Roma, 11 giugno 2013 - Prima del vertice europeo del 27-28 giugno il governo varerà un 'decreto fare' incentrato su lavoro, semplificazioni, lavoro e interventi fiscali. Lo ha riferito il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini al termine del vertice di maggioranza a palazzo Chigi. Si apre così la giornata politica che si colora comunque di un acceso confronto sui contenuti del decreto. "Nel dl si tratterà la materia fiscale ma non è stato indicato il punto sull’Iva durante il vertice", chiarisce il capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda. "L’orientamento della maggioranza e’ di bloccare l’aumento dell’Iva”, controbatte invece il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, che chiede “un segnale forte, per questo riteniamo che il rinvio dell’aumento dell’Iva è inutile, perché provocherebbe un aumento dei risparmi dei cittadini" che quindi non spenderebbero.

Ma Palazzo Chigi accelera anche sul fronte delle riforme. Governo e maggioranza hanno infatti deciso, sempre nel vertice di oggi, di velocizzare l’iter che da l’avvio alle riforme costituzionali. Durante il vertice a palazzo Chigi, infatti, si è convenuto di arrivare al via libera in prima lettura in entrambi i rami del parlamento del ddl costituzionale entro luglio.

BRUNETTA ATTACCA SACCOMANNI - "Il Ministro è un tecnico e farebbe bene ad attenersi alle indicazioni della maggioranza. Ricordo a Saccomanni che è un ministro tecnico in un Governo di coalizione e che le decisioni le prende la coalizione. Quindi quanto meno parla e meglio è". Lo ha affermato il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, interpellato sull’ipotesi di rimodulazione dell’Imu sulla prima casa avanzata dal ministro dell’Economia nei giorni scorsi. Brunetta sottolinea che "l’orientamento della maggioranza è di non fare aumentare l’Iva a luglio e procedere entro il 31 agosto alla cancellazione dell’Imu". Il capogruppo del Pdl, al termine della riunione di maggioranza, aggiungendo che "l’importante è che ci sia la cancellazione dell’aumento, un semplice rinvio sarebbe un segnale negativo".

ZANONATO E I DEBITI DELLA P.A. -  "Abbiamo intenzione di rimuovere oneri impropri e rendite di posizione. Vogliamo correggere gli incentivi al Cip6 proprio per ridurre gli oneri in bolletta per le pmi". Così il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, parlando, all’assemblea di Confartigianato, delle misure in campo energetico su cui il governo è al lavoro e che dovrebbero essere inserite in un prossimo decreto. "Una amministrazione pubblica che non paga è una vergogna. Mi impegno al fianco delle imprese per accelerare i pagamenti, semplificare le procedure per il completo azzeramento dello stock dei debiti scaduti". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato parlando all’assemblea di Confartigianato.

ALLARME CONFARTIGIANATO - "Le imprese italiane corrono contromano e a occhi bendati’’, dice il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti. ‘’E sembra si faccia di tutto per spingerci oltre confine per trovare condizioni normali per fare impresa: il fisco italiano - aggiunge - tassa il 68,3% degli utili lordi d’impresa, in Svizzera appena il 30,2%’’. “Le nostre imprese hanno fatto e stanno facendo tutto il possibile per non cedere sotto i colpi della recessione”, ha aggiunto, “adesso tocca a voi, tocca al Governo, tocca al Parlamento, tocca alla politica. Lo abbiamo detto nel Manifesto che un mese fa abbiamo presentato nell’Assemblea di Rete Imprese Italia. Lo diciamo di nuovo oggi, lo dicono le migliaia di imprenditori che, anche in quest’ultimo mese, hanno continuato a firmare il nostro Manifesto e che vi chiedono una cosa molto semplice: Governate, fate il vostro dovere”. Imprenditori, famiglie e giovani “non ne possono piu’ di promesse non mantenute, di impegni non rispettati, di norme fatte e disfatte, di troppe leggi che non producono effetti o che addirittura danno risultati opposti a quelli auspicati”, ha proseguito chiedendo alla politica un cambio di passo. A partire dalla modifica della legge Fornero “che ha aumentato costi e complicazioni a carico delle imprese” facendo aumentare la disoccupazione.

IMPRESE - “Da novembre 2011 a oggi il sistema produttivo ha perso 60mila imprese, la disoccupazione giovanile è cresciuta di oltre 8 punti, il Pil e’ calato del 3,4%, la pressione fiscale è aumentata di quasi 2 punti e il credito alle imprese e’ diminuito di 65 miliardi”. Giorgio Merletti, nel suo intervento all’assemblea in corso a Roma, elenca le cifre della crisi. “Da novembre 2011 - ha aggiunto - abbiamo avuto 18 mesi di Governo tecnico ‘supplente’, poi un estenuante ‘stallo alla messicana’, uno sterile duello in cui le forze politiche si sono tenute sotto tiro a vicenda”. Ora, ha scandito, serve un cambiamento. “Deve tornare il tempo della responsabilita’” della politica. Governo e Parlamento devono rispondere all’appello degli imprenditori che chiedono “Governate, fate il vostro dovere”.

LAVORO - Per uscire dalla crisi “bisogna agire senza esitazioni sui fronti del fisco, del credito e del lavoro”. “Le nostre aziende - ha aggiunto - non ce la fanno più a sopportare una pressione fiscale che nel 2013 tocchera’ il 44,6% del Pil, vale a dire 2,4 punti in più sopra la media dell’Eurozona. In pratica, paghiamo 38 miliardi di maggiori imposte rispetto ai partner europei, 639 euro in più per abitante. Tra il 2005 e il 2013 l’incremento delle entrate fiscali è stato di 132 miliardi: pari ai 132 miliardi di incremento del Pil. Cosi’ non si esce dal tunnel della crisi”.

Parlando del problema del credito Merletti ha sostenuto che “è maturo il tempo per la nascita di un soggetto finanziario dedicato alle micro e piccole imprese, che ripristini regolari condizioni di accesso al credito e ci permetta di superare le difficolta’ di finanziamento bancario che tutti verifichiamo nella nostra attivita’ imprenditoriale. Un soggetto “non convenzionale”, come ce ne sono in molti Paesi europei”, ha affermato. Per Merletti va nel contempo “sostenuta la straordinaria vitalita’ dei Confidi, uno strumento inventato da noi, che e’ stato indispensabile per la tenuta del tessuto imprenditoriale del Paese durante la crisi”.