Roma, 2 giugno 2013 - E' un giorno della Repubblica all'insegna del dibattito sulle riforme, sia per quanto riguarda la legge elettorale sia per quanto concerne la Costituzione con Angelino Alfano che ventila l'ipotesi del presidenzialismo.

NAPOLITANO - "Presidenzialismo? Io naturalmente non dirò nulla né stasera né successivamente sui contenuti delle riforme istituzionali, a maggior ragione su quelle che riguardano il capo dello Stato. Io resterò assolutamente neutrale. Questa versione è all’ordine del giorno della commissione che sta per costituirsi e questa versione sarà discussa in un comitato di esperti e studiosi che il governo si appresta a nominare". Così il capo dello Stato Giorgio Napolitano, ai microfoni dei giornalisti, ai giardini del Quirinale, per la festa della Repubblica.

Napolitano, però, ha spiegato che il governo Letta è un’esperienza "eccezionale e senza dubbio a termine". "Apprezzo quanto fatto dalle forze politiche" che hanno deciso di comporre la maggioranza, ha spiegato, "sono scelte che comportano sacrifici" e ora si deve insistere sulle riforme. "Questa volta dobbiamo riuscirci - ha detto -. Il tempo di 18 mesi è un tempo più che appropriato per le riforme, il processo è complesso, si tratta di tenere il ritmo".

"Sulla legge elettorale può darsi che ci sia una nuova sentenza della Consulta che questa volta potrebbe indicare piu tassativamente i punti da modificare della legge vigente - ha proseguito il Presidente -. Il che non significa che non si ritiene costituzionalmente sostenibile un alto premio di maggioranza. Non significa che per soddisfare le esigenze poste dalla pronuncia della corte costituzionale si debba tornare a una legge proporzionale pura: si tratta di dare soluzione, salvaguardando quanto c’è di maggioritario nella legge elettorale", ha concluso.

ALFANO - Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, invece, ha commentato a margine della parata la possibilità che l’Italia sia apra all’elezione diretta del capo dello Stato. "Ci abbiamo provato lo scorso anno in Senato, ora dal Pd arrivano spiragli significativi". "Questa - ha proseguito Alfano lasciando i Fori imperiali - sarà anche un’ottima scelta per aumentare l’affetto dei cittadini nei confronti delle istituzioni". "Dopo lo stop al finanziamento dei partiti e le riforme costituzionali, sarà la volta della riforma della legge elettorale" ha aggiunto Alfano. L’approvazione dello stop al finanziamento ai partiti "è importante". "Spero - ha detto - che la proposta ora proceda rapidamente in Parlamento".

E ancora: zero tasse agli imprenditori che assumono disoccupati; via l’Imu e non aumento dell’Iva; semplificazioni per chi vuole investire: "Se queste azioni funzioneranno noi potremmo avere una bella speranza per la seconda metà del 2013", ha detto il vicepremier. "Noi dobbiamo dare lavoro ai giovani - ha detto Alfano, parlando con i giornalisti al termine della parata per la festa della Republica e abbiamo una ricetta che può immediatamente offrire la possibilità che questo lavoro si crei, e cioè - ha spiegato - zero tasse per gli imprenditori che assumono giovani disoccupati. Chi assumerà questi ragazzi insomma non dovra’ pagare quelle tasse che fin qui hanno rappresentato un disincentivo all’assunzione".

Inoltre, ha proseguito Alfano: "Attraverso le politiche fiscali di detassazione, come nel caso dell’eliminazione dell’Imu, o di non appesantimento fiscale, come il non aumento dell’Iva, si può ambire ad una ripresa dei consumi che è capace a sua volta di generare nuova intrapresa". Infine, "terzo ambito su cui puntiamo molto - ha aggiunto il ministro dell’Interno - è quello delle semplificazioni. Chi ha degli euro in tasca e vuole investire deve poterlo fare immediatamente senza incorrere nei lacci e nei lacciuoli della burocrazia". "La nostra previsione è positiva", ha concluso il ministro: "Se queste azioni funzioneranno noi potremo avere una bella speranza per la seconda metà del 2013".

VENDOLA - "Il fatto che noi parliamo di presidenzialismo o semipresidenzialismo in un paese che non è riuscito nemmeno a fare la legge sul conflitto di interessi è segno di uno sbandamento culturale". Lo ha detto, a margine di una manifestazione a Bologna, il segretario di Sel, Nichi Vendola. Nelle democrazie dove esiste il presidenzialismo, ha aggiunto Vendola, "esistono contrappesi straordinari; noi, invece, ci troviamo in una condizione in cui l’equilibrio tra i poteri è stato l’oggetto di un bombardamento quotidiano del berlusconismo nel corso di un ventennio". Il leader di Sinistra, Ecologia e Libertà si è detto poi "incredulo che ci sia una voglia matta di riformare la Costituzione in fretta e furia. Mi pare ci sia un'opera di distruzione con una tensione iconoclasta della carta costituzionale". "Penso - ha argomentato ancora Vendola - che le classi dirigenti considerino la Costituzione alla realizzazione della loro idea di modernità, un’idea - ha concluso - malata di modernità".

RODOTA' - "Sono rimasto stupito che un politico accorto come l’attuale presidente del consiglio, Letta, abbia detto che il prossimo presidente della Repubblica non sarà eletto con il sistema dei grandi elettori. Come ho detto prima, loro non ci sono riusciti e vogliono uscire dalle loro difficoltà per la via delle riforme istituzionali". Lo ha detto Stefano Rodotà parlando dal palco della manifestazione di Libertà e giustizia, accolto da un’ovazione dalla folla di Piazza Santo Stefano e più volte interrotto dagli applausi. Il professore, nel corso del suo discorso, aveva ricordato che la personalizzazione è la "via regia al populismo" e che è falso che il presidente del consiglio non ha potere. "Spesso un problema politico diventa un problema istituzionale - ha detto - scaricando così sulla Costituzione l’incapacità di fare il proprio mestiere". In un altro passaggio del suo intervento Rodotà aveva però escluso la nascita di un nuovo movimento: "Io deludo forse qualcuno ma dico no a un ennesimo partitino".

MARONI - "Il capo dello Stato lo abbiamo appena eletto, mi pare francamente una riforma adesso assolutamente inutile". Il governatore lombardo Roberto Maroni ha liquidato così l'ipotesi dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica. "Quello che serve è altro e su questo il Governo sta facendo la politica del gambero smentendo tutte le buone promesse fatte - ha proseguito Maroni -. Quello che serve al Nord è lasciare qui i soldi e cancellare il Patto di stabilità". "Sono le uniche riforme che interessano la Lega’’, ha sottolineato il leader del Carroccio.