Roma, 9 maggio 2013 - L’idea di utilizzare un braccialetto elettronico per evitare che gli stalker si avvicinino alle loro vittime è “interessante ma va evitato che sia solo una proposta suggestiva”. Così Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia (anfp) commenta la proposta del neo mininistro della Giustia Annamaria Cancellieri.

“Al riguardo, - aggiunge Letizia - va ricordato il fallimento del braccialetto elettronico per la detenzione alternativa al carcere e lo spreco di oltre 100 milioni di euro a partire dal 2001 relativi agli oneri contrattuali tra il Viminale e la Telecom per l’impiego di 400 braccialetti mai utilizzati”.

Da parte sua il leader del sindacato di Polizia penitenziaria, Sappe approva invece la proposta: “Sono assolutamente apprezzabili e condivisibili gli intendimenti del nuovo ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri che si è detta intenzionata, per tenere sotto controllo lo stalker sottoposto a provvedimento interdittivo ed evitare che possa nuovamente avvicinarsi alla propria vittima, a favorire maggiormente l’implementazione di misure alternative alla detenzione ricorrendo al braccialetto elettronico per i detenuti che potrebbe essere usato anche per altri casi penali di minore allarme sociale”.

Il sindacalista ricorda “l’allarmante e pressochè stabilizzato dato di 66mila detenuti che sovraffollano le carceri italiane e che consegnano al nostro Paese il triste record europeo maggior affollamento penitenziario, tanto piu’ che la capienza regolamentare delle nostre carceri è pari a poco piu’ di 44mila posti, impone l’adozione di provvedimenti urgenti, come pure ha chiesto in piu’ riprese il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Non si dimentichi che oltre il 37% dei detenuti (24.637) è in attesa di un giudizio definitivo. Servono allora soluzioni idonee per superare la crisi penitenziaria - conclude Capece - e rinnoviamo il nostro appello ai ministri dell’Interno Alfano e della Giustizia Cancellieri perchè riprendano dai cassetti lo schema di decreto interministeriale finalizzato a disciplinare il progetto che prevede l’utilizzo della Polizia Penitenziaria all’interno degli Uffici di esecuzione penale esterna (Uepe) nel contesto di un maggiore ricorso alle misure alternative alla detenzione”.