Roma, 31 maggio 2013 - Nel suo genere è una rivoluzione. L'Italia aggiorna il sistema di finanziamento alla politica. Lo fa attraverso un disegno di legge, approvato dopo due ore di riunione dal Consiglio dei ministri,  nel quale il finanziamento pubblico cambia pelle: una 'muta' triennale che modificherà sostanzialmente i rapporti economici tra forze politiche e citttadini lasciando progressivamente la via traversa dei generosi rimborsi elettorali per la via maestra di un sistema più moderno di incentivazione fiscale, donazioni individuali e dotazione infrastrutturale. Destinatari unici e non derogabili: i partiti con statuto e connotati da regole di trasparenza e democrazia interna.

TWEET, TWEET -  Il premier Enrico Letta non ce la fa a trattenersi sino alla conferenza stampa ufficiale e via twitter esulta: "Il Cdm ha appena approvato il ddl di abrogazione del finanziamento pubblico partiti e passaggio a incentivazione fiscale contributi cittadini".

GRILLINI SORPRESI - Il cambio di passo del governo manda su tutte le furie il Movimento 5 Stelle, secondo il quale il ddl sui rimborsi elettorali è sì "una vittoria morale per il M5S che ha imposto l'agenda politica al Governo", ma anche "una legge-truffa, una presa in giro per i cittadini che continueranno a pagare per far campare i partiti". Segue annuncio di "proteste clamorose".

AGIBILITA' POLITICA - A riforma realizzata le fonti di finanziamento della politica diventeranno in sostanza tre: 1) le donazioni liberali delle persone fisiche con detrazioni dall'imposta pari al 52% per le erogazioni da 50 a 5.000 euro, e al 26% per le erogazioni da 5.001 a 20.000 euro; 2) la ripartizione annuale tra i partiti (che abbiano avuto almeno un proprio rappresentante eletto alle ultime elezioni alla Camera e al Senato) del 2 x 1000 destinato dai cittadini al finanziamento dell'attività politica (a partire dall'annualità fiscale 2015 e con un tetto massimo a "61 milioni" annuncia il ministro Quagliariello); 3) le dotazioni infrastrutturali e mediatiche gratuite previste dal ddl, come sedi, linee telefoniche e spazi televisivi.

NOTA DI PALAZZO - "Per ottenere i contributi volontari, i partiti politici - precisa palazzo Chigi - dovranno organizzarsi secondo requisiti minimi idonei a garantire la democrazia interna. Dovranno altresì assicurare la trasparenza e l'accesso a tutte informazioni relative al proprio funzionamento, anche mediante la realizzazione di un sito internet, completo nelle informazioni, chiaro nel linguaggio, facile nella consultazione. Su questo sito dovrà essere pubblicato il rendiconto di esercizio corredato dalla relazione sulla gestione e dalla nota integrativa, nonché il verbale di approvazione del rendiconto di esercizio. Il disegno di legge comprende inoltre nuove disposizioni in materia di comunicazione politica fuori dalla campagna elettorale: i partiti politici avranno diritto ad accedere a spazi televisivi messi a disposizione a titolo gratuito dalla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ai fini della trasmissione di messaggi (della durata massima di un minuto) diretti a rappresentare alla cittadinanza i propri indirizzi politici".

USCITA GRADUALE - Se il ddl uscirà dal parlamento con il testo governativo approvato - e senza sostanziali modifiche - il nuovo regime sarà operativo nel 2017, quando scoccherà l'ultimo rimborso elettorale legato alle politiche di quest'anno. Nel 2014 i rimborsi saranno ridotti al 60%, nel 2015 al 50%, nel 2016 al 40%. Tre anni di finanziamento dimezzato per attenuare l'impatto col nuovo corso.

ATTERRAGGIO MORBIDO - La gradualità della riforma, platealmente sgradita al Movimento 5 Stelle perché condiziona l'accesso al nuovo finanziamento ai soggetti regolarmente costituiti, consentirà un atterraggio morbido ai partiti, più o meno tutti con l'acqua alla gola. A partire da Pd e Pdl che hanno già preannunciato severi tagli agli organici delle rispettive strutture.

MISURA POPOLARE - E subito tra le forze politiche scatta la corsa a intestarsi la misura. Twitta Gaetano Quagliariello, ministro per le Riforme istituzionali in quota Pdl: "Promessa mantenuta! Attuale finanziamento pubblico abrogato senza uccidere i partiti. Più potere ai cittadini!".

IN AULA, IN AULA - Messaggio di innovazione raccolto e subito ritrasmesso dal ministro per  i Rapporti con il parlamento Dario Franceschini (Pd):  L'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti "è uno degli impegni che ha preso il governo al momento dell'insediamento" osserva Franceschini. "Nei tempi che avevamo deciso di rispettare - è il soddisfatto ragionamento - il disegno di legge abolisce il finanziamento pubblico e introduce la contribuzione volontaria dei cittadini. Adesso la misura vola in parlamento, "dove - auspica il ministro di provenienza Pd - speriamo di approvarlo il prima possibile". Con tanti saluti ai 5 Stelle rimasti spiazzati dall'accelerazione del governo.

di Giovanni Rossi