Treviglio, 14 luglio 2013 - Esplode la polemica per le frasi choc di Roberto Calderoli, alla festa della Lega di Treviglio, sul ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge: "Quando la vedo non posso non pensare a un orango".

L’episodio risale a due giorni dopo la visita della Kyenge a Bergamo. In quella occasione un aereo con la scritta 'Stop ai clandestini' aveva sorvolato la città, sollevando molte polemiche. "Io mi consolo - avrebbe detto Calderoli davanti al pupblico leghista - quando navigo in Internet e vedo le fotografie del governo. Amo gli animali, orsi e lupi com’è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango".

Sulla Rete sono fioccate proteste e accuse ironiche al vicepresidente del Senato ed ex titolare del ministero per la Semplificazione. Khalid Chaouki, deputato del Pd, su Twitter chiede le dimissioni del leghista. Nei social network fanno da padrone le battute contro Calderoli: "Meglio che non sappia cosa penso quando vedo lui", è il concetto più twittato.

CELINE KYENGE: NON OFFENDE ME, MA L'IMMAGINE DELL'ITALIA - "Le parole di Calderoli non le prendo come un’offesa personale, ma mi rattristano per l’immagine che diamo dell’Italia. Credo che tutte le forze politiche debbano riflettere sull’uso che fanno della comunicazione", ha replicato, dal canto suo, il Cecile Kyenge. "Si faccia un confronto serio all’interno della Lega per capire se Calderoli ha intenzione di continuare la sua battaglia politica con le offese", ha detto il ministro. "A Calderoli come persona non ho nulla da dire. Io parlo di un rappresentante delle istituzioni", ha aggiunto.

"Non ci si confronta così, occorre senso della misura e di responsabilità, rispettando la carica che si ricopre. Bisogna riflettere sul ruolo di chi rappresenta le istituzioni", ha aggiunto Kyenge. "In un momento delicato e difficile come questo - ha concluso - è fondamentale diffondere messaggi di non violenza. Servono contenuti, non offese".

CALDEROLI: UNA BATTUTA, SE SI E' OFFESA MI SCUSO - ‘’Ho parlato in un comizio, ho fatto una battuta, magari infelice, ma da comizio, questo è stato subito chiaro a tutti i presenti. Non volevo offendere e se il ministro Kyenge si è offesa me ne scuso, ma la mia battuta si è inserita in un ben più articolato e politico intervento di critica al ministro e alla sua poliitica": lo ha detto all’ANSA Roberto Calderoli.

‘’Fin dalla sua nomina - aggiunge Calderoli - la Lega ha espresso perplessità e critica, a viso aperto, nei confronti del ministro Kyenge. Intanto perché ci è subito sembrata una scelta provocatoria nei confronti della Lega e delle sue battaglie. E poi perché Kyenge sta portando avanti questa battaglia dello ius soli, che tra l’altro non è nel programma di Governo". ‘’E allora mi pare corretto che in democrazia uno possa criticare apertamente - conclude l’esponente leghista - chi ci vuole imporre, venendo da fuori, qualcosa che non rientra nel nostro modo di pensare e di vivere. Io comunque accetto di catalogare la mia battuta come infelice ma non voglio sentire accuse di razzismo da parte di politici che sono razzisti ogni giorno con i cittadini del nord".

"Dimettermi? Ma da cosa? Ma scherziamo?". Roberto Calderoli, chiarisce che "non ci penso proprio". "Per farmi perdonare dal ministro Kyenge la invito ufficialmente ad un dibattito alla Berghemfest nel mese di agosto, la tradizionale festa della Lega a Bergamo ma sappia che non le farò sconti sulle critiche al suo modo di fare politica dell’immigrazione e su quel che dice a proposito dello ius soli", ha concluso.

