Roma, 5 maggio 2013 - Il reato di immigrazione clandestina "dovrebbe essere abrogato". Così a 'In 1/2 ora', su Rai 3 Cecile Kyenge, neoministro dell’Integrazione, di origine congolese. Un ddl sullo ius soli sarà pronto nelle prossime settimane: "E’ difficile dire se riuscirò" ha ammesso il ministro, "per far approvare la legge bisogna lavorare sul buon senso e sul dialogo, trovare le persone sensibili. E’ la società che lo chiede, il Paese sta cambiando". "Bisogna lavorare molto per trovare i numeri necessari" ha aggiunto precisando di non pensare a un eventuale fallimento. Coinvolgere Mario Balotelli come testimonial di una campagna a favore dello ius soli? "Una buona idea" per il ministro per l’Integrazione. "Non lo conosco personalmente - ha detto a Lucia Annunziata - so che lui sta subendo atti di razzismo, ma riesce a testa alta a dare un forte contributo all’Italia, che è il nostro Paese".

E ancora: "Occorre rivedere la struttura dei Cie e lo stato di emergenza" legato agli sbarchi. Bisogna, ha spiegato, "guardare alla direttiva europea che l’Italia ha ratificato in modo sbagliato" anche riguardo alla permanenza di 18 mesi "che devono essere una extrema ratio". "La direttiva non chiede all’Italia di mettere nei Cie persone malate, fragili, minori, ma solo persone pericolose o criminali". "Il mio ministero riprenderà anche il tema delle comunità religiose e della loro integrazione e della loro liberta religiosa, come ha fatto l’ex ministro Riccardi. Non posso dare però certezza della realizzazione di una moschea per l’Expo del 2015 di Milano. Porrò il tema alla attenzione del governo". Così rispondendo a una domanda sulla possibilità della creazione di un luogo di culto islamico nel 2105 in occasione di Expo a Milano, posta Davide Piccardo, coordinatore della associazioni islamiche di Milano.

BALOTELLI ACCETTA - Mario Balotelli risponde presente al ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge e si rende disponibile per un ruolo da testimonial di una campagna in favore dello ius soli. ‘’Sono sempre disponibile’’ per la lotta al razzismo e alle discriminazioni, ha spiegato in una dichiarazione affidata all’ANSA l’attaccante del Milan

RIVOLTA PDL - “Non accetto le intimidazioni di esponenti del Pd che tentano demagogiche speculazioni sulla pelle del prossimo. Lo ius soli con l’automatica concessione della cittadinanza a tutti coloro che nascono in Italia non sarà mai legge della Repubblica italiana”. Lo dichiara Maurizio Gasparri, vicepresidente Pdl del Senato. Sulla stessa lunghezza d'onda l'ex presidente del Senato Schifani: “Non si esageri e si usi maggiore cautela anche da parte dei membri del governo. Quello del ministro Kyenge, che annuncia urbi et orbi che il reato di immigrazione clandestina andrebbe abrogato e un ddl sullo ius soli nelle prossime settimane, è soltanto l’ultimo episodio”. “E’ sintomatico di un atteggiamento che non tiene in alcun conto il ruolo del Parlamento e il necessario coordinamento con i capigruppo della maggioranza, richiamato espressamente dal presidente del Consiglio nel suo intervento”, aggiunge Schifani: “Non si possono fare proclami solitari, senza che gli argomenti siano discussi e concordati in un ambito collegiale. Ci auguriamo che si cambi rapidamente registro e ci si renda conto che il governo attuale è fatto di larghe intese e dunque di scelte comuni. Le iniziative personali ed i diktat, come quello di Fassina e compagni sul presidente Berlusconi, non inducono all’ottimismo”.

