Roma, 25 aprile 2013 - "La discussione con il Pdl è stata la più lunga ma d’altronde molte ore ci vorranno ancora, le differenze ancora permangono. Ci vorrà molto tempo, ma in due ore si è parlato con spirito costruttivo’’. Lo ha detto il premier incaricato Enrico Letta, in conferenza stampa, al termine delle consultazioni con tutte le forze politiche. Letta ha anche avvertito i giornalisti: la riflessione non è ancora finita: "Se scioglierò le riserve sabato? Vedremo, domani sarà ancora una giornata di riflessione". "Ho ricevuto tanti incoraggiamenti da parte di tutti e questo mi conforta. Ma l’incoraggiamento, di per sè, non scioglie i nodi che ci sono. Sono lì, oggettivi. Bisognerà fare uno sforzo di mediazione in più". Nessun incontro con Berlusconi: "L'ho sentito al telefono per 30 secondi, non è previsto un incontro per domani. Da lui è stata una telefonata di incoraggiamento’’.

IL RIEPILOGO - Il premier incaricato Enrico Letta - che ieri ha accettato l'incarico con riserva (VIDEO) - ha lasciato verso le 8 di stamattina la propria abitazione per recarsi a Montecitorio dove alle 8,30 ha iniziato le consultazioni per la formazione del nuovo Governo (GUARDA LE FOTO).

IL NODO IMU - L’Imu è uno dei temi più controversi e divisivi che il futuro governo ha davanti ed Enrico Letta ne sembra ben consapevole. Il presidente del Consiglio incaricato, infatti, ne ha discusso con diverse delegazioni durante le consultazioni avviate stamani. Letta, ha riferito ad esempio Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, ha "preso buona nota della nostra proposta sull’Imu" che prevede il "rimborso attraverso l’emissione di titoli di Stato a 10 anni" per poi attingere alle risorse derivanti dagli interessi che il Mps deve pagare allo Stato. Anche Riccardo Nencini, segretario dei Socialisti italiani, ha fatto capire che Letta ritiene l’Imu una questione dirimente: "Il presidente incaricato ha delle buonissime idee sull’economia e molte novità che saranno presentate" nel suo programma, ha affermato Nencini, ricordando che il Psi è favorevole all’abolizione della tassa almeno per le prime case. In serata Berlusconi sottolinea: "Non dipenderà da una singola misura, ma dall’equilibrio complessivo degli interventi che verranno decisi. Noi abbiamo presentato sei disegni di legge per il lavoro e per ridare slancio alle imprese. Possiamo fonderli in un unico provvedimento, una specie di decreto salva-Italia". Dopo l'incontro con Enrico Letta, Angelino Alfano precisa che "non c’è una graduatoria" delle misure programmatiche del Pdl, ma "senza la soluzione all’Imu è come immaginare la partecipazione al Governo di una grande forza politica senza mantenere i rapporti di fiducia col proprio elettorato”.

CHI E' IL PREMIER INCARICATO: LEGGI LA SCHEDA DI ENRICO LETTA

TOTOMINISTRI E VETI INCROCIATI: NELLA ROSA D'ALEMA E SCHIFANI

VIDEONEWS: ENRICO LETTA INCONTRA I PARTITI

BERLUSCONI - “Letta? Poco importa chi guiderà questo governo, importante che ci siano un governo e un Parlamento per approvare provvedimenti urgenti; sono molto preoccupato ma, essendo ottimista di natura, continuo ad essere fiducioso e a combattere”, dice Silvio Berlusconi a Tgcom24. E ancora: "Nelle riunioni avute tra i vertici all’interno del Pdl non abbiamo mai parlato di ministri. La Cancellieri? Nessun veto. Le abbiamo offerto di essere nostro candidato a Bologna e l’abbiamo candidata come Commissario a Bologna. E’ un funzionario dello Stato che apprezziamo tantissimo".

VENDOLA (VIDEO) - Uscito dopo il colloquio con Letta, Nichi Vendola ribadisce il suo no al governo: "Le larghe intese sono la risposta sbagliata". Ma poi il leader di Sel si sofferma sulla necessità di mettere mano ai molti problemi del Paese, a partire dall'emergenza sociale. Vendola insiste anche sulla necessità di cambiare la legge elettorale: "Basta un solo articolo per far rivivere il Mattarellum".

“Non c’è nessuna ostilità nei confronti della persona Enrico Letta, ma faremo una opposizione responsabile e non populista”, assicura Vendola. “Noi abbiamo stima e amicizia nei confronti di Letta, ma il recinto in cui si muove questo progetto è il contrario di quello delineato con ‘Italia Bene comune', che voleva chiudere il ciclo ventennale del berlusconismo e aprirne uno nuovo, ma questa operazione é il contrario di quanto era scritto in quel documento”, aggiunge.

“Non intendiamo - ha sottolineato - lucrare sulle difficoltà del Pd, non intendiamo essere la zattera che raccoglie profughi e fuggiaschi. Intendiamo mantenere l’interlocuzione col Pd e il cuore di questa interlocuzione è ‘quale Europa?’. Non ci interessano gli interessi di bottega. Vogliamo aiutare il centrosinistra a essere dentro il cuore della sociatà italiana”.

NENCINI - “Apprezziamo la scelta fatta dal Capo dello Stato. Enrico Letta associa le caratteristiche che avevamo a nostra volta segnalato: esperienza, rinnovamento, senso civico”, afferma Riccardo Nencini, segretario nazionale del PSI. “Siamo certi che riuscirà nell’incarico che gli è stato affidato. Le nostre priorità programmatiche? Un governo di responsabilità nazionale è l’orizzonte nel quale dovremo muoverci”.

