Milano, 6 maggio 2013 - Le proposte avanzate dal ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge sulla cittadinanza dei figli di immigrati nati in Italia (ius soli) non mancano di suscitare, come da copione, l'ira della Lega Nord. Con punte al veleno conto la ministra: "Avere un ministro che è arrivato qui clandestinamente è una cosa che solo in Italia può accadere - attacca Matteo Salvini - se andiamo negli altri paesi ci ridono dietro. La clandestinità è un reato - ha proseguito -. Se il ministro Kyenge non la pensa così è un problema suo ma spero non abbia intenzione di fare arrivare i suoi 38 fratelli tutti qui perché avremmo qualche problema di spazio’’

RACCOLTA FIRME - Una raccolta firme in mille piazze lombarde per dire di ‘no’ alla cancellazione del reato di immigrazione clandestina e all’introduzione dello ius soli: è l’iniziativa annunciata dal segretario della Lega Lombarda, Matteo Salvini, a margine di una conferenza stampa al Pirellone. Il 18 e il 19 maggio, ha affermato Salvini, “saremo in mille piazze lombarde per far capire che aria tira al ministro” per l’Integrazione, Cecile Kyenge, e “ai radical chic che la sostengono”. “Le priorità per la gente sono altre, come il lavoro, e non diventare il Bengodi”.

GIU' LE MANI DALLA BOSSI-FINI - Per Salvini, l’abolizione del reato di immigrazione clandestina, come auspicato da Kyenge, sarebbe una “follia”. “Faremo opposizione totale, in tutte le maniere possibili e immaginabili”, ha garantito. “L’Italia sarebbe uno dei pochissimi Paesi al mondo dove l’immigrazione clandestina diventerebbe una cosa come un’altra. Sarebbe una follia perchè arriverebbero tutti qua e mi sembra che già di lavoro, di case popolari e di posti negli asili ce ne siano pochi”. “Con le buone maniere vedremo di portare qualche milione di firme di persone per bene, anche immigrati regolari, che non vogliono fare la figura dei fessi”. Di modifiche alla legge Bossi-Fini non se ne parla, anzi Salvini ha concluso dicendosi favorevole “a un irrigidimento”.

 “Balotelli si occupi di dare un calcio al pallone, lo dico da milanista, e magari di riconoscere un figlio se ha tempo”. Cosi’ il segretario della Lega Lombarda, Matteo Salvini, commenta la possibilità che Mario Balotelli faccia da testimonial per un disegno di legge sullo ius soli, come proposto dal neo ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge. “L’Italia - aggiunge Salvini - ha bisogno di lavoro e non di testimonial, la clandestinità è e deve rimanere un reato”.

ZAIA PER LO IUS SANGUINIS - Con lo Jus sangunis e contro lo jus solis: cosi’ il presidente del Veneto, Luca Zaia, critica la proposta del ministro Cecile Kyenge sulla cittadinanza ai figli di immigrati che nascono in Italia. “Come accade in quasi la totalità dell’Europa io sostengo lo jus sanguinis”, ha detto. “Non ho alcuna contrarietà al fatto che un cittadino immigrato abbia la nazionalità italiana, ma sostengo che deve averla - ha spiegato il governatore veneto - sulla base di presupposti oggettivi, ad esempio l’esame della lingua italiana e la conoscenza del nostro territorio, perchè noi stiamo la patente d’italiano”.

PARADISO - Il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge? ‘’Nero di Seppia’’. Mentre il sottosegretario Pdl Micaela Biancofiore ‘’si è dovuta piegare ai finocchi’’: a scriverlo in un post su facebook è stato Emilio Paradiso, consigliere comunale della Lega per la Toscana a Prato. Il web si è immediatamente riempito di richieste di dimissioni. ‘’Il bianco-fiore si è dovuta piegare ai finocchi, e il nero di seppia la lasciano lì?’’ ha scritto Paradiso, che ha pubblicato la frase anche sul suo profilo Twitter.

‘’Ecco un altro esponente politico che su facebook dà prova della sua ostentata cultura razzista e della sua rozza omofobia’’: cosi’ Sinistra Ecologia Libertà che ha denunciato il posto del consigliere leghista pratese Emilio Paradiso. ‘’Siamo certi che sia la Procura della Repubblica che l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazionali Razziali si attiveranno al piu’ presto. Da parte nostra - conclude Sel - nelle prossime ore sarà presentata un’interrogazione parlamentare al governo. Sul caso del post interviene anche la Provincia di Prato che attraverso il Centro antidiscriminazione ha segnalato le parole di Paradiso all’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazione presso la Presidenza del Consiglio. ‘’Frasi offensive e dispregiative nei confronti di un genere o del colore della pelle - dice l’assessore alle politiche sociali Loredana Ferrara (Idv) - non dovrebbero trovare spazio nella cultura e nel pensiero di chi rappresenta le istituzioni’’.