Roma, 24 giugno 2013 - No del Pd alla partenza del programma sugli F35, in programma per luglio.
Si apre un altro caso nella maggioranza che sostiene l'esecutivo. I Democratici non sosterranno l'impegno annunciato dal governo, per bocca del ministro Mario Mauro, all'acquisto immediato dei cacciabombardieri.

L'ufficialità arriverà nel corso della riunione del gruppo Pd in programma alla Camera per questa sera. Ma nel pomeriggio a Montecitorio il capogruppo in commissione difesa Gian Piero Scanu, incaricato da Epifani di trovare una mediazione tra le diverse anime del partito, ha riunito il gruppo di lavoro dei Democratici con i quali ha steso il testo della mozione che sarà illustrato in serata. Il documento impegna il governo a dare il via a "un'indagine conoscitiva", alla quale lavoreranno le commissioni Difesa di Camera e Senato. Con questa misura, ha assicurato Scanu ai deputati,  secondo  l'agenzia Dire, si intende che fino all'esito dell'indagine il governo italiano non darà seguito ai pagamenti previsti dal programma d'acquisto. Il ministro Mauro, in una recente intervista, aveva assicurato che non ci sarebbe stato nessun ritardo rispetto all'acquisto di ben 131 aerei. Ma ora la mozione del Pd, il principale partito della maggioranza, propone una sospensione temporanea del programma, sulla quale si cerca di far convergere non solo tutte le componenti del partito, ma anche il Pdl e Scelta Civica.  Scanu ha incontrato alla Camera anche lo stesso ministro Mauro. Si lavora a una mediazione, spiegano fonti accreditate, che al momento appare difficile.

I dettagli del programma “F-35”. Per i militari è un cacciabombardiere "stealth supersonico multiruolo"; un "sistema da combattimento di nuova generazione economicamente sostenibile e supportabile in tutto il mondo" senza il quale l'Italia, praticamente, non avrà più un'aviazione. Per i suoi detrattori, invece, l'F35 altro non è che una macchina da guerra che costerà al nostro paese quasi 12 miliardi. Cifra già ridotta di 4 dopo che la Difesa stessa ha proposto un ridimensionamento del programma, passando dagli iniziali 131 velivoli agli attuali 90: ogni aereo, infatti, ha un costo che varia tra i 99 e i 106,7 milioni. Il Programma "F-35 Lightning II-JSF" (Joint Strike Fighter) nasce nel 2001 e l'anno successivo viene siglato un accordo di cooperazione fra Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Olanda, Turchia, Canada, Australia, Danimarca, e Norvegia che fa diventare il Jsf il più grande programma aeronautico internazionale. L'esigenza primaria italiana è quella di sostituire con gli F35 gli AV-8B Harrier della Marina e gli AMX e i Tornado dell'Aeronautica che dal 1991 hanno operato in tutte le missioni internazionali: si calcola che i 90 F35 alla fine rimpiazzeranno circa 250 vecchi velivoli. Sui cacciabombardieri, tra l'altro, l'Italia ha già investito 2 miliardi e mezzo e realizzato a Cameri, in provincia di Novara, uno stabilimento dove vengono costruite e assemblate parti dell'aereo (unico fuori dagli Usa): secondo l'ex ministro della Difesa Giampaolo Di Paola il programma F35 garantirà circa 10mila posti di lavoro, tra diretti e indotto.

Il caccia verrà prodotto in tre versioni: F-35A, a decollo e atterraggio convenzionale (CTOL); F-35B, a decollo corto ed atterragio verticale (STOVL); F-35C, versione per portaerei convenzionali (CV). Al momento l'Italia ha in programma l'acquisto di 60 velivoli della prima versione e 30 della seconda. "Sarebbe contradditorio ridurre ulteriormente il numero dei caccia da acquistare - ha detto qualche giorno fa al salone aeronautico di Le Bourget il ministro della Difesa Mario Mauro – Se scendiamo sotto i 90 dovremmo chiederci se abbiamo ancora un'aviazione". Secondo i militari, l'F35 è un ottimo investimento. Si tratta di un aereo, si legge sul sito dell'Aeronatica, "con uno spiccato orientamento per l'attacco aria-suolo, stealth, cioè a bassa osservabilità radar e quindi ad elevata sopravvivenza, in grado di utilizzare un'ampia gamma di armamento e capace di operare da piste semi-preparate o deteriorate, pensato e progettato per quei contesti operativi che caratterizzano le moderne operazioni militari di quest'era successiva alla guerra fredda".

Nei confronti del progetto è arrivata però una mazzata pesante nel marzo di quest'anno, quando è stato diffuso un rapporto del Pentagono secondo il quale l'F35 è incapace di combattere e non avrebbe alcuna chance di successo in uno scontro reale. Otto, secondo la Difesa americana, i difetti cruciali di questo tipo di aerei tra i quali la scarsa evoluzione tecnologica, la ridotta consapevolezza della situazione da parte del pilota in caso di emergenza e il rischio che grandi quantità di carburante del velivolo possano prendere fuoco in situazioni difficili, con la conseguenza di rendere complicato se non impossibile per il pilota l'abbandono del velivolo.