Roma, 12 maggio 2013 - Enrico Letta porta i suoi ministri in ritiro nell’Abbazia di Spineto, a Sarteano (Siena). Un ‘Raduno informale di governo’, così come annunciato dal presidente del Consiglio via Twitter, a cui i ministri sono giunti senza auto blu, ma a bordo di due pulmini.

Sotto una pioggia battente il premier è arrivato su un van insieme al vicepremier Angelino Alfano, a Dario Franceschini e a Maurizio Lupi, ministri dei Rapporti col Parlamento e delle Infrastrutture. In un secondo pulmino un po' più grande sono arrivati gli altri ministri. In otto, per vari motivi (o geografici o di famiglia) sono arrivati con mezzi propri: il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomani e i ministri Delrio, De Girolamo, Bray, Carrozza, Orlando, Trigilia, Idem. Ma tutti sono pronti a pagare di tasca propria un costo che il ministro per la Coesione territoriale ha stimato di circa 200 euro.

La Presidenza del Consiglio ha fatto sapere che il raduno si svolgerà a porte chiuse e che parteciperanno soltanto il presidente del Consiglio, i ministri e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi. Sono però previsti anche tre incontri coi media: all’arrivo, prima di cena e al termine.

"NO AI MINISTRI IN PIAZZA E IN TV" - "In apertura dei lavori il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha comunicato quanto concordato con il vicepremier Angelino Alfano durante il viaggio da Roma: da qui alle elezioni ammministrative i componenti del governo non partecipareranno a manifestazioni elettorali o dibattiti televisivi che non siano incentrati sui lavori del governo o sulle competenze dei rispettivi dicasteri", ha comunicato ai giornalisti il portavoce di Letta, Gianmarco Trevisi, insieme alla portavoce di Alfano, Danila Subranni. Chiaro, anche se non esplicitamente dichiarato, il riferimento alla polemica sorta per la partecipazione di alcuni ministri alla manifestazione di Brescia del Pdl contro i magistrati. 

"RIPARTIRE DAL PARLAMENTO" - Il governo - è questo il parere espresso dal premier Enrico Letta all’apertura dei lavori dello 'spogliatoio' con il suo team di ministri nell’Abbazia di Spineto - deve rimettere il Parlamento al centro della sua attività perché l’attuale situazione politica non è piu’ quella del novembre 2011 quando ci fu l’urgenza di ricorrere al governo dei tecnici. "Sono tanti anni ormai che il rapporto tra governo e Parlamento e’ molto complesso e faticoso" - ha detto Letta e "una delle missioni che ci siamo dati è far sì che questo rapporto" si risolva in una "collaborazione efficace".

"Già la settimana scorsa - ha proseguito Letta - abbiamo iniziato da alcuni temi, adesso occorre che su molti dei temi in agenda, con i capigruppo e con altri ministri, che siano ovviamente presenti ‘ratione materia’, ci sia un lavoro che consenta di far sì che questa centralità del Parlamento non sia una cosa non declinabile in astratto ma diventi vera. Perché con la situazione politica che ci troviamo a vivere o c’è questo meccanismo che funziona, oppure noi, secondo me, entriamo subito nel problema, perché non esiste un senso dell’urgenza oggi come c’era il 4 novembre 2011".

IL MONITO DI LETTA - Letta ha invitato i ministri a evitare l’effetto annuncio. "Quello che conta sono i provvedimenti e non l’annuncio di questi", ha detto il presidente del Consiglio invitando a concentrarsi "sull’attività di governo". Il premier ha quindi esortato a tenere distinti "la politica dalle politiche", come aveva già detto nel suo discorso di insediamento citando Beniamino Andreatta.

IL PROGRAMMA - L'apparente scampagnata nasconde un programma bello denso per i suoi ministri e lunedì ci si sveglia presto perché alle 8 c'è già la riunione, fino a mezzogiorno. Enrico Letta vuole usare il ritiro di Spineto per affrontare coi suoi ministri i dossier più attuali del nuovo governo. Chiaro l’obiettivo di "fare squadra, fare spogliatoio", del premier. Ogni ministro dovrà esporre ai colleghi le sue proposte per i primi 100 giorni, come ha chiesto Letta. Le priorità restano tre: casa, lavoro e riforme istituzionali.

SACCOMANNI - "Parleremo di tutto". Così il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha risposto, al suo arrivo all'abbazia, ai giornalisti che gli chiedevano se nell’incontro si scioglieranno i nodi per l’approvazione del rinvio dell’Imu.

DELRIO - Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Graziano Delrio, invece si è fatto vivo su Twitter per esporre la sua agenda: "Pagare tutti i debiti alle imprese entro l'anno, modificare il patto di stabilità, riformare l'Imu e applicare il federalismo demaniale".

Redazione online