Roma, 30 maggio 2013 - "Dobbiamo essere una Repubblica all’altezza dell’articolo 1 della Costituzione" a cui "si devono uniformare tutti gli attori sociali e le rappresentanze politiche". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una intervista che andrà al Tg5.

Sul tema della disoccupazione dice non è un problema solo italiano, ma "la verità è che sono cambiate le tecnologie, i termini dell’occupazione e si è colto molto in ritardo il dilagare della disoccupazione giovanile sia in occidente che nei Paesi emergenti". Un problema che Italia "sentiamo molto acutamente e drammaticamente".

SCENDE ANCORA L'OCCUPAZIONE - Scende ancora l’occupazione nelle grandi imprese. A marzo 2013, rileva l’Istat, il numero di occupati nelle aziende con almeno 500 lavoratori è diminuito su base annua dell’1,4% al lordo della Cig e dell’1,3% al netto dei dipendenti in Cig.

Sempre a marzo la retribuzione lorda per ora lavorata registra un aumento del 2,6% rispetto al mese precedente. In termini tendenziali l’indice grezzo cresce del 7,4%. Rispetto a marzo 2012 la retribuzione lorda per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) aumenta del 2,0% e il costo del lavoro per dipendente dell’1,9%.

Al netto degli effetti di calendario, il numero di ore lavorate per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) diminuisce, rispetto a marzo 2012, del 2,2%.
L’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 32,0 ore ogni mille ore lavorate, in diminuzione di 1,3 ore ogni mille rispetto a marzo 2012.

 

OCSE: UN GIOVANE SU 5 SENZA LAVORO DA PIU' DI UN ANNO - La disoccupazione di lungo periodo tra i giovani “è aumentata drammaticamente dal 2007, con più di un giovane su cinque di età compresa tra 15-24 anni senza lavoro per più di 12 mesi”. E’ quanto si legge in una nota in cui si presenta il piano di azione dell’Ocse sulla disoccupazione dei giovani.

Anche i paesi che sono sfuggiti il peggio della crisi, come l’Australia, la Nuova Zelanda e la Svezia, “hanno visto un aumento significativo della disoccupazione di lunga durata”. Non solo: circa 22 milioni di giovani sono Neet: senza lavoro, senza istruzione né formazione .

Due terzi di questi hanno rinunciato a cercare lavoro e “possono andare incontro a lunghi periodi di disoccupazione e di avere retribuzioni inferiori rispetto ai loro coetanei nel corso della loro vita”.

Il numero dei giovani senza lavoro nell’area Ocse “è quasi un terzo in più rispetto al 2007 e, nei prossimi mesi, è destinato a salire ancora di più nella maggior parte dei paesi che hanno già un tasso di disoccupazione molto elevato.

Il tasso di disoccupazione giovanile, ha superato il 25% in nove paesi membri alla fine del primo trimestre del 2013, tra cui Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna e Grecia”.