no alla fiducia a un governo che sia diverso da uno 'cinque stelle'. Quindi alza il tiro nei confronti del Pd, sfidando Bersani a restituire i rimborsi elettorali. "Per facilitare il compito ho preparato il documento che Bersani può firmare per ufficializzare il rifiuto. Bersani, firma qui! Meno parole e più fatti", scrive Grillo dal suo blog, avviando anche una campagna via Twitter indirizzata al segretario Pd.

"Il MoVimento 5 Stelle rinuncia ai contributi pubblici, previsti dalle leggi in vigore, per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici e non richiederà nè i rimborsi per le spese elettorali, nè i contributi per l’attività politica", ricorda Grillo. "Si tratta - spiega - di 42.782.512,50 di euro che appartengono ai cittadini, anche in virtù di un referendum. Il M5S li rifiuta esattamente come per le elezioni amministrative. Le spese per la campagna elettorale sono state integralmente sostenute grazie ai contributi volontari raccolti e verranno comunque rendicontate. Il MoVimento 5 Stelle, anche tramite i propri eletti, svolgerà ogni azione diretta ad assicurare che i contributi ad esso spettanti non vengano erogati ad altre forze politiche, ma trattenuti all’Erario".

"Il mio auspicio è che tutte le forze politiche seguano il nostro esempio, in particolare - incalza - il pdmenoelle al quale spetta la quota più rilevante: oltre 45 milioni di euro (al pdl "solo" 38). Non è necessaria una legge, è sufficiente che Bersani dichiari su carta intestata, come ha fatto il M5S, la volontà di rifiutare i rimborsi elettorali con una firma".

"CHI SI ACCORDA CON IL PD E' FUORI" - Anche Roberta Lombardi, prossima capogrupo del Movimento 5 Stelle alla Camera, è tornata a escludere un accordo con il Pd per la formazione di un governo. "Escludo categoricamente ogni appoggio e se qualcuno deciderà di farlo è fuori dal Movimento", ha spiegato all’uscita della Sala del Mappamondo di Montecitorio dopo la registrazione come deputato.

M5S: "SI' A SOLUZIONE BELGIO" - "Accordi non se ne fanno - ha spiegato invece il capogruppo del M5s al Senato Vito Crimi - se gli altri partiti decidono di offrirci la presidenza di una camera, diremo grazie. Noi comunque - conclude - presenteremo un nostro candidato". "Ci aspettiamo un questore e un vicepresidente alla Camera e un questore e un vicepresidente al Senato", ha aggiunto Crimi.

Comunque nei pensieri dei neoparlamentari del Movimento 5 stelle non c’è solo il modello Sicilia. "Il Parlamento c’è, le commissioni si possono insediare, si può legiferare", ha piegato ancora ai cronisti Crimi. Siamo di fronte a un’ipotesi di tipo belga, dove c’è voluto più di un anno e mezzo per fare il nuovo Governo? "Sì, perché no? - ha replicato -. Non sta a noi la soluzione, la palla è al presidente Napolitano. La nostra proposta è un Governo 5 stelle e i 20 punti di programma".

CICCHITTO CAUSTICO - La fase politica è delicata e dobbiamo vedere come va a finire: "il Pd sta con il piattino in mano davanti ai grillini e quindi dobbiamo vedere l’esito di questa richiesta di misericordia politica che loro stanno facendo nei confronti di Grillo e dei suoi parlamentari", dice Fabrizio Cicchitto, a margine dell’assemblea degli eletti che sta per iniziare a Milano alla quale parteciperà anche il segretario Angelino Alfano.

BERSANI - Di pare opposto, invece, il segretario del Pd. "Non sono in corso delle diplomazie, noi vogliamo coltivare all’aperto una idea: avviare una legislatura all’insegna del cambiamento", ha detto Pier Luigi Bersani parlando all'assemblea degli eletti al teatro Capranica. Poi ha ammonito: "Non si diffonda l’idea nemmeno da casa nostra che noi stiamo andando a cercare deputati senatori, non l’accetto, ci interessano le posizioni davanti al Paese".

