Roma, 15 aprile 2013 - "La calunnia distrugge l'opera di Dio nelle persone", "è peggio di un peccato: la calunnia è un'espressione diretta di Satana". Questo è il monito lanciato da Papa Francesco nella consueta omelia mattutina, durante la messa presieduta nella cappella della Domus Santa Marta. Il Pontefice ha inoltre invitato a pregare, come aveva già fatto ieri, per i tanti martiri che anche oggi sono falsamente accusati, perseguitati e uccisi in odio alla fede. Tra essi, il Santo Padre, ha ricordato il primo martire della Chiesa, Stefano, che è stato vittima della calunnia. “Stefano viene trascinato davanti al sinedrio per via della sua testimonianza al Vangelo. Qui lo accusano dei falsi testimoni". Così, ha sottolineato il Pontefice, i nemici hanno intrapreso "la strada della lotta sporca: la calunnia". “ La calunnia – ha continuato il Papa - vuole distruggere l'opera di Dio; la calunnia nasce da una cosa molto cattiva: nasce dall'odio. E chi fa l'odio è Satana”. "Ma il tempo dei martiri – ha aggiunto Papa Francesco - non è finito: anche oggi possiamo dire, in verità, che la Chiesa ha più martiri che nel tempo dei primi secoli. La Chiesa ha tanti uomini e donne che sono calunniati, che sono perseguitati, che sono ammazzati in odio a Gesù, in odio alla fede”.

CON PAPA FRANCESCO SEMPRE PIÙ  FEDELI - Aumentano fedeli e confessioni in oltre metà delle chiese italiane. E' "l'effetto Papa Francesco", analizzato in una ricerca del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), l'istituto di ricerca sulle religioni diretto da Massimo Introvigne. Spiega Introvigne: "Siamo voluti passare a una rilevazione scientifica, per quanto prima e preliminare. Abbiamo diffuso un questionario attraverso i social network Facebook e Twitter, a partire da gruppi particolarmente frequentati da cattolici".

"Su un campione di duecento sacerdoti e religiosi - continua il Introvigne- il 53% ha affermato di avere riscontrato nella propria comunità un aumento delle persone che si riavvicinano alla Chiesa o si confessano, aggiungendo che queste persone citano esplicitamente gli appelli di Papa Francesco come ragione del loro riavvicinamento alla pratica religiosa".

Ed ancora, "nel 43,8% di questi casi l'aumento di fedeli è definito come consistente, superiore al 25%. Lo notano di più i religiosi (66,7%) rispetto ai sacerdoti diocesani (50%). E per il 64,2% del campione l'aumento riguarda particolarmente le confessioni". Introvigne spiega poi che la stessa indagine è stata condotta anche su un campione di oltre cinquecento laici cattolici. "Percepiscono l'effetto Francesco meno dei sacerdoti e religiosi, che sono impegnati direttamente nei confessionali. Ma un significativo 41,8% dei laici si è accorto dell'effetto, che sembra dunque essere visibile, per così dire, a occhio nudo".

"I dati - commenta Introvigne - sono molto significativi. Un effetto rilevato da oltre metà di un campione è un fenomeno non solo esistente ma di grande rilievo. Se cercassimo di tradurre il dato in termini numerici e su scala nazionale, con riferimento a metà delle parrocchie e comunità, dovremmo parlare di centinaia di migliaia di persone che si riavvicinano alla Chiesa accogliendo gli inviti di Papa Francesco".

"Naturalmente, - conclude - l'effetto Francesco è anche un effetto Ratzinger: molti affermano spontaneamente di essere stati commossi e scossi anche dalla rinuncia di Benedetto XVI. E l'effetto andrà verificato alla prova del tempo. Fin da ora possiamo però affermare che non si tratta di impressioni e di aneddoti, ma di numeri reali".