Roma, 17 marzo 2013 - Nonostante l'anatema di Beppe Grillo ("Chi ha tradito gli elettori si dimetta") c'è chi, tra i neo-senatori del M5s che hanno votato per Pietro Grasso permettendo così la sua elezione a presidente contro il competitor Renato Schifani, esce allo scoperto e rivendica la scelta fatta. Mentre Grillo attacca il Pd pronosticando vita breve per la legislatura.

NESSUNA SPACCATURA - "Non c’è stata nessuna spaccatura. Anzi. L’idea di fondo era chiara: nessun appoggio a Schifani", dice Luis Alberto Orellana, candidato presidente per i 5 stelle, alla Stampa: "Non siamo telecomandati - sottolinea. - Ognuno di noi ha una propria sensibilità. Segue la propria coscienza.
E certamente Pietro Grasso non faceva, e non fa, parte del vecchio apparato". "Non ho idea di come si comporterà alla guida del Senato - spiega Orellana - Ma ho idea di come si è comportato Schifani in passato. In un modo che a me non è mai piaciuto".

CRIMI E I MALPANCISTI - E’ vero, riconosce che votare per Grasso a presidente del Senato “e’ sicuramente una violazione del regolamento del nostro gruppo parlamentare”. Conferma “in ogni parola quanto scritto da Beppe Grillo nel suo minipost”, e dunque “chi viola il regolamento del gruppo automaticamente si puo’ ritenerne escluso”. Ma Vito Crimi, che il gruppo dei grillini al Senato lo guida, anche se la formalizzazione arrivera’ a meta’ settimana, come per tutti gli altri gruppi parlamentari, confessa che “non me la sento, in questo caso specifico, di crocifiggere o mettere alla gogna chi ha fatto questa scelta, sia perché è stato il primo vero appuntamento con questa realtà, sia perché ho vissuto in prima persona come e’ maturata in alcune persone questa scelta”. Riconosce, Crimi che “siamo caduti in una trappola, è inutile nasconderlo, dei vecchi volponi della politica. Avremmo dovuto capirlo subito, ma noi siamo così, ingenui, entusiasti”. E allora, “spero che tutti quelli che hanno chiesto la testa di queste persone si rendano conto della pressione che stiamo subendo, della situazione fuori dall’ordinario in cui ci si trova, catapultati in un mondo in cui siamo come degli alieni, le famiglie lontane, mille pensieri per la testa”. Proprio mentre il loro capogruppo, Vito Crimi, chiede comprensione e invita ad evitare crocifissioni mediatiche e politiche, interviene, sempre da Facebook, anche la capogruppo designata M5S alla Camera. E la posizione di Roberta Lombardi sul caso del voto al Senato e’ molto piu’ asciutta: “Come cittadina e come portavoce del Movimento 5 Stelle - scrive infatti - mi piacerebbe che i miei colleghi senatori che hanno votato Grasso dichiarassero in trasparenza il loro voto e le loro motivazioni per permettere a tutti - sottolinea - di giudicare il loro operato con serenita’”.

VACCIANO - "Lunedì e martedì sarò a Roma per discutere l’opportunità delle mie dimissioni’’. Lo scrive su Facebook Giuseppe Vacciano, senatore del M5S, che dichiara di aver votato Pietro Grasso, contravvenendo alle indicazioni del gruppo. ‘’Se si cercano i colpevoli di ‘alto tradimento ai principi del M5S’, ecco, uno l’avete trovato’’. “A causa delle funzioni da me svolte - ha scritto il senatore grillino - ero posizionato in questi primi giorni d’aula in una posizione fisicamente distante dal gruppo 5 Stelle. Salire sabato pomeriggio su quei banchi e restare tutto il tempo a guardare i volti dei miei colleghi senza poter scambiare una parola è stata una prova durissima, ma più duro è stato portare nel cuore i volti, le lacrime degli amici Siciliani e Calabresi (non solo loro) e leggere il messaggio di una persona che la mafia ha colpito più duramente di tanti altri. Così, di fronte al rischio di vedere nuovamente una persona come quella proposta dal Pdl quale seconda carica dello Stato (non credo che i cittadini italiani meritino una cosa del genere), pure con mille dubbi e consapevole che tra Pd e Pdl non esiste il meno peggio, ho votato Grasso, non potendo più votare per l’unico candidato al quale avrei affidato quell’incarico: Luis Alberto Orellana”.