CALDEROLI NON NUOVO A QUESTE 'USCITE' - Le provocazioni celebri di Calderoli: la più clamorosa fu la maglietta anti-islam che gli costò le dimissioni dal dicastero per le Riforme istituzionali nel 2006. Poi ci furono le frasi sui fucili di Bossi. Calderoli rincarò: "Sono stato malato, ve ne siete accorti. Ecco: ho capito che il tempo da perdere non c’è. Al centrosinistra che sostiene che la Costituzione è scritta nel sangue, dico che le riforme vanno fatte. A costo di usare lo stesso inchiostro". Non risparmiò neanche il Vaticano: "Predica bene e razzola bene, perché ha una legge sui respingimenti dal ’29".

LETTA: PAROLE INACCETTABILI - In una nota, il presidente del Consiglio, Enrico Letta prende posizione contro la frase di Calderoli:  ‘’Le parole riportate oggi da organi di stampa e attribuite al senatore Calderoli nei confronti di Cecile Kyenge sono inaccettabili. Oltre ogni limite. Piena solidarietà e sostegno a Cecile. Avanti col tuo e col nostro lavoro".

ALFANO: NESSUNA DIVERGENZA GIUSTIFICA LA FRASE  - Il vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha chiamato il ministro Cecile Kyenge per esprimere piena solidarietà e forte vicinanza, da parte dei colleghi di governo del Popolo della Liberta’ e dell’intero partito, per le ingiuriose parole ricevute. "Nessuna differenza politica né di opinione su singoli argomenti - ha affermato il vicepremier - può mai giustificare quello che è accaduto".

GRASSO: SI SCUSI - "Non ci sono giustificazioni possibili alle offese che il vicepresidente del Senato Calderoli ha rivolto al ministro Cecile Kyenge". Così il presidente del Senato, Pietro Grasso, in merito alle dichiarazioni del vicepresidente di Palazzo Madama Roberto Calderoli.  "Come presidente del Senato mi auguro che il vicepresidente Calderoli si scusi ufficialmente e pubblicamente con il ministro Kyenge al più presto. A lei - aggiunge Grasso - va tutta la mia solidarietà e l’invito a proseguire nel suo eccellente lavoro con rinnovato entusiasmo".

ZANDA: DA LEGHISTA E' VOLGARE, INSULTO INCOMPATIBILE CON RUOLO - Luigi Zanda ha duramente criticato le parole di Roberto Calderoli sul ministro Cecile Kienge. "Il senatore Calderoli rappresenta un caso di gravissimo sdoppiamento di personalità", ha dichiarato il presidente dei senatori del Pd. "Quando presiede il Senato lo fa con equidistanza. Quando parla da leghista tocca le vette della massima volgarità politica e civile", ha spiegato. "Il suo insulto al ministro Kienge è totalmente incompatibile col suo ruolo di vicepresidente del Senato", ha sottolineato.

VENDOLA: SI DIMETTA - "L’autore della porcata del Porcellum, l’autore della scellerata maglietta con gli insulti antiislam, si scatena ora con parole vergognose verso il ministro Kyenge. E’ chiaro ed evidente che Calderoli non può rappresentare degnamente il vertice del Senato". Lo dice il leader di Sel Nichi Vendola. "Noi invece - aggiunge - siamo davvero onorati di poter ospitare ministro Kyenge alla festa nazionale di Sel a Milano il 27 luglio insieme Laura Boldrini".

FINOCCHIARO: PAROLE RAZZISTE - "Le parole del vicepresidente del Senato Calderoli rivolte al ministro Kyenge sono inaccettabili. Non è possibile e non è degno che un importante rappresentante delle nostre istituzioni insulti, con parole volgari e offensive e razziste una cittadina italiana e ancora di più una donna che oggi, da ministro, rappresenta il nostro Paese". Lo afferma Anna Finocchiaro del Pd. ‘’Domani - annuncia - il Pd in Aula a Palazzo Madama chiederà conto a Calderoli delle sue affermazioni. Nel frattempo mi auguro che il vice presidente del Senato trovi la dignità di spiegare e di scusarsi con il ministro Kyenge".

