Roma, 18 giugno 2013 - Il governo non tentenni, imbocchi decisamente la strada delle riforme economico-sociali e, soprattutto, non abbandoni quella del rigore. Il lungo silenzio di Mario Monti e del suo movimento, che si avvia a diventare un partito, viene rotto dall'ex presidente del Consiglio per mettere in guarda il suo successore a Palazzo Chigi: non commetta l'errore di arretrare rispetto alla politica di austerità portata avanti negli ultimi 18 mesi e sia capace di essere conseguenziale con quella frase, ripetuta più volte da Monti in conferenza stampa, "i no devono essere più dei sì". Anche perché "se il governo precedente aveva l'assillo di una scadenza a breve termine, quello presieduto da Enrico Letta "ha cinque anni davanti, una prateria verdissima da sfruttare".

'ELEMENTI PREOCCUPANTI' - Certo, ammette Monti, "il decreto del fare è una buona notizia, ispirato com'è a un opportuno pragmatismo che, tuttavia, non riguarda ancora lavoro e welfare. Non vorremmo - aggiunge - che si inseriscano elementi del 'disfare' sull'impianto della riforma Fornero". Elementi che Scelta Civica considera preoccupanti: "Non saremmo disponibili sotto quel'aspetto", avverte Monti. Serve ancora, sottolinea il Professore, "un governo duro e pienamente consapevole della realtà italiana, che non miri al consenso immediato. Auspichiamo anche che siamo pochi i no dei partiti alle proposte del presidente Letta e del governo".

'FARE SINTESI' - L'auspicio dell'ex premier  nasconde un timore: "La logica della grande coalizione vista fin qui non ci convince pienamente. Larghe coalizioni significa fare sintesi fra una maggioranza ampia e superare gli interessi di un gruppo di corporazioni che spesso bloccano le riforme. Guai se la grande coalizione diventasse qualcosa di diverso. Incoraggiamo, dunque, Letta a dire si quando sarà possibile, ma poi dire no senza indulgere in demagogie che nulla hanno a che vedere con la situazione dell'Italia".

ATTESA RIFORME - Monti rivendica di aver tracciato la strada anche all'attuale governo, cosicché "ciò che si è ottenuto si avvicina molto a quanto da noi desiderato e auspicato". Non basta. Ciò che è mancato fin qui, per Monti, è una serie di riforme in quel "territorio intermedio" rappresentato dai provvedimenti "economico-sociali" che è quello in cui si gioca lotta alla disoccupazione. "Avviso con grande simpatia che su questo terreno saremo molto incalzanti", chiarisce l'ex premier.