Roma, 16 marzo 2013 - Fumata bianca in ParlamentoLaura Boldrini (Sel) è stata eletta al quarto scrutinio presidente della Camera dei deputati (BOLDRINI IL DISCORSO); Pietro Grasso (Pd) è stato eletto presidente del Senato della Repubblica, anch'egli al quarto scrutinio (GRASSO IL DISCORSO).

BOLDRINI PRESIDENTE DELLA CAMERA - Come detto, Laura Boldrini, deputata di Sel, è la presidente della Camera della XVII Legislatura. Un lungo applauso (VIDEO) di tutto l'emiciclo di Montecitorio è scattato a scrutinio ancora in corso. Su 618 votanti, la Boldrini ha ottenuto 327 voti (meno dei 340 sui quali può contare la maggioranza) e Fico (candidato 5 Stelle) 108. I voti dispersi sono stati 18. Le schede nulle 10, quelle bianche 155. Roberto Fico è stato applaudito dai deputati 5 Stelle. Ha incassato e poi ha sceso le scale per cercare la neoeletta presidente. Ha incontrato però Pier Luigi Bersani, e lo ha superato senza intrattenersi: un brevissimo saluto e poi è uscito dall'aula. Laura Boldrini è la terza donna, dopo Nilde Jotti e Irene Pivetti, ad essere eletta Presidente della Camera nella storia repubblicana. E' la seconda volta che l'assemblea di Montecitorio sarà guidata da una donna che proviene dalla sinistra: Jotti dal Pci, Boldrini è stata eletta con Sel. La Pivetti era della Lega.

IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO - E’ iniziato con un omaggio al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il primo intervento della Boldrini come presidente della Camera. “Care deputati e deputati, permettetemi di esprimere il mio più sentito ringraziamento per l’alto onore e responsabilità che comporta il compito di presiedere questa assemblea”, ha detto. “Vorrei rivolgere il mio saluto rispettoso e riconoscente e quello dell’assemblea al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che è custode rigoroso dell’unità del paese e dei valori della Costituzione repubblicana”. 

La Boldrini si è presentata dicendo "arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. Un'esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera". "Insieme riusciremo ad affrontare l’impegno straordinario. Questa aula darà ascolto alla sofferenza sociale di una intera generazione”, ha aggiunto ricordando i numerosi giovani costretti a cercare lavoro all’estero. In quest’aula è stata scritta la Costituzione e “dobbiamo impegnarci a restituire vera dignità a ogni diritto”, ha proseguito, a condurre “una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri. La responsabilità di questa istituzione sta nella capacità di saperli rappresentare e garantire uno a uno i diritti della Costituzione”.

GRASSO PRESIDENTE DEL SENATO - Pietro Grasso è il nuovo Presidente del Senato (PIETRO GRASSO LA SCHEDA). Ha superato nel ballottaggio al quarto scrutinio l’ex presidente di palazzo Madama Renato Schifani, candidato dal Pdl. L’applauso tra i banchi del Pd all’indirizzo del senatore Piero Grasso è scoppiato a scrutinio ancora in corso. Tutti i senatori Pd si sono rivolti verso l’ex Procuratore nazionale antimafiaseduto in ultima fila nei banchi del Pd, ma il primo a cantare vittoria è stato il senatore Ignazio Marino che ha sussurrato ai colleghi di partito: “Ci siamo”. Lo stesso Marino pochi minuti primi aveva richiamato severamente un paio di colleghi seduti nei primi banchi che avevano accennato un applauso. Grasso ha vinto con 137 voti.

SCHIFANI SI COMPLIMENTA - Renato Schifani sale tra i banchi del Pd e va a stringere la mano all’avversario Piero Grasso che poi viene acclamato da tutto il suo partito che si alza in piedi per complimentarsi con lui. Il risultato ufficiale dello spoglio non è stato ancora proclamato ma scoppia la soddisfazione. C’è anche un altro applauso, questo è riservato a Renato Schifani, l’altro competitors del ballottaggio, e a tributarglielo sono i suoi colleghi di partito, in primis l’ex capogruppo Maurizio Gasparri. Fermi e silenziosi ai loro banchi i senatori ‘grillini’.

IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO - Il nuovo presidente del Senato Piero Grasso (Pd) ha reso omaggio, nel suo discorso di insediamento, al nuovo papa Francesco e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, raccogliendo il convinto applauso dell’aula di palazzo Madama. “Di quanto radicale e urgente sia il tempo del cambiamento - ha osservato - lo dimostra la scelta del nuovo Pontefice, Papa Francesco, i cui primi atti hanno evidenziato un`attenzione prioritaria verso i bisogni reali delle persone”. “Voglio in conclusione rivolgere a nome dell`assemblea dei senatori e mio personale un deferente saluto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, supremo garante - ha detto ancora l’ex procuratore nazionale antimafia - della Costituzione e dell`unità italiana che con saggezza e salda cultura istituzionale esercita il suo mandato di Capo dello Stato”. “Desidero anche ringraziare il mio predecessore, il senatore Renato Schifani, per l`impegno profuso al servizio di questa assemblea”, ha detto ancora Grasso. “Un omaggio speciale indirizzo - ha proseguito - ai presidenti emeriti della Repubblica, ai senatori a vita e a Emilio Colombo che ha presieduto con inesauribile energia la fase iniziale di questa XVII legislatura, lui che ha visto nascere la Repubblica partecipando ai lavori dell`Assemblea costituente”. Prima il richiamo alla politica: "Penso alla politica che va cambiata e ripensata dal profondo nei costi, nelle regole, nei servizi e nelle consuetudini, nella sua immagine rispondendo ai segnali che i cittadini ci mandano. Quest’aula spero diventi come una casa di vetro’’.