“Abbiamo indicato alcuni suggerimenti a Letta, il taglio province e delle comunità montane e la distinzione del ruolo tra le due Camere”, dice Riccardo Nencini.

FRATELLI D'ITALIA (VIDEO) - “Non pensiamo di dare la fiducia al governo; non crediamo a una fusione a freddo” ma “abbiamo esposto la nostra disponibilità alla collaborazione su tutti i temi che il Governo vorrà porre che troveranno il nostro consenso, perché affrontano i problemi del Paese partendo dal lavoro che é il principale in materia economica fra i pensieri del presidente del Consiglio incaricato”,  ha detto Guido Crosetto.

“Noi - ha spiegato Crosetto - vorremmo inaugurare un modo diverso di fare opposizione: chiunque sarà il presidente del Consiglio é il presidente del Consiglio dell’Italia e degli italiani, anche di chi non vota fiducia”, non come é accaduto a Prodi e Berlusconi quando che era dall’altra parte politica “si augurava che fallisse o cercava all’estero di buttare fango. Si può fare opposizione con dignità, sapendo che chi in quel momento rappresenta le istituzioni rappresenta il Paese, non solo chi gli vota la fiducia”. 

SCELTA CIVICA (VIDEO) - Lorenzo Dellai ha messo in guardia sul rischio che i veti incrociati blocchino la formazione di un governo a guida Enrico Letta. “Se parte, la spirale di veti e pregiudizi non si ferma piu’”, ha spiegato l’esponente di Scelta civica.

E il portavoce Andrea Oliviero: “Possiamo proporre già da oggi una forte riduzione dell’Imu sulla prima casa per i ceti medi e medio bassi ma la cancellazione complessiva sarebbe un problema per ragioni di copertura. Se ci sono risorse meglio utilizzarle per dare respiro al mercato del lavoro”.

IL NO DI MARONI - “Non entreremo nel governo, non siamo interessati a farlo, abbiamo dato a Letta la nostra agenda, che è l’agenda del Nord: attendiamo di sapere se questi punti saranno quelli del programma di governo, in caso contrario staremo all’opposizione, una opposizione concreta, non ideologica e con un rapporto dialettico che punta a risolvere i problemi”, ha detto Roberto Maroni dopo il colloquio con Enrico Letta. Maroni ha indicato a Letta tre punti: macroregione del Nord, il 75% delle tasse del nord rimanga al nord, no allo Stato centralista. Maroni, in quanto Presidente della regione Lombardia (“una regione più grande del Belgio”), non vuole avere come interlocutore a Roma “il ministro per la Coesione territoriale, ma direttamente il Presidente del Consiglio”.

Maroni ha aggiunto che la Lega è soddisfatta per l’incarico a Letta perché "l’incarico non è stato dato alle persone su cui avevamo una netta e totale pregiudiziale. La nascita di un governo è l’unico modo per risolvere i problemi: delle imprese che chiudono, del lavoro che manca e delle famiglie non arrivano a fine mese". 

IL PDL - "E’ stato un lungo incontro che abbiamo affrontato con spirito costruttivo per il bene dell’Italia, delle famiglie, delle imprese dei lavoratori. Lo stesso spirito costruttivo abbiamo riscontrato nell’approccio del presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta, e quindi siamo soddisfatti di come questo incontro si è svolto". Queste le prime parole del segretario del Pdl, Angelino Alfano, al termine dell’incontro con il presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta, cui hanno partecipato anche i capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Renato Schifani, oltre al coordinatore, Denis Verdini. "Linea Pdl, espressa con grande chiarezza in queste ore dagli Usa dal presidente Berlusconi, è chiara - continua Alfano -: non stiamo ponendo questione di formule di governo né problema di poltrone e cadreghe ma più concretamente un discorso per il bene dell’Italia che possa rialzarsi. C’è emergenza economica e solo su questo abbiamo incentrato l’incontro con Letta”. In sintesi Alfano, che ha registrato "aperture" sugli 8 punti di programma del Pdl, spiega che "sono stati fatti passi avanti ma ci sono ancora alcuni nodi da scogliere, c’è ancora altro lavoro da fare ma la rotta è tracciata nel mettere al centro la questione economica del Paese".

TIMING PER IL GIURAMENTO - Se tutto filerà liscio il neo premier incaricato potrebbe salire al Quirinale domenica per sciogliere la riserva e consegnare una lista che si annuncia essere di 18 ministri, anche e non è escluso che i tempi siano ancora più stretti, con un voto di fiducia che potrebbe concludersi in entrambi i rami del Parlamento già entro sabato. Secondo gli ottimisti Letta, dopo aver concluso il giro di consultazioni, potrebbe andare direttamente al Colle stasera per poi tornarvi domani mattina per il giuramento.

E BERLINO CRITICA LETTA - "Il problema in Italia è stata l’irritazione dell’economia per i ritardi nel formare il governo. Scaricare sugli altri i propri problemi è comprensibile umanamente, e per alcuni la Germania è appropriata nel ruolo, ma è una sciocchezza". Così Schaeuble commenta le parole di Enrico Letta secondo cui occorre rinegoziare il rigore in Ue. Intervistato dalla radio Deutschlandfunk, dopo che gli erano state fatte ascoltare le dichiarazioni del premier incaricato Enrico Letta sulla necessità di rinegoziare il rigore in Europa, il ministro delle Finanze tedesco ha spiegato che così "si disconoscono le vere cause dei problemi. E chi non riconosce le cause, fa analisi sbagliate e non arriva alla giusta terapia. Per questo occorre tenere fede a quello che abbiamo già concordato insieme" in termini di risparmio e risanamento: "Abbiamo bisogno di stabilità e crescita sostenibile".