Roma, 14 maggio 2013 - Tensione a Montecitorio tra Renato Brunetta e Laura Boldrini. Il capogruppo del Pdl ha infatti mosso un duro attacco alla presidente della Camera, accusandola di avere "due pesi e due misure" per non aver condannato quanto accaduto a Brescia durante la manifestazione del Pdl e per non aver preso le distanze dai manifestanti di Sel e M5s.

Brunetta si è rivolto alla presidente chiamandola semplicemente "deputato", "visto che lei - ha detto - chiama il sottoscritto presidente di gruppo ‘deputato’". "Io a Brescia c’ero - ha proseguito - e ho dovuto essere scortato in formazione militare per svolgere le mie libere funzioni di esponente politico. Io a Brescia c’ero e ho sentito insulti da persone del suo partito e ho visto teppisti sotto le bandiere di Sel. Ho visto bandiere dei militanti Cinque stelle e persone che ci insultavano e impedivano una libera manifestazione".

In Aula si sono leavate proteste, ma Boldrini ha invitato a far continuare Brunetta. "La ringrazio - ha detto ironico il capogruppo Pdl - per questa concessione, onorevole presidente. Io a Brescia c’ero e ho sentito il discorso del presidente Berlusconi sulla magistratura ed era un discorso da campagna elettorale in cui esprimeva le sue idee sulla riforma della giustizia e della magistratura, non ho sentito insulti alla magistratura".

Poi l’affondo. "Non ho sentito da lei - ha insistito Brunetta - nessuna presa di distanza dal suo partito, né prese di distanza dal M5s. Ha due pesi e due misure sulla solidarietà? Questo non è consentito a nessuno. Il suo precedessore del suo partito era equanime ed equlibrato nella difesa delle prerogative di questa Camera".

Immediata la replica di Laura Boldrini, che ha ribadito di aver "inviato segnali chiari e inequivocabili di condanna" rispetto ad atti legati al sessismo o più in generale alle discriminazioni, anche quelle denunciate verso le militanti del Pdl a Brescia. La presidente della Camera, però, ha sottolineato anche il suo ruolo di ‘garanzia’. "Non si può pensare che la presidente debba intervenire in relazione ad ogni episodio che riguarda attività di partito. Finirebbe così per entrare nell’agone politico a danno del suo ruolo di garanzia". E ancora: "il presidente si riserva di intervenire quando lo ritenga necessario e non su sollecitazione di parte".

Infine Boldrini ha ribadito che "il presidente è terzo e imparziale rispetto alla competizione politica e così vuole rimanere". Circa le richieste di solidarietà "nei confronti delle deputate insultate in quanto donne a Brescia ricorda - ha proseguito tra il rumoreggiare dei banchi del Pdl - che si è già pronunciata chiaramente al riguardo e rassicura tutti essere attenta e sensibile sulla questione".