SI' HO VOTATO GRASSO - "Sì, ho votato Grasso. E con me altri. Perchè la distanza con il personaggio Schifani era ed è enorme. Ma sia chiaro: non abbiamo firmato alcuna apertura di credito al Pd" dice a Repubblica il senatore di M5S Francesco Campanella, un altro di quelli che hanno "confessato".

"C’è stato un dibattito serrato, intenso - ammette - L’indicazione di massima, all’inizio, era quella per la scheda bianca. Poi ci siamo confrontati su due esigenze diverse. Quella di non dare spazio al Pd ma anche quella di sottolineare la distanza enorme fra il personaggio Grasso e il personaggio Schifani".

"Noi siciliani non abbiamo fatto blocco - prosegue Campanella - credo che alla fine i consensi all’esponente del Pd siano arrivati anche da colleghi di altre regioni". Tuttavia non si tratta dell’avvio di un dialogo stabile con i democratici: "Oggi la necessità era quella di individuare una figura che avesse un livello minimo di credibilità. Per noi Schifani non l’aveva, perchè sappiamo chi e quali interessi ha difeso".

APPELLO A GRILLO - "Meno reazioni isteriche e più fiducia!", è il messaggio che Francesco Molinari, senatore del M5S lancia da Facebook a Beppe Grillo. "Leggo stamattina il post sul blog di Grillo sul voto di ieri al Senato. Mi sento di dirgli di stare sereno, non c’è nessun traditore - scrive - Il M5S al Senato è unito: nessuna alleanza nessuna fiducia. Solo un consiglio a chi ha scritto il post. Studiare le differenze fra Cariche Istituzionali e Ruoli politici non farebbe male".

IO, CONTENTA PER LE SCELTE PD - Ha votato per Roberto Fico, ma si dice contenta "che il Pd abbia scelto Laura Boldrini" come presidente della Camera. è il bilancio di Mara Mucci, deputata M5S di Imola che su Facebook ha raccontato la sua giornata ‘romanà, con un accenno anche a quanto accaduto in Senato: "Io non c’ero, ma sono contenta che non sia stato eletto Schifani".

Mucci ha usato parole di ammirazione verso Boldrini, "una donna che ha lavorato per la tutela dei diritti umani, di rifugiati e immigrati"’. Ha tenuto, ha proseguito, "un discorso bellissimo, rivolgendosi subito alle donne, auspicandone una maggiore tutela contro la violenza travestita da amore". Quindi ha ripercorso i temi toccati da Boldrini, sottolineando come alla parola antifascismo "l’emiciclo destro della Camera non si è alzato in piedi ad applaudire, mentre il M5S si è alzato quasi di scatto alle parole della presidentessa".

DIBATTITO ONLINE - "Beppe, che fai, li cacci?". "No, ha ragione. Dimissioni immediate per i 12 traditori!". Sono ore di grande agitazione, per la ‘base'del Movimento 5 Stelle. Dopo il voto che ha visto i senatori del M5S dividersi sul sostegno a Pietro Grasso, sul blog di Beppe Grillo è in corso un dibattito molto acceso tra chi ritiene, come il capo del movimento, che i ‘dissidenti’ debbano ‘trarre le dovute conseguenzè e chi invece difende la libertà di coscienza e la scelta del voto a Grasso.

Questi ultimi appaiono la grande maggioranza dei piu’ votati, tra le migliaia di messaggi giunti al blog di Grillo. Un fiume in piena di insulti, riflessioni, recriminazioni e accuse.

"Con il vostro voto inutile avete resuscitato il cadavere Bersani. Dimissioni immediate per i 12 traditori. Forza Beppe resisti", scrive Giovanni M. e come lui tanti altri che approvano il diktat di Grillo: chi ha votato per Grasso deve lasciare il Movimento, in nome della coerenza ("Bravo Beppe traditori non ne vogliamo. Fuori dalle palle", scrive Fulvio).

Ma moltissimi non sono d’accordo. Al contrario. "Sono per una contrapposizione totale al sistema dei partiti ma sono d’accordo con quei senatori che fra mafia e antimafia hanno scelto l’antimafia", scrive Vittorio Di Battista. Preoccupata Emanuela M.: "Questi toni da caccia alle streghe non sono la nuova politica". "No a epurazioni o espulsioni", dice Daniele Veronese. "Solidarietà a chi ha avuto il coraggio di votare Grasso", scrive Francesco Iardella. E P. Palesone: "Grillo, con queste poche righe ti sei giocato il mio voto e quello di qualche centinaia di migliaia di persone".