"Non intendo sentire in giro che quando si discute di istituzioni si fa scambio di poltrone, dobbiamo adempiere un compito istituzionale di dare un governo alle istituzioni che non sono di nessuno", ha aggiunto spiegando che "questo non c’entra con il governo".

"Noi non siamo in condizione da soli di garantire un governo a questo Paese, tantomeno gli altri. Tanto meno gli altri hanno avuto questo affidamento dall’elettorato", ha aggiunto  insistendo che bisogna tenere "gli occhi sul Paese, avremo passaggi dentro a una crisi galoppante" e che "il 2013 sarà l'anno peggiore dal 2007 ad oggi in termini di recessione, di disoccupazione, di redditi, e di rischi estremi di povertà".

Pier Luigi Bersani è tornato a sottolineare la differente struttura del Pd rispetto ad altre realtà politiche. "Non ci conosciamo ancora, ma dobbiamo prendere decisioni, in un contesto alternativo. Altri hanno strutture di comando che guidano e guideranno i passi di questi giorni".

"Il nostro tentativo è una porta stretta. Verissimo, ma vorrei capire quale è più larga. Non abbiamo in giro autostrade - ha detto ancora -. Sappiamo che arriveranno sbarramenti tutti i giorni - ha aggiunto - non solo di chi pensa di tenersi libere le mani". Quindi il riferimento a Grillo, senza però mai citarlo esplicitamente. "Un novello principe in formazione non è mai sazio - ha spiegato Bersani -. Vuol tenersi le mani libere e non per l’Italia, ma per qualcosa che si chiama ‘potere’. Noi, invece, facciamo l’inverso. Quel tanto di potere che abbiamo lo mettiamo al servizio di questo Paese e cerchiamo una strada".

Per Bersani, infine, non è solo l'elettorato del M5s, ma anche quello del Pd a chiedere "un grande cambiamento", tuttavia - ammonisce - "il cambiamento non è un belletto" ma "una cosa profonda".

VENDOLA - Convinto che si debbe arrivare alla formazione di un nuovo governo è anche Nichi Vendola. "L’Italia ha bisogno di un governo subito. Il Paese non può permettersi di stare fermo, per sei mesi, neanche per tre - ha detto il leader del Sel ai suoi -. Se andassimo a elezioni sarebbe un calcolo politico e non il bene del Paese".

RENZI - E, in serata, ha parlato anche Matteo Renzi. "Io faccio il tifo perché Bersani ce la faccia, ma non sono ottimista - ha detto il grande sconfitto delle primarie -. Grillo continua a dire no, quindi non sono ottimista. Se Bersani non ce la fa, giocoforza si andrà a votare, non è che si sta cinque anni con un governo Pd Pdl o un governo di minoranza". "Poi quando, come e perché ci si va" alle elezioni - ha concluso il sindaco di Firenze - "non lo sappiamo, che sia tre mesi, sei mesi, un anno o due anni, ma l’esito delle elezioni lascia intendere che certo questa legislatura non sarà la più lunga della storia repubblicana".

Sulla notizia uscita oggi sul Corriere della Sera, relativa ad un presunto dossier sui costi del Pd voluto dallo stesso Renzi, ha spiegato: "Non so cosa significhi richiamare oggi espressioni come dossieraggio. Io sono uno di quelli che non da ora, non dalle primarie, ma addirittura dalla Leopolda, propone di abolire il finanziamento pubblico ai partiti, di dimezzare il numero dei parlamentari e di rendere trasparenti tutte le spese.

"Penso - ha proseguito Renzi - che sia un discorso di serietà il fatto che fino a quando c'è il finanziamento pubblico, i partiti dovrebbero rendere trasparenti on line le singole voci di spesa. Non c'è nessuna attività di dossieraggio, se ci sono da fare delle battaglie politiche, uno le fa dicendo in faccia quello che pensa". Ai cronisti che gli chiedevano se i costi del Pd fossero elevati, Renzi ha risposto: "Quando metteranno on line tutte le spese, potrò rispondere".