Roma, 18 marzo 2013 - Acque agitate nel Movimento 5 Stelle per il caso-Grasso. Oggi, dal blog, Beppe Grillo frena dopo il perentorio diktat di ieri e sulle eventuali espulsioni per i dissidenti che hanno votato Piero Grasso, anche la riunione dei parlamentari del 5 Stelle ha deciso per un rinvio della decisione. Sono questi i punti chiave della giornata grillina.

GRILLO - "La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore", scrive sul suo blog Beppe Grillo. E osserva: "La coppia senatoriale è stata decisa a tavolino dal pdl e pdmenoelle. I due gemelli dell’inciucio sapevano perfettamente che Schifani non sarebbe stato eletto. I capricci di Monti che voleva diventare presidente del Senato, ma è stato costretto a prolungare il suo incarico di presidente del Consiglio e per ripicca aveva minacciato di votare Schifani era una pistola scarica".

"I giochi erano già fatti per mettere in difficoltà il MoVimento 5 Stelle. Qualcuno, anche in buona fede, ci è cascato", aggiunge.

"Lo schema si ripeterà in futuro. Berlusconi proporrà persone irricevibili, il pdmenoelle delle foglie di fico", si legge ancora sul blog. "Il M5S non deve cadere in queste trappole. Comunque, il problema non è Grasso. Se, per ipotesi, il gruppo dei senatori del M5S avesse deciso di votare a maggioranza Grasso e tutti si fossero attenuti alla scelta, non vi sarebbe stato alcun caso. In gioco non c’è Grasso, ma il rispetto delle regole del M5S", prosegue il post.

LE ESPULSIONI - Nel "Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento" sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza e’ citato:- Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S. Non si puo’ disattendere un contratto. Chi lo ha firmato deve mantenere la parola data per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori", conclude.

E  all'ordine del giorno della riunione dei parlamentari a 5 Stelle c'è stato appunto il "caso espulsioni". Il 'Codice di comportamento' prevede che ''i parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice, proporre l'espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza''. 'L'espulsione dovràessere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch'essa a maggioranza'', precisa il punto 6 del regolamento. Peraltro il regolamento prevede che l'espulsione debba venire ratificata anche on line. Dalla riunione però non è uscita alcuna decisione. Il caso è stato rimandato ad una prossima riunione.

CRIMI - Intanto, in serata, parla il capogruppo al Senato Vito Crimi. "Chi ha votato Grasso ha sicuramente non adempiuto ad uno degli obblighi che aveva sottoscritto in maniera molto chiara - dice Crimi in un'intervista mandata in onda su La7 -. Libertà di coscienza? Non è un reato, è il concetto di gruppo. Stai in un gruppo se condividi le idee". "L’invito a queste persone è quello di dare atto di questa violazione che hanno fatto - prosegue -. Condivido l’essenza di questo post (scritto da Beppe Grillo sul suo blog, ndr) a queste persone verrà chiesto di spiegare perché hanno scelto comunque di andare contro la decisione di gruppo, da quali motivazioni e’ stata dettata e se è una scelta di campo ben precisa o meno".

GRILLO E FORSE CASALEGGIO AL QUIRINALE - Crimi ha anche confermato che oltre a lui e alla capigruppo alla  Camera, Roberta Lombardi, anche Beppe Grillo e "forse Gianroberto Casaleggio" dovrebbero formare la delegazione del Movimento 5 Stelle alle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo che inizieranno mercoledì.

ANCHE BOCCHINO (M5S) FA 'OUTING' - Dopo Vacciano, un altro grillino ha deciso di fare 'outing'. "Per quelli che ancora non lo sanno, ebbene io ho votato Grasso. L’ho fatto perché sentivo insostenibile il peso di essere accostato, seppur lontanamente, all’elezione di Renato Shifani alla seconda carica dello Stato. Per me non è solo una questione politica, ma anche etica. Non tutti nel gruppo hanno condiviso questa mia scelta, molti la ritengono sbagliata, ma mi sento di poter dire che tutti l’hanno compresa". Il siciliano Fabrizio Bocchino, senatore del MoVimento 5 Stelle, lo scrive su Facebook.

"C’è anche un altro motivo per cui l’ho fatto - spiega ancora - Prima di votare, mi sono giunti tantissimi messaggi da attivisti ed elettori sia pubblici che privati, la maggior parte dei quali in una sola direzione. Mi hanno aiutato nel difficilissimo e travagliatissimo compito di scrivere quel nome dentro la cabina elettorale. In quel momento, mi sono sentito un portavoce. Non so se con il mio voto io ho mentito agli elettori o no. Su questo punto, io ora sono sinceramente confuso. Vi prego di aiutarmi a capire. Fatelo senza impedimenti, pacatamente. Io sono pronto a trarre le conseguenze, altrettanto pacatamente e in serenità".

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