Infine, non pochi pongono una questione di trasparenza, come nello stile del M5S. "Possono aver votato anche per il grande puffo, non mi interessa - scrive Dario Verona - ma dov’è il video che documenta la riunione dove si è discusso come votare?". 

GRILLO RIBATTE - Laura Boldrini e Pietro Grasso sono “la foglia di fico” del Pd, secondo Beppe Grillo, che torna sulla vicenda dei presidenti delle Camere e attacca il partito di Pier Luigi Bersani: “Le cariche alla Camera e al Senato sono archiviate, dureranno lo spazio di una legislatura che si annuncia breve. Il pdmenoelle ha giocato l’unica carta che gli è rimasta, quella della ‘foglia di fico’.
Franceschini e la Finocchiaro erano indigeribili per chiunque, anche per gli iscritti. Boldrini e Grasso continuano così la linea già tracciata da Doria e Ambrosoli. E’ fantastico! I parlamentari del pdmenoelle non riescono a esprimere un loro candidato. Non si fidano di sé stessi, soprattutto di sé stessi. Sanno di essere impresentabili e quindi devono presentare sempre qualcun altro. Per loro ci vuole un po’ di conservatorismo compassionevole”. Grillo ipotizza una "legislatura breve". E vede l'inciucio con D'Alema al Quirinale.

IL CODICE DI COMPORTAMENTO - Beppe Grillo nel minacciare l’espulsione dei senatori che non si sono attenuti alle decisioni del gruppo di Palazzo Madama, fa riferimento al punto 4 del regolamento, quello sulla trasparenza, dove si legge che le "votazioni in aula sono decise a maggioranza dei parlamentari del M5S". Immediato il riferimento alla norma sulle espulsioni dal gruppo, il punto 6 del Codice.

"I parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l’espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza. L’espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch’essa a maggioranza".

MOLINARI: MAI FIDUCIA A GOVERNO - “Che sia chiaro: non daremo nessuna fiducia e non faremo accordi con nessuno. Questo si è votato in assemblea e su cui si è ottenuto il consenso e cadere nella trappola mediatica della caccia alle streghe è solo fare il gioco di chi vuole vedere diviso il M5S”. Gli strascichi del voto di ieri al Senato restano, e trovano sfogo sulla Rete. Ed è il senatore 5 Stelle Francesco Molinari, dalla sua pagina Facebook, a chiedere compattezza, rintuzzando le critiche piovute addosso a chi ha votato per Grasso presidente del Senato.

“Calma e siate fiduciosi”, dice Molinari che stamane aveva risposto a viso aperto allo stesso guru 5 Stelle: “Leggo stamattina il post sul Blog di Grillo. Mi sento di dirgli - scriveva - di stare sereno. non c’è nessun traditore. Il M5S al Senato è unito: nessuna alleanza nessuna fiducia. Solo un consiglio a chi ha scritto il post. Studiare le differenze fra Cariche Istituzionali e Ruoli politici non farebbe male. Meno reazioni isteriche e più fiducia!” Poi un ulteriore momento di riflessione: “Come si è deciso con l’accordo di tutti l’unico a poter parlare a nome del gruppo e su temi nazionali è il nostro portavoce-capogruppo. Quella è la linea del gruppo. Vedetevi le dichiarazioni di Crimi su FB o su YT. Ogni altra dichiarazione - avverte - è fatta da chi vuole far apparire il M5S diviso... o peggio vuole lasciare vigliaccamente da soli compagni di battaglia... o pensa ad altro. Io - garantisce - non lascio miei compagni da soli mai”.

DI STEFANO - “Facciamo chiarezza su quello che è accaduto. Io voglio parlare con i senatori e farmelo ribadire da loro ma rispetto il regolamento quindi chiederò che si voti online la loro espulsione dal gruppo”. Lo ha scritto il deputato del Movimento 5 Stelle Manlio Di Stefano sul suo profilo Facebook in seguito a quando scritto da Beppe Grillo sul suo blog dopo l’elezione di Pietro Grasso del Pd in Senato.