CUPERLO (PD) - "Le affermazioni del vice presidente del Senato Calderoli rivolte al minsitro Kyenge sono non degne per un uomo che rappresenta le nostre istituzioni". Lo dichiara Gianni Cuperlo, deputato del Pd e candidato a segretario del partito. "L’esponente leghista - sostiene - dimostra, e non è la prima volta, di non essere all’altezza del ruolo che ricopre. Io penso che dopo quanto accaduto Calderoli dovrebbe trarne le conseguenze e dimettersi. In ogni caso domani il Pd chiederà conto al vice presidente del Senato delle sue parole che non possono essere rivolte a nessuna cittadina e a nessun cittadino e, tanto meno, ad un ministro della nostra Repubblica".

FEDELI: RISPONDERA' IN AULA  - Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, ha criticato Roberto Calderoli. "Le parole del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, indirizzate verso il ministro Cecile Kyenge, non sono accettabili e mettono fuori del contesto civile chiunque le pronunci o anche solo le pensi" ha dichiarato la senatrice del Pd. Queste parole "diventano assolutamente irresponsabili se pronunciate da un rappresentante delle Istituzioni. Ricoprire cariche istituzionali è certamente un onore che richiede però comportamenti all’altezza della rappresentanza non di parte che si detiene. Calderoli sarà chiamato a rispondere in Aula delle sue gravissime offese", ha preannunciato.

IL LEGHISTA PINI: PESSIMO GUSTO, MA NIENTE DIMISSIONI  - Le parole di Roberto Calderoli sul ministro Cecile Kyenge non sono piaciute neppure al leghista Gianluca Pini che però ha escluso che il senatore debba dimettersi. "Una battuta di pessimo gusto, ma lasciamo perdere le dimissioni", ha scritto il deputato su Twitter, "c’è gente che ne combina di peggio e magari viene osannata".

SALVINI: BOLDRINI E KYENGE NON SI BATTONO CON LE GAG - Con la lotta politica e non con le "battute", ma Cecile Kyenge così come Laura Boldrini vanno combattute. Così Matteo Salvini ha commentato su Facebook la polemica sullefrasi di Roberto Calderoli contro il ministro. "La signora Kyenge, come la signora Boldrini, vanno combattute e fermate con le idee, con le proposte, con la visione di un futuro e di una società diversi", ha scritto. "Sono politici pericolosi non perché sono belli o brutti, perché modelle o oranghi, ma perché sono pedine di un disegno che vuole cancellare le identità, le diversità, le storie, le lingue, le tradizioni e il lavoro, nel nome di un pensiero unico basato solo sul denaro. Sconfiggeremo il Quarto Reich, i suoi nani e le sue ballerine, con il lavoro, non con le battute", ha concluso.

CODACONS: DENUNCIA A CALDEROLI  - "Nessuna critica legittima ma solo insulti di stampo inequivocabilmente razzista, che varranno al vicepresidente del Senato una denuncia in Procura". E’ quanto si legge in una nota del Codacons, che anticipa un esposto che sarà depositato domani in Procura dall’associazione dei consumatori nei confronti di Roberto Calderoli, per le offese lanciate al ministro Cecile Kyenge durante un comizio. "Chiederemo alla Procura della Repubblica di Bergamo di accertare se i pesantissimi insulti di Calderoli nei confronti del ministro Kyenge possano configurare il reato di istigazione all’odio razziale e, nel caso, procedere penalmente nei confronti del vicepresidente del Senato, afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi. "Alla magistratura chiederemo anche di verificare se le affermazioni di Calderoli possano rappresentare ingiuria ad un organo costituzionale, considerato l’importante ruolo attualmente ricoperto da Cecile Kyenge", spiega.

LA TELEFONATA - E, in serata, Roberto Calderoli ha chiamato al ministro Kyenge per scusarsi. "Ho parlato poco fa al telefono col ministro Kyenge e mi sono scusato - ha riferito lo stesso vicepresidente del Senato all'Ansa - . Ci siamo chiariti e ci siamo dati appuntamento in Parlamento per un confronto franco e leale".

LA CONFERMA - "Sì, il sen. Calderoli mi ha telefonato ed io ho accettato le scuse. Ma il nodo istituzionale resta: ciascuno deve tener presente sempre la carica che riveste", conferma il ministro.  Caso chiuso? "Il caso non è mai esistito a livello personale , ha risposto Kyenge, resta aperto a livello istituzionale".