Roma, 15 marzo 2013 - Tutto come previsto: la XVII Legislatura, la più incerta della storia repubblicana, inizia con un nulla di fatto. Nella prima giornata per eleggere i presidenti di Camera e Senato, infatti, solo fumate nere. "Dedicheremo le ultime ore della giornata a insistere per trovare una soluzione condivisa. Noi siamo disposti a rinunciare a una delle due cariche per una convergenza - dice in serata il senatore del Pd, Nicola Latorre -. Questo discorso è separato, però, da qualsiasi discorso politico o di governo". Alla domanda su quale delle due presidenze sacrificherebbe il Pd, risponde: "Dipende dall'intesa che si raggiunge".

Intanto Pierluigi Bersani ha riunito nel suo studio Enrico Letta e Dario Franceschini. Con un breve passaggio all'incontro di Pier Ferdinando Casini accompagnato da Lorenzo Cesa. "Ho solo salutato un amico", assicura però il leader dell'Udc.

L'obiettivo è trovare un accordo, da cui però si tira fuori il Pdl attraverso le dichiarazioni del suo presidente Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, oggi assente in aula, prima di lasciare il San Raffaele in serata (FOTO), in una nota al Tg4 afferma: "In questo quadro davvero sconfortante, essendo stata respinta irresponsabilmente dal Pd la nostra disponibilità a farci carico delle responsabilità di garantire un governo al Paese, noi ci chiamiamo fuori da ogni trattativa di spartizione delle principali cariche istituzionali".

''La gravità della crisi economica in cui versa l'Italia sfugge purtroppo alla maggioranza delle forze politiche, impegnate in un balletto di dichiarazioni irreali, di mosse e contromosse opportunistiche, di tatticismi irresponsabili" insiste ancora Berlusconi. E conclude: "Ci auguriamo solo che l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica non avvenga nello spirito di occupazione di tutte le istituzioni democratiche, così come avvenne dopo le elezioni del 2006''. 

Poi, all'uscita dall'ospedale, aggiunge rispondendo alle domande dei giornalisti: "Se ci saranno persone con la testa sulle spalle, questo governo si deve fare". "Chi si sottraesse a questa responsabilità - spiega ancora il Cavaliere - non dovrebbe stare in politica".

LA GIORNATA (VIDEO)

Inizio a Palazzo Madama: 313 senatori votano, 246 sono le schede bianche. Tutti lontano da quota 161, il minimo sindacale per l’elezione. Il grillino Orellana ottiene 52 voti, Sibilia 4, Mussolini 3, Compagna 2, Colombo 1. Uno persino Scilipoti.

Anche il secondo scrutinio va a vuoto. D’altronde non è cambiata l’indicazione dei gruppi, eccetto M5S, di votare scheda bianca. Anche per la seconda votazione era necessaria la maggioranza assoluta dei componenti cioè 160 voti.

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi domani mattina per procedere ad una nuova votazione nella quale sarà eletto chi raggiungerà la maggioranza assoluta dei presenti. Nel caso in cui nessuno la tocchi, si svolgerà nella stessa giornata di domani, un ballottaggio fra i due candidati che nel terzo scrutinio abbiano raggiunto il maggior numero di voti.

La scena si ripete una prima volta a Montecitorio: Roberto Fico, grillino, raggranella 108 voti (tutti quelli del Movimento 5 Stelle meno il suo, pare), Marantelli 6 voti. Soprattutto sono state 459 le schede bianche e 24 quelle nulle.

Votazione ripetuta nel primo pomeriggio, con analoghi risultati: Fico 110 voti, ma le bianche sono 450.
Tutto ancora in alto mare, insomma, e apre difficile che lumi possano giungere dalle prossime votazioni.
 

E infatti è ancora una fumata nera in Aula a Montecitorio al terzo scrutinio per l’elezione del presidente della Camera. Le schede bianche sono state 428, 113 i voti per il candidato del Movimento 5 Stelle Roberto Fico, 9 le schede nulle. Il quarto scrutinio si svolgerà domani mattina dalle 11.
 

I deputati Cinque Stelle si sono applauditi al termine della terza votazione alla Camera per il presidente (andata a vuoto), dopo che il presidente provvisorio Antonio Leone ha comunicato i risultati. L’applauso è partito dal candidato del Movimento, Roberto Fico, ed è stato subito ripreso dagli altri deputati.

GRILLINI: INUTILE SPRECO DI SOLDI - "Questa giornata è solo un inutile spreco di denaro pubblico, una giornata assurda" nella quale "si spendono inutilmente 420mila euro". Lo ha detto, parlando con i giornalisti alla Camera, la capogruppo in pectore del M5s, Roberta Lombardi, in merito alle votazioni sul presidente della Camera.

Lombardi critica il metodo di votazione: "Si potrebbe usare il voto elettronico, così in mezz’ora tutto era finito e persone pagate profumatamente dai contribuenti potrebbero dedicarsi ad altro".

VENDOLA: SI' A CANDIDATO M5S - "L’auspicio è che si possa determinare una scelta in favore di un candidato del Movimento cinque Stelle’’: lo dice il leader di Sel Nichi Vendola, nel corso di una conferenza stampa, in merito all’elezione del presidente della Camera e sottolineando di auspicare un "atto unilaterale del centrosinistra che decidesse questo’’.

ALFANO E BERSANI - Botta e risposta tra Alfano e Bersani. Governo di garanzia sì, governo che danneggia l’economia no, piuttosto elezioni a giugno", dice Alfano. E ancora: "No a un Presidente della Repubblica che non sia garante. Non vogliamo presidenza di Camera o Senato".  E ancora: "Il Pd è all’accanimento terapeutico", ha sostenuto il segretario del Pdl.

"Non gli rispondo neanche.... bisogna fare quello che bisogna fare", commenta Pier Luigi Bersani, a margine della prima seduta della Camera.

Bersani scherza poi sui grillini: "Forti ‘sti ‘grillini’, fanno le loro riunioni al chiuso, blindati... poi quando devono andare dal Capo dello Stato vogliono lo streaming, furbi eh? Ma anche loro non inventano niente di nuovo". In che senso? "Basta leggere ‘Stato e Rivoluzione’ di Lenin.
Per Lenin bisognava creare dei cunei di attacco da introdurre negli spazi lasciati aperti dai borghesi e da lì si doveva procedere mettendo in crisi tutto il sistema, facendoli impiccare da soli. Niente di nuovo".

SUBITO SI DIMETTE GIOVANNA MANGILI, M5S - Prima ancora dell’elezione del Presidente del Senato, arrivano le prime dimissioni dalla carica di senatore. Sono quelle di Giovanna Mangili, eletta con il MoVimento 5 Stelle.

A darne comunicazione all’Aula è il presidente anziano Emilio Colombo: "La senatrice Giovanna Mangili rassegna per motivi personali le proprie dimissioni dalla carica parlamentare. Le dimissioni saranno portate all’attenzione dei Capigruppo, ai fini della calendarizzazione in Aula" che dovrà votare per accogliere o meno le dimissioni.

APPLAUSI PER IL PAPA - "Sono sicuro di interpretare il pensiero di tutti rivolgendo a lui un rispettoso e fervido augurio per un fecondo pontificato". L’Aula del Senato ha sottolineato con un lungo applauso il pensiero che il presidente della seduta inaugurale, Emilio Colombo, ha rivolto a Papa Francesco, durante il discorso di apertura della XVII Legislatura.