“COMMISSIONE SULLE STRAGI IRRISOLTE”. “Ho dedicato la mia vita - ha spiegato Grasso nel suo discorso di insediamento - alla lotta alla mafia in qualità di magistrato. E devo dirvi che dopo essermi dimesso dalla magistratura pensavo di poter essere utile al Paese in forza della mia esperienza professionale nel mondo della giustizia, ma la vita riserva sempre delle sorprese. Oggi interpreto questo mio nuovo e imprevisto impegno con spirito di servizio per contribuire alla soluzione dei problemi di questo Paese. Ho sempre cercato Verità e Giustizia e continuerò a cercarle da questo scranno, auspicando che venga istituita una nuova Commissione d’Inchiesta su tutte le stragi irrisolte del nostro Paese”.

15 APPLAUSI PER GRASSO - Piero Grasso pronuncia il suo discorso di insediamento davanti ai senatori che accolgono le sue parole con quindici applausi. Applausi talvolta trasversali, come quelli tributati alla citazione di Teresa Mattei, del Papa e del presidente della Repubblica. Silvio Berlusconi, seduto tra i primi banchi, con gli occhiali scuri per l’uveite che l’ha colpito, applaude otto volte. Quando Grasso cita la manifestazione che si è svolta oggi a Firenze per ricordare le vittime della mafia, quando cita le parole della moglie dell’agente Vito Schifani, morto nella strage di Capaci e, tra le altre, anche quando fa riferimento al presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Non si unisce, invece, all’applauso il Cavaliere quando Grasso auspica l’istituzione di una nuova commissione d’inchiesta sulle stragi rimaste impunite. L’unico applauso, comunque, che fa alzare in piedi Berlusconi è quello tributato al presidente uscente del Senato Renato Schifani.

 

CALDEROLI CONTESTA IL VOTO - “Perché il ballottaggio produca un esito è necessario che il vincitore abbia la maggioranza, anche relativa, contando anche le schede bianche”. Parte da questo principio, sancito nell’articolo 4 del regolamento del Senato, il senatore leghista Roberto Calderoli per arrivare a una conclusione shock: “Se dovesse esserci un certo numero di schede bianche - ragiona Calderoli - nessuno dei due contendenti (Piero GrAsso e Renato Schifani, ndr) sarebbe in grado di arrivare a quella maggioranza relativa e dunque la votazione andrebbe annullata”. Proseguendo nel suo ragionamento, Calderoli spiega che “c’è un solo precedente che disapplicò il regolamento: eravamo nel 1994 e parliamo della sfida tra Spadolini e Scognamiglio. Alla quarta votazione Scognamiglio venne eletto con 162 voti su 325. Ma in realtà la maggioranza relativa doveva essere di 163”. La conclusione di Calderoli è una: “Un errore del passato non può cancellare l’articolo 4 del regolamento che recita che ‘è eletto al ballottaggio il senatore che consegue la maggioranza anche se relativa’. Questo rende inequivocabile la necessità di computare anche le schede bianche”. Emilio Colombo però, presidente della seduta, convalida la votazione smentendo Calderoli.

BERLUSCONI CONTESTATO - Fischi in strada all’indirizzo di Silvio Berlusconi all’ingresso a Palazzo Madama. “Siete degli ignoranti, vi dovete vergognare”, ha risposto lui. Senza risparmiare un attacco ai grillini: "Una setta che mi ricorda molto Scientology”.

IL PROLOGO - LE MANOVRE PRIMA DEL SECONDO GIORNO DI VOTAZIONI - Dopo la prima giornata di votazioni a vuoto, Pier Luigi Bersani aveva confermato i candidati del Pd per la presidenza delle Camere: Pietro Grasso al Senato e Laura Boldrini alla Camera. Crimi aveva invece affermato che il Movimento 5 Stelle restava fermo sui nomi di Roberto Fico e Luis Orellana. La scelta del Pdl è ricaduta su Renato Schifani per il Senato, mentre per la Camera ha fatto sapere che avrebbe votato scheda bianca. Schifani è appoggiato anche dalla Lega. Ai 99 voti del Pdl si uniscono così i 17 voti del Carroccio. Scelta civica si è orientata a votare scheda bianca, sia alla terza che alla quarta votazione, mentre i 5Stelle sono rimasti incerti fino all'ultimo, finendo per sostenere "il voto libero".