Olivia Posani

ROMA, 3 aprile 2013 - PARLA da sondaggista qual è, Roberto Weber, presidente della Swg, ma anche un po’ da sociologo. Osserva il Paese in piena crisi e racconta di come gli italiani siano ormai chiusi nella tribù. Non credono nelle istituzioni e cercano solo il personaggio: «Abbiamo una opinione pubblica estremamente volatile e che investe come in Borsa. Ora è il momento Renzi, su cui stanno investendo con una intensità impressionante».

Questa situazione di stallo politico ha cambiato qualche percentuale rispetto alle elezioni?
«Bersani è al 32%, Grillo, parlo di fiducia, non di voti, era arrivato al 36%, ora è sceso sotto il 29% Berlusconi è sempre nel suo perimetro intorno al 24%. E poi c’è questo inspiegabile 54% di Renzi».

Perché inspiegabile?
«Perché non abbiamo visto agire questo uomo. Sappiamo che è il sindaco di Firenze, che ha fatto delle primarie strepitose, ma non sappiamo se è la persona che è in grado di tirar fuori il Paese dai guai in cui si trova. Il 54% è una percentuale altissima. Contemporaneamente la fiducia nei partiti è scesa intorno al 4%. Significa che tutto il tessuto di affidamento sta andando a pezzi. Le idee di forma partito è morta, c’è solo la tribù. Al contrario di quello che aveva pensato Bersani, regge solo la persona. Ora hai i voti solo se hai il leader».

Grillo ha perso consensi perché dopo aver conquistato il 25% dei voti è rimasto immobile ?
«Sì, in una decina di giorni ha bruciato 6 punti in termini di fiducia personale. Questo non significa che il M5S abbiano perso voti, stanno sempre lì. Significa che il suo potenziale di richiamo si è molto indebolito. Una volta ci volevano anni. Ora vale solo l’assoluto presente»

Bersani insiste con la sua strategia. Questo lo aiuta o la gente gli sta imputando la situazione di stallo in cui siamo?
«Bersani è stabile. Avrà un sussulto negativo dopo, perché gli italiani non perdonano la sconfitta».

Perchè non ora?
«Perché sta ancora occupando la scena».

Berlusconi che a dicembre fa cadere il governo Monti sostenuto da Pd-Pdl-centristi e ora preme per le larghe intese come viene visto dagli elettori?
«Berlusconi ha un elettorato antropologicamente diverso, per cui vale una sola cosa: innazitutto contro i comunisti, poi vediamo. Così il 25-26% lo porti sempre a casa. Finché dall’altra parte ci sarà qualcuno che evoca il voto contro sarà così».

Come è stata vissuta dalla gente la scelta di Napolitano di nominare i 10 saggi?
«Non l’ho ancora testato ma credo che per il momento ci sia una sospensione di giudizio».

Cosa chiedono gli italiani?
«Vogliono un governo, ma non si fidano più di questi partiti e di questi leader. E dunque chiedono di tornare a votare».

Ma non c’è una contraddizione? Perché vogliono votare se non si fidano dei partiti?
«Non funziona così. La dimensione in cui noi andiamo al voto in una fase di crisi come questa non passa per un percorso razionale. Per certo so una cosa: Papa Francesco avrebbe conquistato le elezioni con 4 minuti di intervento».