Schifani poi è tornato a parlare su SkyTg24: “Ben venga Balotelli come testimonial dei diritti”. Il presidente dei senatori del Pdl, tuttavia, invita il presidente del consiglio Enrico Letta a richiamare i suoi ministri a maggiore cautela quando si parla di temi che non rientrano nel programma di governo. Intervistato da Skytg24, Schifani spiega: “E’ un governo di servizio” quello sostenuto anche dal Pdl, ma “quello che ha detto il ministro Kyenge non rientra nel programma. Credo che sia necessario che in queste ore di avvio delicato” del lavoro dell’esecutivo “il premier spieghi ai propri ministri che una maggiore sobrieta’ su temi non discussi tra la maggioranza sarebbe auspicabile” altrimenti gli stessi ministri “potrebbero creare nocumento al governo stesso”. Schifani ha anche ricordato come l’onorevole Biancofiore “per una intervista sia stata costretta ad accettare il ritiro delle deleghe” mentre il viceministro Fassina “ha posto un veto inaccettabile e odioso sul nostro leader e Kyenge ha anticipato la presentazione di un disegno di legge senza che fossero presi uguali provvedimenti. Sullo ius soli ci sono tante modalità, non c'è una chiusura pregiudiziale del centrodestra, ma la parola ius soli da sola non dice nulla. Mi stupisce che il ministro ne abbia parlato in maniera così secca, cosi’ tranchant. Come mi stupisce che abbia detto che il reato di immigrazione clandestina sia stato voluto da una maggioranza politica. Sappia il ministro che quella maggioranza e’ parte della maggioranza che sostiene il governo”.

LEGA - La Lega Nord continua a criticare le posizioni di Cecile Kyenge. “La ministra dell’Integrazione pensa che andrebbe abolito il reato di immigrazione clandestina. Io invece penso che andrebbe subito abolito proprio il ministero dell’Integrazione”, scrive il segretario della Lega lombarda, Matteo Salvini, su Facebook.

PD - Livia Turco, presidente del Forum Politiche Sociali e Immigrazione del PD, in una nota afferma: “Sull’emigrazione no alle ventennali contrapposizioni dobbiamo trovare nuove sintesi. Se partiamo dai fatti, se valutiamo gli effetti e i risultato delle leggi possiamo, anche in un ottica di collaborazione, rivedere le norme risultate inefficaci” E “scrivere una nuova legge-quadro che si collochi nel nuovo contesto europeo ed euro mediterraneo”.

“Sicuramente è profondamente inefficace e disumano il trattenimento fino ai 18 mesi nei Cie che, contrariamente a quanto dice Maroni - prosegue Livia Turco - non è affatto imposto dalla Direttiva Europea ma è solo una opzione possibile all’interno di un contesto il rimpatrio volontario assistito che e’ l’opposto del sistema del trattenimento forzato e dell’espulsione. Sempre se guardiamo ai fatti risultano profondamente inadeguate le norme sul lavoro contenute nella Bossi-Fini, per non parlare poi della solitudine dei comuni nel gestire le politiche dell’integrazione. Dunque, se vogliamo il bene del Paese e governare in modo efficace l’immigrazione dovremmo metterci intorno ad un tavolo e scrivere una nuova legge-quadro che si collochi nel nuovo contesto europeo ed euro mediterraneo. E sulla cittadinanza ai figli degli immigrati Gasparri deponga il suo elmetto e ascolti le sagge parole di Napolitano, prenda atto della nuova cultura che c e’ nel paese e dia il suo contributo per fare una legge saggia ed equilibrata”.

BOLDRINI - Riconoscere la cittadinanza agli immigrati e’ una questione di civiltà. Lo sottolinea la presidente della Camera Laura Boldrini oggi in visita a Venezia. Il tema e’ emerso da una domanda di un cameriere albanese del Caffe’’ Lavena di Piazza San Marco che ha due figli e vive da 17 anni in Italia. “E’ una questione di civilta’ - ha risposto la Boldrini - con cui fare i conti. Il presidente Napolitano ha sollecitato più volte di cambiare la legge sulla cittadinanza. Visto l’affetto che circonda Napolitano ho la sensazione che la questione sara’ recepita presto”. “E’ anacronistico che i ragazzi nati in Italia - ha aggiunto - che vivono con i nostri figli non possano avere la cittadinanza. E’ una questione di civilta’ e il Parlamento deve prenderne atto”.